Mercoledì 11 Novembre 2020 - 274ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 11:33)

L'Assemblea approvato, con modifiche, il ddl n. 1970, conversione in legge del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020. Il testo passa alla Camera dei deputati.

La relatrice, sen. Valente (PD) ha riferito sul provvedimento: l'articolo 1 proroga al 31 gennaio 2021 la possibilità per il Governo di adottare misure volte a contenere e contrastare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del virus. In relazione all'andamento epidemiologico e secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio, tali misure potranno essere stabilite per specifiche parti o per tutto il territorio nazionale e per periodi predeterminati, ciascuno di durata non superiore a trenta giorni, comunque reiterabili e modificabili. In considerazione della recrudescenza dell'epidemia, alle misure che possono essere adottate si aggiunge l'obbligo di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie che dovranno essere indossati non solo nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, ma più in generale nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all'aperto. Da tali obblighi restano esclusi: i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva, i bambini di età inferiore ai sei anni, i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina e coloro che per interagire con questi ultimi versino nella stessa incompatibilità. Sono comunque fatti salvi i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché le linee guida per il consumo di cibi e bevande. Sempre l'articolo 1 prevede che le Regioni, nei limiti delle proprie competenze, possano introdurre temporaneamente misure maggiormente restrittive, ovvero, nei soli casi e nel rispetto dei criteri previsti dai DPCM, anche ampliative, introducendo in tale ultimo caso la previsione della necessaria intesa con il Ministro della salute. L'articolo 2 prevede l'interoperabilità dell'applicazione "Immuni" con le piattaforme che operano, con le medesime finalità, nel territorio dell'Unione europea. L'articolo 3 differisce al 31 ottobre 2020 i termini per l'invio delle domande relative ai trattamenti di cassa integrazione ordinaria collegati all'emergenza. L'articolo 4 è volto a dare attuazione alla direttiva (UE) 2020/739 della Commissione, del 3 giugno 2020, che riguarda l'inserimento del Sars-Cov-2 nell'elenco degli agenti biologici che possono causare malattie infettive. L'articolo 5 proroga la vigenza del DPCM del 7 settembre 2020. Infine, gli articoli 6 e 7 dispongono in merito alla copertura finanziaria e all'entrata in vigore del provvedimento. La Commissione ha approvato emendamenti che prevedono: la proroga della notifica delle cartelle di pagamento, il rinvio di elezioni provinciali, la proroga degli organi sociali delle società in house, la proroga della contabilità speciale per emergenze connesse a eventi calamitosi, la proroga dei termini di tributi di enti locali, i permessi retribuiti per i sindaci dei comuni più piccoli affinché si dedichino a tempo pieno all'emergenza.

Alla discussione generale hanno partecipato i sen. Grassi, Vescovi, Pillon, Sonia Fregolent, Marti, Ripamonti, Pittoni, Vallardi, Ostellari, Bagnai (L-SP), Maria Alessandra Gallone, Maria Virginia Tiraboschi, Fiammetta Modena, Perosino, Siclari, Maria Rizzotti, Pagano (FI), Monica Cirinnà, Caterina Bini (PD), Croatti, Airola, Grazia D'Angelo, Lannutti (M5S), Zaffini (FdI). Pur ritenendo condivisibili le singole disposizioni, l'opposizione ha posto l'accento sull'incapacità di programmazione del Governo, l'assenza di una visione di sistema, la confusione di fonti normative, la mancanza di controlli e di un'organizzazione interministeriale di supporto e coordinamento. La sen. Tiraboschi ha svolto riflessioni sul nuovo rapporto tra settore pubblico e privato e sulla necessità di rivedere il Titolo V della Costituzione. Il sen. Bagnai ha evidenziato la politica europea del ricatto, con la minaccia della Commissione di sospendere gli acquisti di titoli da parte della BCE per i Paesi che non ricorrano al Mes. All'articolo 1 sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 1.14 (testo 2), 1.15, 1.900, 1.25 (testo 2), 1.19, 1.22 (testo 2), identico all'1.302 del sen. Augussori (L-SP) e altri, 1.33 (testo 2), 1.29, 1.35, 1.37 (testo 4), 1.500 (testo 2) (proroga degli organi delle società in house), 1.550 (rinvio delle elezioni nei comuni sciolti e nelle province) 1.502 (testo 2) (proroga dello stato di emergenza per eventi metereologici eccezionali), 1.0.1000 (disposizioni in materia di riscossione), 1.0.204. All'articolo 2 è stato approvato l'emendamento della Commissione 2.7, all'articolo 3 sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 3.900, 3.5 (testo 2), 3.0.300 (testo 2), relativo alla proroga di atti amministrativi in scadenza. Approvati infine gli emendamenti della Commissione 4.0.100 (istruttoria AGICOM su posizioni dominanti nelle comunicazioni) e 5.0.6. Hanno svolto dichiarazioni di voto favorevole i sen. di maggioranza Grimani (IV-PSI), Loredana De Petris (Misto-LeU), Collina (PD) e Maria Laura Mantovani (M5S). Nell'annunciare voto contrario, il sen. Calandrini (FdI) ha accusato il Governo di non aver utilizzato i poteri straordinari dell'emergenza per potenziare il Servizio sanitario nazionale; il sen. Vitali (FI), pur ribadendo che la gestione della pandemia è stata superficiale e approssimativa, ha dato atto al Governo di aver accolto in questa occasione proposte dell'opposizione, ha precisato che dietro l'emendamento relativo ad AGICOM non c'è un accordo politico e che la legge di bilancio costituirà il banco di prova di un rapporto diverso fra maggioranza e opposizione; il sen. Centinaio (L-SP) ha denunciato la confusione generata dalla successione di decreti e ha ribadito che la collaborazione con la minoranza non può consistere in una telefonata del Presidente del Consiglio prima della conferenza stampa.

(La seduta è terminata alle ore 20:17 )



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