Mercoledì 24 Giugno 2020 - 234ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:30)

L'Assemblea ha approvato con modifiche il ddl n. 1812, conversione in legge del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19. Il testo passa alla Camera.

Il relatore, sen. Parrini (PD), ha illustrato il provvedimento, che ha già trovato attuazione con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 maggio 2020. L'articolo 1 reca un nuovo quadro di riferimento, che si sovrappone a quello già esistente rappresentato dal decreto-legge n. 19 del 2020, per le misure di contenimento della diffusione del virus. Un primo ordine di disposizioni riguarda la circolazione fra Regioni, fra lo Stato della Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le Regioni confinanti, gli spostamenti da e per l'estero. Per il periodo successivo al 3 giugno 2020, gli spostamenti interregionali possono essere limitati solo con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge n. 19, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico. La modalità di adozione delle restrizioni future rimane quella disegnata dagli articoli 2 e 3 del decreto-legge n. 19. Un secondo ordine di disposizioni distingue tra quarantena obbligatoria e quarantena precauzionale (applicata, con provvedimento dell'autorità sanitaria, alle persone che abbiano avuto contatti stretti con soggetti confermatisi positivi al virus). Ulteriori disposizioni riguardano le riunioni in luoghi pubblici o aperti al pubblico, per i quali si prevede il divieto di assembramento, e le funzioni religiose, per le quali si richiama il rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle confessioni religiose per prevenire il rischio di contagio. Alle Regioni è demandata l'effettuazione di un monitoraggio, con cadenza giornaliera, dell'evoluzione della situazione epidemiologica, in esito al quale è consentito alle stesse di introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive, nelle more dell'adozione di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. L'articolo 2 introduce una disciplina sanzionatoria destinata a trovare applicazione nei casi di inosservanza delle misure di contenimento. Una disciplina specifica è dettata per la quarantena obbligatoria: salvo che il fatto integri un delitto colposo contro la salute pubblica o comunque un più grave reato, la violazione è punita con l'arresto da 3 a 18 mesi e con l'ammenda da 500 a 5.000 euro. L'articolo 3 disciplina le disposizioni transitorie e finali, prevedendo che le misure di cui al presente decreto-legge si applichino dal 18 maggio al 31 luglio 2020. In Commissione si è svolto un confronto costruttivo e sono stati approvati sei emendamenti; l'emendamento 2.0.1 del sen. Pagano (FI) suo ruolo del Parlamento nell'emergenza sarà considerato come autonoma iniziativa legislativa.

Alla discussione generale hanno partecipato i sen. Augussori, Sonia Fregolent, Bergesio, Maria Cantù, Pepe, Stefania Pucciarelli, Briziarelli (L-SP), Paola Binetti, Gasparri, Maria Rizzotti, Vitali (FI), Annamaria Parente (IV), Isabella Rauti (FdI), Elena Fattori (Misto), Paola Boldrini (PD), Mautone (M5S). L'opposizione ha evidenziato che il Parlamento è chiamato ad approvare un provvedimento superato e privo di prospettive. L'adozione di 40.000 provvedimenti dall'inizio dell'emergenza, fra cui 300 atti normativi, 14 decreti-legge, 14 decreti del Presidente del Consiglio, hanno generato sovrapposizioni e confusione, senza dare certezze sulla cassa integrazione, sulla liquidità e la ripresa produttiva, sulle modalità di riapertura della scuola. La Lega ha chiesto conto del piano Colao; ha rilevato che, dopo un periodo di conflittualità istituzionale, la fase due è segnata da tasse e burocrazia; ha riproposto l'anno bianco fiscale e l'imposizione ad aliquota unica (flat tax), ricordando che tre aziende su dieci non hanno riaperto e non possono farlo per decreto. La sen. Rauti ha rimproverato al Governo i ritardi, le inerzie, la mancanza di buon senso, la narrazione di una realtà inesistente, l'assenza di un progetto. La sen. Fattori ha auspicato che le linee degli Stati generali siano portate in Parlamento e che la fase tre segni la fine della pratica della decretazione d'urgenza. I senatori di maggioranza hanno ricordato che l'adozione di provvedimenti straordinari è stata una strada obbligata e ha rispettato il sistema delle fonti, che il decreto in esame elimina l'autocertificazione e segna una svolta sul piano dell'interazione fra Stato e Regioni. Secondo il sen. Vitali, invece, le competenze di Stato comuni e Regioni non sono chiaramente ripartite.

