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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Venti anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato
n. 72 (Nuova Serie), maggio 2023

Eventi

"Biblioteca di storia del diritto". Presentazione della collana, Sala Atti parlamentari, 21 aprile 2023

Venerdì 21 aprile, in occasione dell'uscita del volume Lo statuto del Comune di Roma del 1469 emanato da papa Paolo II, a cura di Anna Modigliani e Sandro Notari, su iniziativa del Presidente della Commissione per la biblioteca e l'archivio storico del Senato, sen. Marcello Pera, si è svolta, presso la Sala degli Atti parlamentari di Palazzo della Minerva, la presentazione della collana editoriale "Biblioteca di storia del diritto".

Ideata nel 2019 (ma lanciata nel 2020, quando ormai la pandemia impediva eventi in presenza) con l'intento di ripubblicare in edizione digitale e ad accesso aperto le opere rare e fuori commercio di alcuni dei più importanti storici del diritto europeo medievale e moderno, la collana aveva già al suo attivo due testi che, nel solco dell'insegnamento di Francesco Calasso, restano ancora oggi fondamentali per gli studi storico giuridici italiani: La norma giuridica di Ennio Cortese (vol. 1 e 2) e Profili della famiglia italiana nell'età dei Comuni di Manlio Bellomo.

La stessa collana si arricchisce ora della sottoserie a stampa "Fonti", chiaramente dedicata fin dal titolo all'edizione di fonti del diritto manoscritte o a stampa, conservate nelle raccolte della Biblioteca del Senato, così «affiancando alle grandi opere della storiografia giuridica - si legge nel risvolto di copertina - le fonti storiche sulle quali si fondano». Questo volume dunque, terzo nella collana ma primo della sottoserie, propone in traduzione italiana (per incontrare un pubblico più vasto, pur con criteri ispirati a rigore scientifico) il testo degli Statuta urbis Romae approvati da papa Paolo II nel 1469, di cui la Biblioteca del Senato possiede un esemplare nell'edizione di Ulrich Han, [Roma, 1471?]. Si tratta - ha notato il presidente Pera nella Presentazione al volume - «del più antico esemplare a stampa della raccolta statutaria della Biblioteca del Senato, e probabilmente della prima stampa statutaria italiana in assoluto, e dunque ben si presta ad aprire la nuova collana […] dedicata alle fonti per la storia della civiltà giuridica italiana».

L'evento di presentazione del 21 aprile, giorno del Natale di Roma, collocandosi al termine di una lunga attesa, è stato per gli storici del diritto un'occasione d'incontro particolarmente apprezzata. Dopo i saluti istituzionali del responsabile della biblioteca, Francesco Pappalardo, i lavori, introdotti e moderati da Sandro Bulgarelli, sono stati aperti da Antonia Fiori, membro del Comitato scientifico della collana, di cui ha illustrato le finalità descrivendo il lavoro svolto finora. La professoressa Fiori ha concluso il suo intervento ricordando come la recente pandemia abbia reso evidente l'importanza dell'accessibilità dei contenuti scientifici online, e di come sia necessario rimuovere anche sul piano normativo gli ostacoli che ancora limitano la diffusione dell'open access.

I lavori sono proseguiti con la riflessione di Claudia Storti sugli indirizzi degli studi storico giuridici in Italia nel secondo dopoguerra, tra dottrina ed edizioni delle fonti. A partire dagli anni Cinquanta la ricerca percorre nuovi itinerari che portano alla definizione del sistema del diritto comune e allo studio delle istituzioni e della società medievale, con la rivalutazione di una fonte, quella statutaria, fino ad allora negletta. In particolare Storti ha ricordato il fondamentale contributo dato, in questo senso, da Giuseppe Ermini e Francesco Calasso. Grazie a loro si assiste al superamento delle concezioni dogmatiche e positivistiche del diritto fino ad allora dominanti e a una nuova maggiore considerazione degli storici del diritto nelle comunità dei giuristi e degli storici generali. Il diritto non è più inteso solo come dottrina pura, considerata vuota perché sganciata dalla concreta realtà umana, ma come interpretazione di norme giuridiche particolari. Viene così superata anche la centralità del diritto romano che aveva dominato, per ragioni propagandistiche, l'epoca fascista, e si indirizza la ricerca su tutte le fonti del diritto osservate con interesse quasi naturalistico nel loro processo creativo.

Mario Ascheri, presidente emerito della De Statutis Society, e deus ex machina del progetto di traduzione dello Statuto di Roma del 1469 e della successiva impresa editoriale, ne ha ricordato l'origine, risalente al 2010, e frutto della collaborazione e del lavoro di équipe di professionalità e competenze diverse. Riprendendo alcuni temi della riflessione di Claudia Storti, ha ricordato come gli statuti siano stati a lungo considerati normative marginali rispetto allo ius commune e alle legislazioni nazionali. Tuttavia, il mito del superamento della pluralità dei livelli normativi e del problema del loro coordinamento, attraverso la semplificazione e l'illusione codificatoria, durata due secoli, sono stati costretti a cedere alla realtà e alla pratica..

Anna Esposito ha inquadrato lo statuto quattrocentesco oggetto della pubblicazione nel contesto della storia cittadina di Roma, facendo riferimento agli studi di Mario Ascheri, Alessandro Dani, Anna Modigliani, Sandro Notari e Alessandro Pontecorvi, che, nel volume, precedono la traduzione. Ne ha inoltre evidenziato continuità e discontinuità rispetto agli statuti trecenteschi, frutto dell'esperienza del regime popolare e dell'autonomia del Comune di Roma, conclusa nel 1398, recentemente pubblicati da Roberto Mendoza e presentati nel giugno 2022 presso la Biblioteca del Senato.

Il pomeriggio si è concluso con i saluti e i ringraziamenti dei due curatori della pubblicazione, Anna Modigliani e Sandro Notari, e del traduttore Silvano Stanzione, che hanno ringraziato tutti i presenti, i numerosi collaboratori, la Biblioteca del Senato e l'associazione Roma nel Rinascimento, coeditori del volume.

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