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Martedì 13 Dicembre 2022 - 17ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:35)

A conclusione del dibattito sulle comunicazioni del Ministro della difesa sulla proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell'Ucraina, l'Assemblea ha approvato le proposte di risoluzione n. 5, sottoscritta dai Gruppi di maggioranza, n. 2 (testo 2) a prima firma della sen. Paita (A-IV) e n. 3 a prima firma della sen. Malpezzi (PD) (v. allegato A del resoconto stenografico)

Il Ministro della difesa Crosetto, nel rendere comunicazioni ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185, ha ricordato il precedente della guerra in Jugoslavia e l'impegno assunto da tutti i Paesi della Nato di destinare il due per cento del Pil alla spesa militare. Ha quindi sottolineato che in questi due mesi il Governo si è limitato a dare attuazione ai cinque decreti adottati dall'Esecutivo Draghi, onorando gli impegni assunti dallo Stato. Dare assistenza a un paese aggredito in violazione delle norme internazionali - ha detto il Ministro - è stata una decisione collettiva condivisa dell'Alleanza Atlantica e dell'Unione europea: una posizione defilata e attendista, oltre a minare la sicurezza europea e a non risparmiare al Paese le pesanti conseguenze economiche del conflitto, sarebbe stata ingiusta. La difesa dell'Ucraina è infatti condizione per arrivare a un tavolo dove non sia la Russia a dettare le condizioni di pace. Il Ministro ha quindi riassunto l'andamento delle operazioni militari, sottolineando che da luglio è iniziata la controffensiva dell'Ucraina che ha portato alla riconquista dei territori occupati. La Russia, che ha ricevuto droni e missili dall'Iran, punta al consolidamento del Donbass e alla guerra di logoramento, e non rinuncia al progetto di ricostruire una zona di influenza sui paesi limitrofi. A livello mondiale il mancato appoggio di Cina e India all'ultimo G20 rende più difficile la posizione di Putin. La guerra non può essere vinta: nessuna delle due parti in conflitto può colpire le linee di approvvigionamento dell'altra, la Russia non vuole la guerra con la Nato, la Nato non vuole colpire il territorio russo. Occorre dunque costruire le condizioni per una strategia di uscita. Il lavoro diplomatico non è mai venuto meno: il tavolo tecnico è sempre aperto ma nessuna delle due parti al momento vuole il cessate fuoco; il Ministro si augura che l'Unione europea, nonostante le sanzioni, possa svolgere un ruolo di mediazione. I decreti del Governo Draghi sono stati segretati, sul loro contenuto il precedente Esecutivo ha riferito al Comitato parlamentare per la sicurezza dello Stato: qualora sulla base dell'indirizzo parlamentare il Governo in carica varerà il sesto pacchetto di aiuti, si seguirà la stessa procedura. Il Ministro non ha escluso la possibilità che, nel lungo periodo, gli aiuti potrebbero incidere sulle potenzialità di difesa militare del paese e ha concluso con una riflessione sulla necessità di ridisegnare l'architettura della sicurezza internazionale: le Nazioni Unite sono ormai ostaggio di veti incrociati che le impediscono di svolgere la funzione di prevenzione dei conflitti.

Alla discussione generale hanno partecipato i sen. Stefania Pucciarelli, Dreosto (LSP), Giovanna Petrenga (Cd'I), Scalfarotto (A-IV), Paroli (FI-BP), Delrio (PD), Ester Mieli (FdI). I sen. di maggioranza hanno ringraziato il Ministro per le comunicazioni dettagliate, hanno sottolineato che il Governo è affidabile e prosegue la tradizionale politica estera dell'Italia, hanno argomentato che il supporto a Kiev è legato al lavoro diplomatico per la pace. Il sen. Delrio (PD) ha condiviso le riflessioni del Ministro, ha posto l'accento sulle sofferenze della popolazione civile ucraina e ha invocato un nuovo accordo di Helsinki che garantisca anche la sicurezza della Russia. Secondo il sen. Marton (M5S), invece, l'Italia dovrebbe fornire aiuti umanitari all'Ucraina, non mezzi militari: la strategia di mettere la Russia nell'angolo può spingerla all'opzione nucleare.

