Giovedì 1 Ottobre 2015 - 514ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:39)

L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1429-B, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della Costituzione, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.

E' stato approvato l'articolo, con l'emendamento 1.203 del sen. Cociancich (PD), che attribuisce nuovamente al Senato funzioni proprie che, nel passaggio alla Camera, sono state assegnate alla competenza concorrente delle due Camere. Esso prevede che il Senato esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l'Unione europea. Valuta le politiche pubbliche e l'attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l'impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori. Concorre ad esprimere pareri su nomine di competenza del Governo e a verificare l'attuazione delle leggi dello Stato.

Nella seduta di ieri è iniziata la votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1, per la parte riguardante le funzioni del Senato. Il Ministro Boschi aveva espresso parere favorevole solo sugli emendamenti, sostanzialmente identici, 1.203 del sen. Cociancich e 1.205 della sen. Finocchiaro (PD), sottoscritto dai Capigruppo di maggioranza.

In apertura di seduta il sen. Calderoli (LN) ha chiesto al Presidente del Senato di convocare la Giunta del Regolamento per approfondire le valutazioni di ammissibilità, richiamando il parere dei costituzionalisti ascoltati in Commissione i quali hanno evidenziato la possibilità di emendare anche i commi non modificati dalla Camera. Il sen. Endrizzi (M5S) si è associato alla richiesta, evidenziando la necessità di correggere le norme contraddittorie sulla composizione del Senato e sull'elezione della Corte costituzionale. Ha ricordato infine che la maggioranza si oppone alla convocazione della Giunta perché non è sicura dei suoi numeri. La sen. De Petris (SEL) ha condiviso la richiesta, rilevando che, per ragioni di sistematicità, non è possibile modificare soltanto il quinto capoverso dell'articolo 2. La sen. Bonfrisco (CR) ha ricordato che gli effetti di preclusione impediscono di discutere emendamenti significativi presentati in Commissione, come quelli che prevedono un tetto alla pressione fiscale. Il sen. Maria Mauro (GAL) ha evidenziato l'opportunità di seguire un diverso ordine di votazione sull'articolo 1. Il sen. Caliendo (FI-PdL), in particolare, ha chiesto di trasformare un suo emendamento all'articolo 1 in un subemendamento all'1.203. Il sen. D'Alì (FI-PdL) ha suggerito di accantonare gli emendamenti riferiti ai primi due articoli.

Il Presidente Grasso ha proposto, per motivi di ordine dei lavori, di affrontare la questione dell'ammissibilità degli emendamenti all'articolo 2 dopo la votazione degli emendamenti all'articolo 1.

In relazione a quanto accaduto nella seduta di ieri, e alle notizie di stampa secondo cui il sen. Cociancich (PD) non era a conoscenza della manovra del canguro realizzata attraverso il suo emendamento, il sen. Calderoli (LN) ha chiesto alla Presidenza di verificare se l'emendamento 1.203 sia stato realmente firmato dal sen. Cociancich e presentato nei termini fissati. Secondo il sen. Romani (FI-PdL) è assurdo che l'articolo 55 della Costituzione sia riscritto con un emendamento che non è stato discusso. Il Presidente Grasso ha spiegato che secondo la prassi, l'emendamento è considerato valido se il presentatore non disconosce la firma. Il sen. Centinaio (LN) si è dichiarato insoddisfatto della risposta: la Presidenza non ha fornito la copia firmata dell'emendamento. Secondo il sen. Gasparri (FI-PdL) l'autore dell'emendamento è l'attuale Segretario generale alla Presidenza del Consiglio.

Su richiesta di M5S e SEL, il Presidente ha chiarito che l'approvazione dell'emendamento 1.203 preclude tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1.

Nelle dichiarazioni di voto sull'emendamento 1.203, il sen. Mineo (PD) ha annunciato la sua contrarietà ad una proposta che, violando i patti in Commissione e in Aula, restringe le funzioni del Senato. Anche il sen. Campanella (Misto) ha annunciato voto contrario. Nell'annunciare voto contrario, il sen. Volpi (LN) ha rilevato che la maggioranza ha fatto finta di aprire il dialogo, per poi disattendere gli appelli del Presidente della Repubblica ad allargare il confronto per varare una riforma condivisa. Il sen. Centinaio (LN) ha annunciato che non parteciperà alla votazione, per non essere complice delle forzature, delle minacce, della compravendita di voti che segnano il varo del ddl costituzionale. Secondo il sen. Di Maggio (CR) le continue forzature impediscono alle opposizioni di svolgere il loro ruolo: le minoranze dovrebbero abbandonare i lavori. Il sen. Tremonti (GAL), favorevole alla revisione delle competenze verticali tra Stato e Regioni, è invece contrario ad una riforma del bicameralismo che determina sovrapposizioni. Ha rilevato infine che in tempi eccezionali, di crisi finanziaria e crisi geopolitica, i Governi dovrebbero avere una forza politica reale, non un potere garantito dal premio di maggioranza. Il sen. Endrizzi (M5S), che avrebbe votato a favore dell'emendamento 1.205, a prima firma della sen. Finocchiaro, per motivi di metodo ha annunciato l'astensione sull'emendamento 1.203. Il sen. Cervellini (SEL) ha invece annunciato voto contrario ad una riforma costituzionale extraparlamentare, varata da una minoranza che ha i numeri solo in virtù di una legge elettorale dichiarata incostituzionale. Pur essendo favorevole all'attribuzione al Senato di pareri vincolanti sulle nomine di dirigenti statali e della Authority, il sen. Buemi (Aut) ha annunciato voto favorevole all'emendamento 1.203. Ha dichiarato voto favorevole anche il sen. Barani (AL). Secondo la sen. Finocchiaro (PD) l'emendamento 1.203, identico all'1.205, risponde all'esigenza condivisa da tutti i Gruppi in Commissione di restituire al Senato autorevolezza, ripristinando le funzioni amputate alla Camera. Il nuovo Senato della Repubblica avrà funzioni esclusive e innovative, come la valutazione di impatto delle politiche pubbliche e delle politiche europee.

