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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Venti anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato
n. 71 (Nuova Serie), febbraio 2023

Scaffale digitale

Il prestito digitale in Europa: il First european overview on e-lending in public libraries

Il prestito digitale è un servizio relativamente giovane. Negli ultimi quindici anni sono stati pubblicati diversi documenti e contributi di ricerca per tentare di inquadrare una realtà piuttosto sfuggente.

Anche la Biblioteca del Senato si è occupata, in passato, di e-lending e mondo digitale, dedicando a queste tematiche alcuni approfondimenti comparsi su "MinervaWeb" (vedi E-book: scenario attuale e prospettive future n. 3, n.s., 2011; Digital lending: il prestito di documenti elettronici in biblioteca n. 9, n.s., 2012; A monte del digital lending: il prestito librario sotto la lente del diritto d'autore e nel contesto elettronico n. 10, n.s., 2012) e organizzando un seminario dedicato al libro digitale (rinviamo all'articolo Il libro digitale. Sala Capitolare, 26 gennaio 2016 apparso in "MinervaWeb" n. 31, n.s., 2016) dal quale è scaturita una pubblicazione.

L'occasione per tornare sul tema è offerta questa volta dalla comparsa del First european overview on e-lending in public libraries (la traduzione parziale in lingua italiana è stata pubblicata recentemente su "AIB studi", 62 (2022), n. 3, pp. 667-677). Il report, realizzato dall'European bureau of library information and documentation associations (EBLIDA) - in particolare dalla sezione Expert group on information law (EBLIDA EGIL) - esamina lo stato di salute del prestito digitale nelle biblioteche pubbliche europee. EBLIDA è un'associazione indipendente di biblioteche, archivi e centri di informazione e documentazione europei, che da anni è protagonista solerte nel dibattito europeo sul copyright e sulla legislazione bibliotecaria ed è, al tempo stesso, un canale molto attivo di comunicazione con le istituzioni dell'Unione europea.

Come ha sottolineato Teresa Hackett, presidente di EBLIDA dal 2000 al 2003:

Circa l'80% della nostra legislazione nazionale deriva dall'Unione Europea. Ciò significa che quando una Direttiva europea raggiunge la vostra nazione, la maggior parte delle decisioni sono già state prese. Così è essenziale avere un peso nel processo che porta a tale decisione. Lì agisce EBLIDA. Il compito di EBLIDA è fare azione di lobby, sulla Commissione Europea, sul Parlamento Europeo, sul comitato delle regioni ed il Consiglio dei Ministri, per conto delle biblioteche e degli archivi europei.

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Prima di analizzare i contenuti del report, può essere utile fornire qualche elemento di contesto.

Risale al 2014 la definizione di prestito digitale proposta in ambito internazionale dall'International federation of library associations and institutions (IFLA): «Per eLending si intende la fornitura temporanea di un e-book da parte di una biblioteca verso un utente registrato, per essere fruito al di fuori dei locali della biblioteca o nella biblioteca stessa a seconda dei desideri dell'utente».

Come ha scritto Gino Roncaglia in una nota introduttiva comparsa nello speciale sull'e-lending di "Biblioteche oggi", 33 (2015), novembre, p. 5, la definizione dell'IFLA ruota attorno a due aspetti fondamentali: l'attenzione esclusiva per l'e-book e il concetto di fornitura temporanea.

Decade il primo aspetto nella definizione di e-lending di EBLIDA, permane il secondo: «Mettere a disposizione un oggetto digitale per l'uso per un periodo limitato di tempo senza che ci sia un beneficio economico diretto o indiretto».

Si può dire che se da una parte si è ormai consapevoli che il prestito digitale riguarda non soltanto gli e-book ma risorse diverse accomunate da uno stesso formato, siano esse e-book, audiobook, musica, contenuti video ecc., dall'altra si è altrettanto consapevoli che quello di fornitura temporanea è un passaggio definitorio fondamentale e dalle implicazioni rilevanti.

Fabio Mercanti, nel suo libro Prestito digitale pubblicato nel 2022 dall'Associazione italiana biblioteche (AIB), si sofferma proprio sul «peso della temporaneità del prestito digitale»: ciò lo distingue sia dalla messa a disposizione della risorsa di pubblico dominio, la quale è liberamente scaricabile, che dall'acquisto di un contenuto digitale, che dà accesso a una sorta di licenza d'uso permanente.

Il prestito digitale può avvenire attraverso varie forme di accesso temporaneo. Che si tratti di download su un dispositivo o di accesso temporaneo tramite streaming online, in entrambi i casi il contenuto resta disponibile all'utente per un periodo di tempo prestabilito, al termine del quale non è più accessibile. Questa temporaneità richiede, per funzionare, strumenti tecnologici e licenze costruiti su misura.

Va ricordato che l'acquisizione delle risorse digitali e il loro prestito all'utenza da parte delle biblioteche avvengono in base a accordi con i titolari dei diritti. Gli accordi possono essere stipulati direttamente dalle biblioteche con i fornitori oppure da soggetti terzi, pubblici o privati, che, nella loro veste di mediatori e/o aggregatori di contenuti, gestiscono le licenze e possono fornire anche l'architettura tecnologica e la piattaforma dedicate al servizio di e-lending.

Quello delle licenze e dei modelli di messa a disposizione è un contesto molto articolato. Il mondo delle biblioteche esprime da anni la necessità di un quadro giuridico appropriato affinché l'acquisizione e la fornitura delle risorse in prestito digitale non siano lasciate esclusivamente in mano al mercato. Gli editori, dal canto loro, introducono ulteriori difficoltà o limitazioni per aumentare la differenza tra la risorsa digitale che viene acquistata e quella che viene presa in prestito. La sfida è quindi individuare modi e mezzi affinché gli interessi di editori e autori non siano compromessi e le biblioteche possano realizzare la propria missione sociale e culturale.

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In ambito comunitario EBLIDA ha focalizzato l'attenzione sui fattori che ostacolano la politica di acquisizione delle biblioteche, come l'embargo o la rimozione dei titoli dai circuiti bibliotecari.

In materia di prestito digitale bibliotecario, la Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE), nel 2015, ha emesso una sentenza significativa. Il caso in questione (C-174/15) ha visto opporsi l'Associazione delle biblioteche pubbliche olandesi alla Stichting Leenrecht, fondazione incaricata di riscuotere la remunerazione dovuta agli autori relativa ai prestiti effettuati da biblioteche e altri istituti. In quell'occasione la CGUE ha equiparato il prestito bibliotecario di e-book al prestito di libri a stampa, purché gli e-book siano prestati secondo il modello one copy-one user (non appena un lettore restituisce un e-book, un altro lettore lo prende in prestito e così via; a questo modello si oppone il pay for loan, licenza che permette alla biblioteca di prestare gli e-book anche a più utenti in contemporanea a un costo fisso per prestito stabilito dall'editore). Il prestito di libri digitali dovrebbe rientrare, pertanto, nell'ambito della direttiva europea 2006/115/CE, concernente il diritto di noleggio, il diritto di prestito e taluni diritti connessi al diritto d'autore in materia di proprietà intellettuale.

La sentenza, per quanto abbia gettato un po' di luce sullo status legale del prestito digitale nell'UE, non può essere considerata un punto di arrivo: da una parte lo status a cui si è accennato è ancora scivoloso, dall'altro rimane da chiedersi se la soluzione adottata sia la più adeguata per risolvere le problematiche relative al prestito digitale.

Resta valido, ad ogni modo, l'approccio adottato, secondo il quale ogni riflessione - giuridica, ma non solo - sul prestito digitale dovrebbe basarsi da una parte sul principio del libero accesso all'informazione, il quale è essenziale per la funzione delle biblioteche, dall'altra sulle richieste dei titolari dei diritti. Questo equilibrio - lo stesso che si trova enunciato al punto nove del Nuovo Manifesto per le biblioteche digitali dell'AIB, laddove si legge che «le biblioteche digitali perseguono l'equità ed il giusto equilibrio fra gli interessi dei detentori dei diritti di proprietà intellettuale e gli interessi degli utenti ad un accesso pieno alle conoscenza» - è ciò che EBLIDA, nel report sul prestito digitale, definisce sustainable copyright.

Applicato al prestito digitale, il sustainable copyright consentirebbe di trovare un punto di incontro tra le esigenze convergenti di protezione del diritto d'autore, di sfruttamento economico dell'industria culturale e di sviluppo della digital literacy.

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Quello dell'e-lending, del resto, è un campo complesso e variegato: più che con un fenomeno unitario e ben definito abbiamo a che fare con quello che Gino Roncaglia, nella nota già citata, descrive come «una competizione quasi darwiniana fra una grande varietà di possibilità e di modelli». Un campo che per forza di cose è di enorme importanza per lo sviluppo futuro dei servizi bibliotecari e della missione stessa delle biblioteche.

Inserendosi con animo laborioso in un simile quadro, il First european overview on e-lending in public libraries vuole essere il primissimo tassello («an interim report», come recita il sottotitolo) di uno studio che, per produrre degli effetti, dovrà necessariamente proseguire e ampliarsi.

La panoramica, costruita per mezzo di un questionario trasmesso a una rete di esperti, si compone di un apparato introduttivo, di tre tabelle riassuntive e dei profili descrittivi dei paesi europei coinvolti. Questi ultimi sono nove, selezionati secondo differenti criteri: la presenza di un fiorente mercato di libri ed e-book (Germania, Francia, Spagna, Italia), o di un mercato limitato di libri combinato a un alto livello di digital literacy (Danimarca, Norvegia) o, ancora, di un mercato di e-book poco sviluppato (Romania, Grecia).