In replica il Ministro della difesa ha ribadito che l'obiettivo del Governo è far cessare la guerra. Ha espresso preoccupazione per le tensioni tra serbi e kosovari, ha ricordato l'approccio italiano alle missioni internazionali, ha richiamato lo spirito di Pratica di Mare auspicando che sia l'Europa a farsene interprete. Ha sottolineato che il conflitto in Ucraina ha sollevato in Europa il problema di riorganizzare il sistema di difesa, che non contemplava più la possibilità di un'invasione del territorio; ha ricordato che il Governo tedesco a guida socialista ha stanziato cento miliardi per investimenti militari. Infine, ha espresso parere favorevole sulla risoluzione di maggioranza n. 5 e sulle proposte n. 2 a prima firma della sen. Paita (A-IV) e n. 3 a prima firma della sen. Malpezzi (PD); ha invece espresso parere contrario sulle proposte n. 1 del sen. De Cristofaro (Misto- VS) e n. 4 della sen. Floridia (M5S).

Hanno svolto dichiarazione di voto favorevole alla proroga che autorizza la cessione di mezzi militari, i sen. De Poli (Cd'I), Spagnolli (Aut), Raffaella Paita (I-IV), Gasparri (FI-BP), Borghi (PD), Speranzon (FdI). Il sen. Romeo (LSP), nel dichiarare voto favorevole, ha sottolineato due punti della risoluzione: l'impegno a intensificare i canali diplomatici e a coinvolgere le Camere. Per arrivare a una tregua occorre maggiore realismo politico: va dunque salutato positivamente il passaggio da un atlantismo acritico ad un atlantismo equilibrato e ragionato, più rispondente alla tradizione politica italiana. Hanno dichiarato voto contrario alla proroga il sen. De Cristofaro (Misto-AVS) - un reale processo di mediazione non è mai iniziato, la corsa agli armamenti non è la via per uscire dal conflitto, la tesi del sostegno militare all'Ucraina per giungere la tavolo di pace ha dimostrato di non funzionare e non spiega quando l'equilibrio militare rende possibile l'intervento diplomatico - e la sen. Maiorino (M5S), la quale ha ricordato che sull'invio di mezzi in Ucraina non si vota dal mese di marzo dello scorso anno; ha posto l'accento sul ruolo svolto nell'industria militare dal Ministro della difesa, ha annunciato battaglia sulla proposta di escludere la spesa militare dal calcolo del deficit.

L'Assemblea ha approvato con modiche il ddl (274), conversione in legge del decreto-legge 31 ottobre 2022, n. 162, recante misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, di obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali. Il testo passa alla Camera.

Gli articoli da 1 a 4 del decreto-legge - riprendendo un testo che è stato approvato la scorsa legislatura dalla Camera in prima lettura - intervengono sul tema dell'accesso ai benefici penitenziari e alla liberazione condizionale da parte di detenuti condannati per specifici reati, particolarmente gravi, e ritenuti tali da precludere l'accesso ai benefici stessi in assenza di collaborazione con la giustizia (c.d. reati ostativi, di cui all'articolo 4-bis della legge n. 354 del 1975, la legge sull'ordinamento penitenziario). Il tema è stato oggetto di intervento da parte della Corte costituzionale che ha indirizzato al legislatore un monito a provvedere. L'articolo 2 interviene sul decreto-legge n. 152 del 1991 (Provvedimenti urgenti in tema di lotta alla criminalità organizzata e di trasparenza e buon andamento dell'attività amministrativa) per estendere al regime della liberazione condizionale la disciplina restrittiva per l'accesso ai benefici penitenziari. L'articolo 3 prevede una disciplina transitoria da applicare ai condannati non collaboranti per reati "ostativi" commessi anteriormente all'entrata in vigore della riforma, con riguardo alle specifiche disposizioni che rendono più gravoso il regime di accesso ai benefici penitenziari e alla liberazione condizionale. L'articolo 4 estende la platea dei soggetti nei confronti dei quali la Guardia di finanza ha la facoltà di procedere ad indagini fiscali e patrimoniali, ricomprendendovi tutti i detenuti ai quali sia stato applicato il regime carcerario previsto dall'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario. L'articolo 5 è stato riformulato per rendere più specifica la nuova fattispecie incriminatrice: al fine di perseguire raduni illegali e pericolosi si introduce nel codice penale, tra i delitti contro il patrimonio, il reato di invasione di terreni o edifici, pubblici o privati, e si punisce chiunque promuova un'invasione arbitraria quando ne derivi un concreto pericolo per la sicurezza e la sanità pubblica. L'articolo 6 differisce dal 1° novembre al 30 dicembre 2022 l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 150 del 2022 (la cosiddetta "riforma Cartabia"). L'articolo 7 stabilisce che le norme transitorie sull'obbligo di vaccinazione contro il COVID-19 per i lavoratori che operano nei settori sanitario, sociosanitario e socioassistenziale non trovano più applicazione dal 2 novembre 2022 (l'inadempimento dell'obbligo di vaccinazione ha determinato la sospensione dall'esercizio della professione, il divieto di svolgimento dell'attività lavorativa e l'irrogazione di una sanzione pecuniaria pari a cento euro).