Dopo l'approvazione dell'emendamento 1.203, il sen. Crimi (M5S), ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento, ha presentato un emendamento, correlato all'1.203, il quale prevede che al Senato sia attribuita funzione legislativa concorrente nelle materie relative agli articoli 29 e 32 della Costituzione; ne ha chiesto quindi la votazione a scrutinio segreto. Il Presidente Grasso ha considerato l'emendamento precluso; ha ricordato poi di avere riaperto i termini per i subemendamenti all'articolo 2 ma non all'articolo 1. Il sen. Di Maggio (CR) ha chiesto di deferire la questione alla Giunta per il Regolamento. Il sen. Falanga (AL), approvando la decisione presidenziale, ha ricordato che un emendamento analogo a quello del sen. Crimi è stato respinto ieri dall'Aula. La sen. Bonfrisco (CR) ha riconosciuto che l'articolo 100 del Regolamento è disapplicato da tempo, ma ha chiesto al Presidente, anche in considerazione delle forzature fin qui registrate, di ammettere la presentazione dell'emendamento e la votazione segreta. Il sen. Volpi (LN) ha aspramente criticato la decisione presidenziale.

Nelle dichiarazioni di voto contrarie all'articolo 1, il sen. D'Alì (FI-PdL) ha ricordato che l'emendamento 1.203 non ripristina la funzione esclusiva del Senato sulle politiche europee e rappresenta un passo indietro rispetto all'ampio accordo raggiunto in prima lettura. Il sen. De Cristofaro (SEL) ha rilevato che il bicameralismo perfetto non è superato attribuendo al Senato funzioni di garanzia e controllo, ma prevedendo una Camera secondaria che entrerà in conflitto con le Regioni. La riforma Renzi-Verdini non rende un buon servizio al Paese ed è sostenuta da ragioni demagogiche e propagandistiche. Il sen. Bruni (CR) ha evidenziato che nessuna richiesta delle opposizioni ha trovato accoglimento; il Gruppo avrebbe voluto introdurre un limite alla pressione fiscale e un riferimento alla perequazione infrastrutturale. Il sen. Crimi (M5S) ha negato che la riforma comporti risparmi cospicui e ha ricordato la proposta del Gruppo di dimezzare il numero dei senatori e dei deputati e di ridurre tutte le indennità. Il reale obiettivo della riforma Renzi, peggiore di quella di Berlusconi, è eliminare la Camera più riottosa alla dittatura della maggioranza. Secondo il sen. Candiani (LN) l'imbarazzo del sen. Cociancich rispetto ad un emendamento di cui non è l'autore, le pressioni del Governo sulla Presidenza, il trasformismo e la costituzione di Gruppi parlamentari ad hoc a sostegno dell'Esecutivo, sono l'emblema dell'infimo valore della riforma.

Dopo la sospensione dalle 14 alle 19, il Presidente Grasso ha integrato le valutazioni comunicate ieri, dichiarando inammissibili per mancata chiarezza della portata normativa, salvo riformulazione, ulteriori emendamenti all'articolo 2, che prevedono l'elezione diretta dei senatori con un riferimento ai rappresentanti delle minoranze linguistiche. Ha inoltre comunicato gli emendamenti sui quali è parzialmente ammesso, in base al criterio della prevalenza, il voto segreto.

Le opposizioni hanno criticato la decisione presidenziale che, in contraddizione con le deliberazioni assunte un anno fa in prima lettura, sembra volta ad evitare voti segreti, temuti dalla maggioranza. Il sen. Zeller (Aut) ha invitato le opposizioni a non utilizzare strumentalmente la tutela delle minoranze linguistiche. Il Capogruppo di Forza Italia ha osservato che, non essendo stato seguito il percorso del confronto politico, indicato dalla Presidente della Commissione affari costituzionali, si è imboccata la strada di un'interpretazione regolamentare discutibile, che sta creando precedenti pericolosi. A fronte della richiesta del sen. Romani (FI-PdL) di votare almeno un emendamento con voto segreto per verificare la solidità della maggioranza, il Presidente Grasso ha chiarito che l'emendamento 2.204/1 sarà sottoposto a voto segreto. Il sen. Candiani (LN), dopo aver rilevato che l'accordo interno al PD non garantisce l'elezione diretta dei senatori, ha riformulato l'emendamento 2.991. Il Presidente ha anticipato che la riformulazione consente la votazione dell'emendamento. Secondo il sen. Chiti (PD) il voto segreto non può essere utilizzato come strumento per testare la tenuta della maggioranza e le opposizioni hanno sbagliato a non indicare un numero limitato di emendamenti su cui concentrare la discussione di merito, scegliendo la strada dello scontro sulle procedure. Il sen. Chiti ha difeso, infine, la mediazione raggiunta con l'emendamento di maggioranza 2.204 che, seppure attraverso una formulazione tortuosa, conseguenza dell'inemendabilità degli altri capoversi dell'articolo 2, afferma che i senatori sono eletti dai cittadini.

(La seduta è terminata alle ore 21:17 )



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