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Giovedì 22 Novembre 2012 alle ore 09:32

840ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

L'Assemblea ha ripreso l'esame del disegno di legge n. 3491, recante "Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, e al codice penale in materia di diffamazione", e dei connessi ddl nn. 3492 e 3509.

Dopo l'approvazione a scrutinio segreto dell'emendamento 1.307 della Lega Nord, che reintroduce la possibilità della reclusione fino a un anno per il reato di diffamazione, nella seduta antimeridiana di ieri è stata respinta una questione sospensiva avanzata dalla sen. Finocchiaro (PD).

I Gruppi PD, IdV e UDC ritengono che, venuto meno l'accordo raggiunto in Commissione, il ddl non risponda più all'esigenza di bilanciare i valori costituzionali della libertà di informazione e della dignità delle persone. Diversa la posizione del PdL che ritiene opportuno varare comunque una disciplina migliore dell'attuale, che elimini la pena detentiva obbligatoria da uno a sei anni per la responsabilità oggettiva e conferisca centralità all'obbligo di rettifica. Con notazioni critiche sul percorso legislativo intrapreso, e denunciando il vizio d'origine di un intervento finalizzato ad evitare il carcere ad Alessandro Sallusti, i Gruppi ApI-FLI e LNP e i senatori Radicali pensano che la libertà di informazione non vada confusa con la licenza di diffamare e occorra mantenere una pena adeguata per sanzionare un reato che danneggia gravemente le persone.

Con il parere contrario del Governo, espresso dal Sottosegretario per la giustizia Gullo e motivato da ragioni tecniche, l'Assemblea ha approvato l'emendamento 1.800, presentato dal relatore, sen. Berselli (PdL), che prevede la multa, in alternativa alla pena della reclusione, per il direttore responsabile che abbia partecipato alla commissione del reato o abbia omesso di esercitare controllo. L'emendamento è stato criticato dai sen. D'Ambrosio (PD) e Li Gotti (IdV) perché detta una disciplina pasticciata che viola il principio di eguaglianza, prevedendo sanzioni diverse per condotte identiche e contrastando con la norma generale del codice penale sul concorso di reato. Il relatore, sen. Berselli (PdL), che non ha condiviso la reintroduzione della pena carceraria, ha difeso le ragioni dell'emendamento che prevede sanzioni diverse per il direttore responsabile e per il giornalista in ragione della differenza dei ruoli. Hanno dichiarato voto contrario all'emendamento i sen. Bruno (ApI-FLI), Della Monica (PD), Li Gotti (IdV), Serra (UDC). In dissenso dal Gruppo, il sen. Perduca (PD) si è astenuto e i sen. D'Ambrosio e Vita (PD) non hanno partecipato al voto. E' stato approvato inoltre l'emendamento 1.309 del sen. Casson (PD), che disciplina i modi di pubblicazione della sentenza di condanna.

La votazione dell'articolo 1, per la quale è stato richiesto lo scrutinio segreto, è rinviata alla seduta di lunedì prossimo.

L'Assemblea ha ripreso l'esame del testo unificato dei ddl costituzionale nn. 2173, 2563, 3135, 3229, 3244, 3287, 3288, 3248, 3384, 3413, recante "Istituzione di una Commissione per la revisione dell'ordinamento della Repubblica".

Nella seduta pomeridiana di ieri si è svolta la discussione generale. La Lega Nord e i senatori Radicali hanno sottolineato l'inutilità della discussione: il ddl non riuscirà ad essere approvato in via definitiva per la scadenza imminente della legislatura. I Gruppi Coesione Nazionale, ApI-FLI e PdL ritengono invece che il provvedimento per l'elezione diretta di una Commissione, con funzione redigente, possa comunque agevolare la riforma della Costituzione nella prossima legislatura. Decisamente contrario alla proposta l'IdV: le modifiche costituzionali devono consistere in interventi limitati e seguire la procedura definita dall'articolo 138 della Carta fondamentale. Secondo il PD la mancanza di una legge elettorale che garantisce la governabilità rischia di indebolire la riforma delle istituzioni.

Con l'approvazione dell'emendamento 2.500 dei relatori, sen. Viespoli (CN) e Rutelli (ApI-FLI), è stata introdotta la possibilità di eleggere la Commissione, e di tenere il referendum di indirizzo sulla forma di governo, simultaneamente alle elezioni per il Parlamento europeo previste nel 2014. Approvati i primi tre articoli, è mancato il numero legale sulla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 4, che riguarda i membri della Commissione.

Al termine della seduta il sen. Calderoli (LNP) ha chiesto di differire i termini per la presentazione degli emendamenti sulla legge elettorale.

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