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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 65 (Nuova Serie), ottobre 2021

Biblioteche parlamentari nel mondo

Il Report IFLAPARL sulla risposta delle biblioteche parlamentari alla pandemia

Nell'ambito dell'IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions), la Sezione IFLAPARL (Library and Research Services for Parliaments) lavora fin dagli anni Settanta per favorire l'efficacia delle biblioteche e dei servizi parlamentari di documentazione e ricerca. Lo scorso 30 settembre, nell'ambito dell'attività della Sezione, è stato presentato un rapporto sulla risposta alla pandemia di biblioteche e centri di documentazione parlamentari, basato su un sondaggio erogato nel corso dell'estate e a sua volta concepito come follow-up di una precedente rilevazione somministrata nel 2020, il cui final report era stato pubblicato un anno fa.

Come già nel 2020, anche di questo rapporto, dal titolo 2021 survey on library & research services of parliaments response in the COVID-19 pandemic, è estensore Iain Watt, chair della Sezione nel triennio 2019-2021, che a partire dalle esperienze rilevate nelle oltre 50 risposte ricevute da tutto il mondo ha enucleato alcune novità, portate nelle biblioteche parlamentari dalla pandemia e determinate in parte dalle diverse modalità di reazione all'evento contingente, ma che potrebbero incidere anche sul futuro.

Premessa necessaria è che l'assetto delle biblioteche parlamentari nel mondo presenta notevoli differenze in ragione del contesto istituzionale, della geopolitica, o della storia delle varie camere: parlamenti monocamerali o bicamerali, di lunghissima o recente tradizione, paesi a bicameralismo perfetto o viceversa con ruoli differenti tra i due rami, organi legislativi con stili di comunicazione più tradizionale oppure tendenti all'innovazione e aperti alle reti social, potranno avere approcci diversi anche rispetto alle 'strutture di documentazione'; esse saranno di volta in volta più o meno grandi e sviluppate, più o meno antiche, più o meno integrate tra biblioteche in senso tradizionale e centri di documentazione e ricerca, talvolta nettamente distinti e dipendenti da aree diverse dell'amministrazione parlamentare, talvolta invece riuniti in una struttura unica o operanti in sinergia.

Dal punto di vista dell'apertura al pubblico delle biblioteche parlamentari, le politiche nazionali sono molto varie: non tutti i parlamenti hanno seguito la strada dell'apertura, mantenendo le proprie strutture di documentazione al servizio degli organi legislativi; altre invece (come le biblioteche parlamentari italiane, sia pure in tempi diversi) hanno trovato modo di abbinare la prioritaria missione di supporto e approfondimento documentale, per il buon funzionamento delle attività dell'istituzione, con politiche di servizio a fasce più estese di cittadinanza.

Data una tale varietà di posizioni, non ci si sorprende se altrettanto vario risulta l'atteggiamento delle biblioteche: la loro percezione degli effetti della pandemia sull'attività lavorativa, come pure la valutazione delle sfide comuni, è inevitabilmente condizionata dalle circostanze in cui si trovano ad operare, dalla qualità del dialogo con la controparte politica delle rispettive amministrazioni, dalla maggiore o minore disponibilità di risorse, dai meccanismi di reclutamento del personale, dai contesti sociali e dal livello di evoluzione tecnologica del Paese di riferimento. Per questi motivi il Report IFLAPARL del 2021 registra tendenze conservatrici ma anche spinte rivoluzionarie, passando per le molte sfumature degli atteggiamenti pronti a cogliere gli stimoli all'innovazione portati da alcune conseguenze positive sull'impatto dei servizi.

Dal report emerge in particolare l'imporsi di un modello ibrido di organizzazione del servizio, adottato dalla grande maggioranza delle biblioteche che hanno partecipato all'indagine, e che per molte di esse potrebbe diventare permanente, generando comunque un approccio diverso ai servizi nelle sedi bibliotecarie. In qualche caso la possibilità per una parte dei bibliotecari di lavorare a distanza, mentre il pubblico di riferimento - nella fattispecie, i parlamentari - poteva essere presente in sede, ha generato nuove asimmetrie nei modelli di gestione, creando maggiori aspettative sulla fruizione di servizi da remoto e sulla loro estensione nel tempo, con i rischi dell''iperconnessione' da un lato e le opportunità dello smart working dall'altro.

Nuove questioni sono emerse, tra cui l'attenzione alla cooperazione interparlamentare e l'interesse al benessere organizzativo, anche negli aspetti psicologici connessi all'attività lavorativa; alcuni elementi di contesto sono diventati più rilevanti, come una nuova consapevolezza del digital divide (che è stato ulteriormente aggravato dalla pandemia, quando la modalità di fruizione digitale si è rivelata l'unica possibile per molte attività) o delle difficoltà connesse al ricorso a lungo termine a risorse online, che nei periodi di lockdown sono state particolarmente rilevanti tra le fonti a disposizione, anche per i consumi culturali.

Al sondaggio ha partecipato anche la Biblioteca del Senato, evidenziando come nel periodo di lockdown sia stato possibile erogare e sviluppare servizi a distanza anche grazie alle numerose risorse digitali già disponibili, che si è cercato di comunicare riorganizzando i contenuti delle pagine informative online, generalmente ricevendo l'apprezzamento degli utenti istituzionali ed esterni. Nel periodo delle prime caute riaperture, la necessità di contingentare gli accessi si è risolta in un servizio più personalizzato di individuazione e messa a disposizione preliminare dei materiali bibliografici effettivamente utili alle ricerche degli studiosi, consentendo di conoscere meglio abitudini o desideri degli utenti e favorendo maggiore focalizzazione e ottimizzazione dei loro tempi di permanenza in sede. Per tutto il periodo, l'esigenza di convertire alcune attività e di lavorare almeno in parte a distanza ha costituito un impulso a esplorare nuove forme di pensiero strategico che auspichiamo si concretizzino in servizi sempre più performanti e nello sviluppo di processi di digitalizzazione e promozione delle risorse della biblioteca.

I risultati del sondaggio sono stati discussi anche nella conferenza svoltasi tra il 6 e l'8 ottobre, "Parliamentary library & research services: Towards an agenda for the next decade", organizzata da IFLAPARL e IPU (Inter-Parliamentary Union), di cui è al momento disponibile online una concept note (ma si attendono le registrazioni degli interventi); il testo del rapporto è invece all'indirizzo https://www.ifla.org/files/assets/hq/topics/libraries-development/documents/ifla-parl-covid-survey-final-report-october-2020.pdf.

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