Senato TV

Mercoledì 24 Ottobre 2012 alle ore 09:33

819ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

L'Assemblea ha avviato l'esame del disegno di legge n. 3491, nel testo proposto dalla Commissione, recante "Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al testo unico di cui decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 e al codice penale in materia di diffamazione", e dei connessi ddl nn. 3492 e 3509.

Sull'onda del caso Sallusti, l'ex direttore responsabile del quotidiano "Libero" condannato a quattordici mesi di carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa, è stato accelerato l'esame del provvedimento che modifica la disciplina della responsabilità per diffamazione, adeguandola agli standard europei i quali prevedono sanzioni pecuniarie e non detentive.

I relatori, sen. Berselli (PdL) e Della Monica (PD), hanno riferito sul confronto serrato in Commissione giustizia, dove è stato chiesto il trasferimento dalla sede deliberante alla referente, e hanno dichiarato che il testo licenziato, pur ampiamente condiviso, è suscettibile di modifiche. Escludendo la pena detentiva e conferendo centralità alla rettifica, il ddl bilancia meglio la tutela dei valori costituzionali dell'onorabilità della persona e della libertà di stampa. Eleva, inoltre, da cinquemila a centomila euro le multe per il reato di diffamazione, prevedendo che la riparazione del danno sia graduata in relazione alla gravità dell'offesa e alla diffusione dello stampato. Tra le pene accessorie sono previste l'interdizione dalla professione, la cui durata aumenta in casi di recidiva, la pubblicazione per esteso della sentenza, la riduzione dei contributi pubblici alla testata giornalistica. Molto discussa, infine, la proposta di estendere la disciplina ai giornali telematici: il testo licenziato prevede che, in sede di sentenza di condanna, il giudice possa ordinare la rimozione di contenuti diffamatori dai motori di ricerca e dai siti internet. I relatori hanno respinto l'ipotesi che il testo sia diretto a imbavagliare la stampa e a prevedere una speciale tutela per il mondo politico. La sen. Della Monica (PD) ha escluso infine l'ipotesi di una legge ad personam per il direttore del "Giornale", ricordando che la riforma dei reati a mezzo stampa è in discussione da diverse legislature.

Nella discussione generale, molto articolata, diversi senatori hanno ricordato che il diritto di cronaca e la libertà di opinione non vanno confusi con la diffusione di notizie false e lesive della dignità delle persone. Hanno evidenziato, inoltre, l'opportunità di tutelare la reputazione anche nell'ambito dell'informazione telematica.

Il sen. Vita (PD) si è dichiarato contrario alle disposizioni sulla sanzione pecuniaria massima, la rimozione di contenuti dai siti internet e la possibile sospensione della professione giornalistica. Anche secondo il sen. Li Gotti (IdV) l'entità eccessiva della sanzione pecuniaria rischia di determinare la chiusura di testate scomode, mentre la disciplina dell'informazione telematica richiede un intervento ad hoc, che tenga conto delle peculiarità degli strumenti interattivi. La sen. Alberti Casellati (PdL) ha sottolineato l'opportunità dell'intervento legislativo, al di là della contingenza che ne ha accelerato l'iter; al contrario, il sen. Bruno (Per il Terzo Polo) ha suggerito di circoscrivere il provvedimento alla depenalizzazione del reato di diffamazione e il sen. Vimercati (PD) ha proposto il rinvio in Commissione per trovare un equilibrio soddisfacente. I sen. Magistrelli (PD), Butti, Caruso (PdL) e Bodega (LNP) hanno ricordato le numerose vittime della macchina del fango e del killeraggio politico, ponendo l'accento sull'uso distorto dei mezzi di informazione e sull'irresponsabilità dei giornalisti. Il sen. Maritati (PD) ha manifestato sorpresa per le reazioni della Federazione nazionale della stampa e ha criticato la tesi secondo cui il provvedimento dovrebbe limitarsi alla depenalizzazione del reato ed escludere gli strumenti telematici. I sen. Malan (PdL) e Poretti (PD) hanno sottolineato la gravità del reato di diffamazione che richiede, a tutela delle vittime, sanzioni certe ed efficaci. Il sen. Caliendo (PdL) ha spiegato che l'emendamento anti Gabanelli, poi ritirato, avrebbe dovuto sancire la non punibilità del giornalista disposto a pubblicare immediatamente la rettifica. I sen. Morri, Di Giovan Paolo (PD) e Pardi (IdV) hanno rilevato, infine, che la condanna di Alessandro Sallusti è ineccepibile: il quotidiano non ha pubblicato la rettifica e non ha pagato il risarcimento.

Fine pagina

Vai a: