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575ª Seduta pubblica

Mercoledì 10 febbraio 2016 alle ore 16:34

Comunicato di seduta

L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2081, recante regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze, e connessi.

Il Capo I (articoli da 1 a 10) introduce l'istituto dell'unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale; disciplina le modalità per la costituzione delle unioni civili e ne delinea le cause di impedimento; definisce diritti e doveri derivanti dall'unione; estende alle parti le disposizioni in materia di diritti successori dei coniugi; permette alla parte dell'unione civile di ricorrere all'adozione non legittimante nei confronti del figlio naturale dell'altra parte; disciplina lo scioglimento dell'unione. Il Capo II (articoli da 11 a 23) definisce la convivenza di fatto; stabilisce doveri di reciproca assistenza, diritti di permanenza nella casa comune di residenza, l'obbligo di mantenimento in caso di cessazione; parifica i diritti del convivente superstite a quelli del coniuge superstite; enuncia le cause di nullità del contratto di convivenza.

Nella seduta di ieri si è conclusa la discussione generale.

In replica il Ministro della giustizia Orlando ha affermato che su un tema delicato, che chiama in causa le coscienze individuali, ci sono posizioni differenti nel Governo, nella maggioranza e in Parlamento. Il Governo non esprimerà valutazioni politiche sugli emendamenti, si limiterà a valutazioni tecniche quando le proposte di modifica non appaiono conformi alla giurisprudenza costituzionale ed europea, e si rimetterà alle valutazioni dell'Assemblea. Il Ministro ha ricordato che la normativa nasce dall'esigenza di colmare una lacuna, segnalata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo: l'auspicio è che il confronto prosegua nelle votazioni e che il Parlamento approvi norme certe.

Il Presidente Grasso non ha accolto la richiesta di votazione segreta sulla proposta di non passaggio agli articoli, presentata dal sen. Calderoli (LN): il riconoscimento della convivenza stabile delle coppie dello stesso sesso come specifica formazione sociale, nella quale si sviluppa la personalità, trova infatti fondamento nell'articolo 2 della Costituzione. Il ddl non comprime le tutele della famiglia, del matrimonio e dei figli, previste dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione e non ha ad oggetto il riconoscimento di realtà in contrasto con questi articoli.

I sen. Calderoli (LN), Quagliarello e Giovanardi (GAL), Malan (FI-PdL) hanno criticato la decisione del Presidente che tutela la maggioranza: il ddl estende alle unioni civili le norme sul matrimonio; la materia rientra comunque nei rapporti etico-sociali disciplinati dalla Costituzione, per i quali il Regolamento ammette lo scrutino segreto. Il sen. D'Ascola (AP) ha annunciato voto favorevole alla proposta di non passaggio agli articoli: una pausa di riflessione e il ritorno del ddl in Commissione potrebbero avvicinare le posizioni su un tema che ha spaccato il Parlamento e il Paese. Contro la proposta di non passaggio agli articoli è intervenuto il sen. Marcucci (PD), il quale ha evidenziato che la Commissione giustizia ha dedicato settanta sedute all'esame del ddl. Il nuovo istituto dell'unione civile non è incompatibile con l'articolo 29 della Costituzione e l'adozione del figlio del partner non viola l'articolo 31, ma si limita ad adeguare il diritto positivo alla giurisprudenza di merito. Il ddl non legittima la maternità surrogata, che resta sanzionata dalla legge. La proposta della sen. Finocchiaro (PD) sul divieto internazionale della pratica dell'utero in affitto unisce il PD e può trovare un ampio consenso parlamentare.

Respinta la proposta di non passaggio all'esame degli articoli, con 195 voti contrari, 101 favorevoli e un'astensione, il Presidente Grasso, su richiesta del sen. Zanda (PD), ha convocato la Conferenza dei Capigruppo, che ha approvato il nuovo calendario dei lavori fino al 25 febbraio. Nella seduta antimeridiana di domani inizierà l'illustrazione degli emendamenti al ddl sulle unioni civili, il cui esame proseguirà dal 16 al 18 febbraio e, eventualmente, dal 23 al 25 febbraio, settimana in cui è previsto anche l'esame del decreto proroga termini. Mercoledì 17 alle ore 15,30 il Presidente del Consiglio renderà comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio. Le proposte di modifica del calendario avanzate rispettivamente dalla sen. Catalfo (M5S), per aumentare il numero delle sedute, e dal sen. Volpi (LN) per discutere martedì prossimo del reddito di cittadinanza, sono state respinte.

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