Giovedì 29 Aprile 2004 - 594ª Seduta pubblica ()

(La seduta ha inizio alle ore 09:33)

In apertura di seduta, il presidente di turno Calderoli ha comunicato le decisioni assunte a maggioranza dalla Conferenza dei Capigruppo sul calendario dei lavori ed informato l'Assemblea che il Presidente del Consiglio ha assicurato la disponibilita a riferire al Senato sulla crisi irachena entro il mese di maggio, non appena si verificheranno le condizioni necessarie. Sono state respinte le ipotesi di organizzazione dei lavori alternative formulate dalle opposizioni, tendenti in particolare a rinviare alla prossima settimana l'approvazione della legge Gasparri per concludere l'esame dei decreti in scadenza, a fissare al piu presto un dibattito sulla politica internazionale e ad escludere il contingentamento dei tempi della discussione della delega in materia previdenziale, il cui voto finale e previsto per la seduta pomeridiana di martedi 11 maggio.

Il Senato ha quindi approvato la legge Gasparri (ddl n. 2175-B/bis). In un clima di forte contrapposizione (che ha condotto fino all'espulsione del sen Montino (DS), successivamente riammesso dal presidente Pera) sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni, che anche in questa seduta hanno posto in atto tecniche ostruzionistiche. E' stato invece approvato un ordine del giorno interpretativo del sen. Grillo (FI), con il quale si precisa che il limite anticoncentrazione del 20 % dei ricavi complessivi del sistema integrato delle comunicazioni si applica anche ai soggetti che, come la Fininvest, controllano societa operanti nel settore. Nelle dichiarazioni di voto, gli esponenti della maggioranza, i sen. Pedrazzini (Lega), Iervolino (UDC), Tofani (AN) e Grillo (FI), hanno difeso l'impianto della legge di sistema che, dopo le inadempienze e la gestione a fini politici dei problemi dell'informazione che hanno caratterizzato la storia passata, permettera di assecondare l'imponente sviluppo tecnologico del settore radiotelevisivo, ampliera l'offerta di canali con la diffusione delle trasmissioni mediante la tecnologia digitale terrestre e quindi consentira una nuova apertura al mercato, agli investimenti ed alla concorrenza, offrira maggiori garanzie di pluralismo dell'informazione e rafforzera la funzione pubblica della RAI. Fortemente critici sono stati invece i commenti delle opposizioni: i sen. Falomi (Lista Di Pietro-Occhetto), Pagliarulo (Com), Tommaso Sodano (Rifond), Fabris (AP-Udeur), Marini (SDI), Donati (Verdi), Zanda (Margh) e Paolo Brutti (DS) hanno sottolineato come la maggioranza, anziche discutere dei seri problemi interni ed internazionali che gravano sul Paese, abbia mobilitato ancora una volta il Parlamento per difendere gli interessi privati del Presidente del Consiglio, per approvare una legge, ritoccata in modo marginale e su aspetti di natura tecnica, che continua a contraddire le sentenze della Corte costituzionale e le indicazioni del Presidente della Repubblica e dell'Autorita garante in favore di un maggior rispetto della liberta, del pluralismo e dell'imparzialita dell'informazione ed accentua la dipendenza della RAI dal Governo; una legge che accresce la concentrazione ed il dominio degli attuali operatori nella raccolta pubblicitaria e ne consente l'ingresso nel settore radiofonico ed in quello della carta stampata.

Passati all'esame della delega sulla riforma delle pensioni (dl n. 2058 e connessi), il presidente Pera ha tolto la seduta a causa della ripetuta mancanza del numero legale sulla votazione della pregiudiziale di costituzionalita avanzata dal sen Ripamonti (Verdi).

(La seduta è terminata alle ore 15:08 )



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