In replica il Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento Castaldi ha rilevato l'efficacia della decretazione d'urgenza, che è stata adottata anche negli altri Paesi europei; ha manifestato apertura per il tema posto dal sen. Pagano con l'emendamento 2.0.1, volto a ritagliare un ruolo più incisivo del Parlamento nella gestione dell'emergenza. Sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 1.100, 1.101 (sulla quarantena precauzionale), 1.102 (sull'inclusione die servizi educativi per l'infanzia), 1.0.1000 (sul potere del commissario straordinario per l'emergenza di stipulare protocolli al fine di assicurare la fornitura di mascherine e disciplinarne i prezzi), 2.100, 2.3 (testo 2) sulla devoluzione dei proventi delle sanzioni pecuniarie alle regioni province e comuni quando le violazioni siano accertate fa funzionari degli enti locali. Hanno dichiarato voto finale favorevole i sen. Grimani (IV-PSI), Ruotolo (Misto), Parrini (PD), Corbetta (M5S). Hanno dichiarato voto contrario i sen. Zaffini (FdI), Pagano (FI), Grassi (L-SP).

Dopo una sospensione, alla ripresa dei lavori il Presidente del Senato Casellati ha ricordato il sen. Alfredo Biondi, spentosi questa notte a Genova: avvocato e parlamentare liberale, uomo autorevole e corretto, capace di stemperare le tensioni con la sua simpatia, Alfredo Biondi - ha detto il Presidente - è uno degli ultimi testimoni di una politica vissuta con autonomia di pensiero. Si sono uniti al ricordo i sen. Casini (Aut), Gasparri (FI), Cucca (IV), Pinotti (PD), Di Nicola (M5S).

L'Assemblea ha deliberato la costituzione in giudizio del Senato in un conflitto di attribuzione.

Il relatore, sen. Gasparri (FI), ha ricordato che il conflitto di attribuzione, ritenuto ammissibile dalla Corte costituzionale, è stato sollevato dal tribunale di Verona rispetto alla decisione dell'Assemblea, nella seduta del 9 gennaio 2019, di dichiarare insindacabili le opinioni rese dall'allora senatrice Anna Cinzia Bonfrisco. Il relatore ha ricordato la prova dell'insussistenza del reato di cui era accusata la senatrice, l'insindacabilità dell'attività emendativa, il dovere di difendere l'istituzione parlamentare. Nella seduta dell'11 giugno 2020 la Giunta delle elezioni e delle immunità ha espresso a maggioranza parere favorevole alla costituzione in giudizio per resistere nel conflitto di attribuzioni dinanzi alla Corte costituzionale. Nella discussione si sono dichiarati favorevoli alla costituzione in giudizio a difesa dell'istituzione, i sen. Cucca (IV), Balboni (FdI), Anna Rossomando (PD), Urraro (L-SP). Di diverso avviso i sen. Grasso (Misto-LeU) e Elvira Lucia Evangelista (M5S).

La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che la prossima settimana sarà dedicata ai lavori delle Commissioni. Martedì 14 luglio alle ore 10 è prevista l'elezione di due componenti del Garante dei dati personali e del Garante delle comunicazioni. La Conferenza tornerà a riunirsi la prossima settimana per definire il calendario successivo.

(La seduta è terminata alle ore 17:52 )



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