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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 70 (Nuova Serie), novembre 2022

Eventi

Temi d'interesse per le biblioteche degli organi costituzionali nella 87. Conferenza IFLA. Dublino, 26-29 luglio 2022

«Inspire, engage, enable, connect»: a questo slogan, o meglio a questa roadmap che esprime una strategia per il periodo 2019-2024, si è ispirata la 87. WLIC - World library international conference dell'International federation of library associations and institutions (IFLA), che ha avuto luogo a Dublino dal 26 al 29 luglio scorso. L'edizione di quest'anno ha avuto la particolarità di aver riportato la conferenza in presenza per la prima volta dal 2019, poiché l'emergenza pandemica, manifestatasi soprattutto dall'inizio del 2020, aveva interrotto la normale cadenza annuale dell'evento. La ripresa, se da un lato ha fatto registrare un'inevitabile flessione delle presenze, legata al persistere di prudenze o limitazioni agli spostamenti in alcune zone del mondo, è stata tuttavia caratterizzata dall'entusiasmo percepibile di poter tornare a incontrarsi con colleghi provenienti da ogni continente e da realtà professionali anche molto diverse, benché unite dalla comune missione dei bibliotecari: porsi come mediatori di informazione e facilitatori di conoscenza nei confronti delle comunità di riferimento, nella loro varietà e specificità.

Come in ogni edizione della Conferenza, il programma è stato ampio e vario, corredato da occasioni di incontro collettivo e da visite guidate a numerose biblioteche, ma soprattutto articolato in sessioni parallele, così da consentire a ciascun partecipante di scegliere quelle più rilevanti per i propri specifici interessi professionali, sia a livello tematico che in base all'impostazione stessa degli appuntamenti: si passa infatti da sessioni impostate frontalmente ad altre in cui un panel di relatori - più che presentare le proprie posizioni - lancia stimoli al pubblico in sala per raccoglierne esperienze e quesiti, fino alla formula del knowledge café, in cui alcuni facilitatori invitano piccoli gruppi di colleghi a confrontarsi su specifiche tematiche d'interesse.

Per quanto riguarda le biblioteche parlamentari, segnaliamo in particolare la sessione 117, Time to re-connect: introducing new services to answer recent challenges, curata dalla IFLA Section Library and research services for parliaments, nota anche come IFLAParl. Ne sono state protagoniste le biblioteche dell'Assemblea nazionale del Québec e dei parlamenti del Montenegro, della Repubblica di Corea e del Ghana, che hanno riferito esperienze diverse: la collaborazione tra bibliotecari di reference e research analysts, l'attività di promozione di una biblioteca di relativamente recente costituzione, l'evoluzione dei servizi di ricerca, l'utilizzo di tecnologie di geolocalizzazione come GIS/GPS per tracciare e collegare i progetti governativi sul territorio nazionale, con particolare riferimento al settore dell'educazione.

Tuttavia, anche altre sessioni hanno fornito spunti di lavoro interessanti per le biblioteche delle istituzioni e degli organi costituzionali. Ad esempio, nella sessione 70 (The evolving roles of libraries and knowledge management services in governments: a changing relationship), organizzata dalla sezione IFLA dedicata alle Government libraries, si è parlato del rapporto tra biblioteche ed evidence based decision making, attraverso il coinvolgimento di think tanks e l'utilizzo di report informativi; è stato evidenziato il ruolo delle transazioni di reference quali processi di apprendimento per supportare il policy making; si è discusso del rapporto tra bibliotecari e consulenti esterni e dei modi di integrare le rispettive competenze. Ne è emersa qualche raccomandazione pratica, come il ricorso a strumenti di feedback, l'uso di formalizzare in templates le acquisizioni di ciascun mandato (governativo come parlamentare) per non disperdere e anzi fare tesoro delle esperienze dei governi passati, il richiamo a conservare la neutralità, dando supporto informativo ai decisori nell'elaborazione delle politiche senza influenzarle.

La sessione dedicata al reference (Session 112, Envisioning post-pandemic reference & information services and support in a shifting world) ha evidenziato la presenza di modelli comuni tra biblioteche di ambiti geografici e istituzionali anche molto diversi, rilevando una diffusa tendenza a configurare il front office bibliotecario quale one-stop-shop, unico punto informativo e funzionale al quale l'utente può fare riferimento per qualsiasi esigenza, indipendentemente dall'organizzazione dei flussi di lavoro nel back office. Altri trend emergenti sono il reference virtuale tramite piattaforme per le teleconferenze (che soprattutto a seguito della pandemia hanno conosciuto un'espansione e notorietà senza precedenti), l'uso di strumenti collaborativi come Zotero per la redazione di repertori bibliografici, un ripensamento delle guide alle risorse bibliografiche che tenga conto del crescente impatto delle risorse informative e scientifiche ad accesso aperto.

Infine, si è rilevata la forte presenza, in più sessioni, di un tema trasversale a biblioteche di diversa tipologia: il copyright e le questioni ad esso collegate. Nonostante l'editoria - in particolare quella elettronica - vada sempre più nella direzione di un mercato indipendente dalle frontiere, e alcune linee di tendenza nelle politiche dei distributori siano trasversalmente diffuse (come la tendenza a includere nelle repositories più spesso articoli che intere monografie), tuttavia si riscontrano ancora difformità di trattamento nelle legislazioni nazionali e anche nelle pratiche editoriali, soprattutto per quanto riguarda la negoziazione dei diritti. Da questo punto di vista si è discusso di meccanismi che possano invogliare gli editori a pubblicare in open access per conseguirne una maggiore visibilità.

Di particolare interesse, in quest'ambito, la sessione 148 (Engaging with copyright in official publications of government and law libraries: collaborating for innovative solutions) dedicata al copyright in relazione alle pubblicazioni ufficiali, su cui non tutti i Paesi concordano: alcuni considerano in pubblico dominio la documentazione di fonte pubblica, in altri il Governo detiene il copyright (eventualmente incoraggiandone il riuso), in altri ancora ne affida la pubblicazione a editori non istituzionali, o la concede a privati nel caso in cui i loro prodotti commerciali diano un valore aggiunto rispetto alla mera edizione dei testi. Sul fronte della diffusione della documentazione pubblica possono giocare un ruolo anche le biblioteche, non solo nel caso in cui siano interessate dal deposito legale o ne facilitino la circolazione; un apporto specifico del mondo bibliotecario potrebbe consistere nel promuovere l'uso degli identificatori Digital Object Identifier (DOI) abbinati alla normativa, per favorirne l'identificazione e far sì che il riuso del contenuto porti sempre alla stessa fonte. È stata inoltre auspicata una maggiore diffusione di forme di collaborazione delle biblioteche, in particolare di quelle parlamentari, con i Government Printing Offices (GPO).

Concludiamo questa veloce rassegna, che rappresenta uno tra i molti possibili percorsi nella vastità del programma IFLA WLIC 2022, segnalando che in questo stesso numero di "MinervaWeb" abbiamo scelto di dare spazio ad altri due eventi d'interesse parlamentare: una presentazione delle Guidelines for parliamentary libraries - lanciate appunto in occasione della Conferenza - e la relazione della dott.ssa Paola Mandillo (Camera dei deputati) alla 37. pre-conferenza annuale della sezione IFLAParl, che si è svolta il 22 luglio presso il Royal College of Physicians of Ireland sul tema The parliamentary life of information: how library & research services provide value for parliaments, Members and citizens.

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