Nella seduta di ieri, respinta la pregiudiziale di costituzionalità, si è svolta la discussione generale e sono stati approvati gli emendamenti del relatore (v. comunicato della seduta n. 16). Oggi hanno svolto dichiarazione di voto favorevole i sen. De Poli (Cd'I), Zanettin (FI-BP), Erika Stefani (LSP) e Balboni (FdI), i quali hanno sottolineato la mancanza nell'ordinamento di una norma atta a perseguire chi organizza raduni musicali illegali in cui si fa uso di sostanze stupefacenti e il lavoro svolto dal Parlamento che ha riformulato l'articolo 5, al fine di circoscrivere meglio la cosiddetta norma anti-rave che non può riguardare riunioni politiche e sindacali. La riforma del carcere ostativo, richiesta dalla Corte costituzionale che ha giudicato pertinente il decreto-legge, detta le condizioni per accedere ai benefici penitenziari e ristabilisce un doppio binario, distinguendo i reati gravissimi (mafia e terrorismo) dagli altri delitti.

Hanno dichiarato voto contrario il sen. De Cristofaro (Misto-AVS), Scalfarotto (A-IV), Scarpinato (M5S) e Anna Rossomando (PD). Le opposizioni hanno criticato l'introduzione all'articolo 5 di un nuovo reato (invasione di terreni o edifici pericolosa per la sicurezza pubblica), che è sanzionato con una pena sproporzionata (da tre a sei anni di reclusione) e appare in contrasto con il diritto costituzionale di riunione. La riforma del carcere ostativo (articoli 1-4) è punitiva, va nella direzione opposta a quella suggerita dalla Corte costituzionale in materia di ergastolo ed è in contrasto con il principio costituzionale della finalità rieducativa della pena. L'articolo 7 che reintegra il personale sanitario non vaccinato premia una minoranza che non ha rispettato le regole. Il rinvio dell'intera riforma Cartabia non appare giustificato dalla necessità di riorganizzare gli uffici. M5S ha criticato in particolare la riforma del carcere ostativo, che disincentiva la collaborazione con la giustizia, e l'esclusione dal regime ostativo dei reati contro la pubblica amministrazione.

L'Assemblea ha approvato in prima deliberazione il ddl costituzionale (13), Modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva. Il testo passa alla Camera. Il ddl integra l'articolo 33, prevedendo che la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme. Tutti i Gruppi hanno dichiarato voto favorevole ad eccezione del Gruppo Misto AVS che si è astenuto non condividendo la logica dei microinterventi sulla prima parte della Costituzione.

Nel corso della seduta il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ha consegnato il testo delle comunicazioni, rese alla Camera, in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre 2022. Il testo delle comunicazioni sarà discusso domani.

(La seduta è terminata alle ore 17:03 )

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