Delle tre tabelle, la prima raccoglie dati quantitativi sul prestito digitale, la seconda dati descrittivi relativi alle modalità della messa a disposizione del servizio nei vari paesi e la terza riporta i dati relativi al prestito - sia digitale che cartaceo - per abitanti e i livelli di digital literacy.

Abbondanti le informazioni raccolte, tuttavia non omogenee: basta guardare le tabelle riassuntive per rendersi conto che non tutti i paesi dispongono dei dati necessari, oppure ne dispongono parzialmente. Inoltre, si tratta di numeri che fotografano il biennio 2020-2021, pertanto condizionati dalla crisi pandemica e dal suo portato sul mercato del digitale.

Intanto, dal ristretto campione esaminato, sono emerse alcune plausibili classificazioni: ci sono paesi dove le risorse in prestito digitale sono aggregate e offerte da uno o più mediatori che negoziano con gli editori per conto delle biblioteche (Germania, Francia, Italia, Danimarca, Norvegia) e paesi dove le negoziazioni con gli editori sono condotte direttamente dalle biblioteche (Spagna e, in una certa misura, Francia); paesi dove i mediatori aggregano anche risorse e paesi dove le funzioni di aggregazione e mediazione sono svolte da attori diversi; paesi dove gli aggregatori sono controllati da enti governativi locali (Danimarca e, in parte, Norvegia), dagli editori (Francia e, in parte, Norvegia) o sono più o meno indipendenti (Germania e Italia).

Per quanto attiene al profilo italiano, i dati sul prestito digitale vengono raccolti da troppo poco tempo perché si possano costruire serie di dati storiche. Inoltre, le disparità tra le varie regioni possono produrre risultati che alterano la significatività delle statistiche sul prestito digitale (si noterà che nella tabella 1, alla voce spesa, figurano dati provenienti dalla sola Emilia-Romagna).

Le statistiche sono state fornite da MediaLibraryOnLine (MLOL), piattaforma di prestito digitale della Horizon Inc., e attore dal peso rilevante nel contesto italiano nella sua veste di negoziatore per conto delle biblioteche pubbliche e aggregatore. Non è un caso, del resto, che il profilo descrittivo che EBLIDA EGIL fornisce per l'Italia è frutto delle interviste rilasciate da Giulio Blasi, CEO Horizon, e Michele Corsello, bibliotecario a Parma e coordinatore MLOL per la Regione Emilia.

Come anche nel resto dell'Europa, non esiste in Italia un quadro giuridico nazionale per le operazioni di prestito digitale; queste sono regolate tramite accordi di diritto privato presi tra i sistemi bibliotecari e gli editori. Se biblioteche e detentori dei diritti sono i due poli, in mezzo troviamo tuttavia altri attori e altri accordi. Si consideri infatti che gli editori forniscono i contenuti tramite due distributori principali - Edigita e Mondadori - e MLOL, a sua volta, funziona da mediatore tra i distributori e le biblioteche pubbliche (ma non soltanto), applicando ai contenuti che gestisce due principali modelli di e-lending: one copy-one user (ma, più in generale, one copy-two users) o pay for loan.

È interessante notare che i dati italiani riguardano solo egli e-book, ignorando gli audiobook, fetta di mercato in crescita e il cui peso all'interno dell'e-lending lo si evince dalle statistiche danesi, norvegesi e tedesche.

È grazie all'approccio sistemico e comparativo del report che simili aspetti riescono a risaltare. Interessante è pure il caso del raffronto tra Danimarca e Norvegia. I due paesi hanno fattori socioeconomici - quali il PIL o il livello di digital literacy della popolazione - simili, eppure il prestito digitale funziona in modo diverso: la Danimarca è il paese con la situazione relativamente più florida a livello europeo, mentre in Norvegia il numero dei prestiti digitali è dieci volte inferiore al numero dei prestiti tradizionali. Allargare la comparazione - come EBLIDA si propone di fare - ad altri paesi, tra cui Finlandia e Svezia, potrebbe aiutare a trovare una spiegazione a questa e ad altre difformità e a comprendere le ragioni per cui un modello di prestito digitale ha più successo in un paese e meno in un altro.

La comparazione tra modalità e architetture del servizio di e-lending svela aspetti inediti; questi ultimi, più che fornire delle risposte, per il momento fanno sorgere nuove domande. La panoramica di EBLIDA EGIL è del resto ancora in lavorazione. Per giungere a conclusioni definitive e programmare azioni di advocacy delle biblioteche saranno necessarie ulteriori indagini, nella consapevolezza delle difficoltà che vengono dall'osservare un servizio ancora in fase di incubazione.

Scarica qui il First european overview on e-lending in public libraries in formato pdf

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