Senato TV

Martedì 16 Ottobre 2012 alle ore 16:32

814ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

L'Assemblea ha proseguito l'esame - nel testo proposto dalle Commissioni riunite affari costituzionali e giustizia - del disegno di legge n. 2156-B, recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione", approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati, e dei connessi ddl nn. 2781 e 2854.

Nella seduta pomeridiana del 10 ottobre scorso i relatori, sen. Ceccanti (PD) e Balboni (PdL), avevano riferito sulle rilevanti modifiche approvate dalla Camera dei deputati che ha ampliato la disposizione riguardante il piano nazionale anticorruzione e ha introdotto nuovi articoli sulla prevenzione della corruzione negli enti pubblici, sul collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, sul conferimento di deleghe al Governo in materia di incompatibilità degli incarichi dirigenziali e incandidabilità a cariche elettive dopo sentenza definitiva di condanna. Particolarmente significative le modifiche al codice penale che allungano da tre a quattro anni il minimo sanzionatorio della reclusione per il reato di peculato; ridefiniscono il reato di concussione, introducendo la fattispecie di concussione per induzione e limitando la concussione per costrizione al solo pubblico ufficiale; distinguono la corruzione propria, relativa al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio, dalla corruzione impropria; puniscono con la reclusione da uno a tre anni la corruzione tra privati; introducono la nuova fattispecie delittuosa del traffico di influenze illecite, prevedendo una pena da uno a tre anni di reclusione. Nelle Commissioni riunite sono stati approvati emendamenti governativi che modificano i termini per il collocamento fuori ruolo dei magistrati, rendono perseguibile a querela il reato di corruzione tra privati purché non ne derivino effetti distorsivi della concorrenza; precisano che la

mediazione illecita verso pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio deve riguardare il compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio.

Nella discussione generale hanno preso la parola i sen. Compagna, Pastore, Giovanardi (PdL), Della Monica, Sanna, D'Ambrosio, De Luca, Perduca, Incostante (PD), Pardi, Bugnano, Li Gotti (IdV), Germontani (Terzo Polo), Menardi (CN), Divina (LNP).

Da parte del Popolo della Libertà l'accento è caduto sulle norme repressive, di sapore giacobino, introdotte dalla Camera che, sotto il peso delle cronache giudiziarie sui casi Penati e Ruby, ha alterato l'impianto originario del provvedimento e ha appesantito le procedure amministrative: il tema della giustizia torna così a essere strumentalizzato per fini antipolitici. Riserve sono state espresse anche da Coesione Nazionale che individua nella semplificazione, nella trasparenza e nello snellimento dell'amministrazione gli strumenti essenziali per contrastare la corruzione. Il Partito Democratico - con l'eccezione dei Radicali - ha evidenziato invece i pregi di un testo che, pur scaturendo da una mediazione, consente di dare attuazione agli impegni internazionali assunti dall'Italia in tema di lotta alla corruzione ed equilibra la parte sanzionatoria e la parte preventiva attraverso norme sulla trasparenza amministrativa e sulla corresponsabilizzazione dei dipendenti pubblici. Nel richiamare i costi economici, sociali e politici della corruzione, l'Italia dei Valori e il Terzo Polo hanno posto l'accento sulle lacune del provvedimento che rinuncia a correggere i termini di prescrizione, a reintrodurre il falso in bilancio, a varare norme più stringenti per i reati di autoriciclaggio e di scambio elettorale politico-mafioso. L'IdV si è dichiarata comunque disponibile a votare la fiducia a condizione che sia approvato in via definitiva il testo licenziato dalla Camera. Di diverso avviso la Lega Nord, che ha espresso apprezzamento per le correzioni introdotte dal Governo in sede referente.

Fine pagina

Vai a: