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Lunedì 24 Luglio 2006 alle ore 15:11

23ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha preso atto delle dimissioni dei senatori Mancino e Cuffaro, che hanno optato per incarichi che ai sensi della Costituzione sono incompatibili con la carica di senatore; sono subentrati i senatori Palumbo e Pionati. Parole di apprezzamento per l'opera svolta dal senatore Mancino nella sua lunga attività parlamentare e l'equilibrio con cui ha ricoperto la carica di Presidente dell'Assemblea nella XIII legislatura, nonché parole di saluto e di augurio al senatore Cuffaro, hanno espresso i senatori D'Onofrio (UDC), Nania (AN), Schifani (FI), Finocchiaro (Ulivo), Russo Spena (RC), Andreotti (Misto), Castelli (Lega), De Petris (Verdi Com), De Gregorio (Idv) ed il ministro della giustizia Mastella.

Successivamente, l'Assemblea ha avviato la discussione del ddl n. 741, di conversione del decreto-legge n. 223, contenente norme per il rilancio economico e sociale e il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale, il cosiddetto decreto Bersani. Dopo che i senatori Storace (AN) e Pastore (FI) hanno criticato la mancata espressione del parere della Commissione affari costituzionali per le materie di sua competenza, il relatore Ripamonti (Verdi-Com) ha illustrato gli emendamenti approvati dalla Commissione bilancio al testo del decreto-legge, sottolineando l'importanza e l'accuratezza del lavoro svolto in sede referente e le finalità del provvedimento, che stimola la concorrenza e la trasparenza dei servizi, prevede misure strutturali per il controllo della finanza pubblica, consente la prosecuzione dei cantieri dell'ANAS e delle Ferrovie, finanzia il Fondo per le politiche sociali; adotta misure opportune in materia di IVA sulle ristrutturazioni edilizie, combatte l'evasione e l'elusione fiscale nel rispetto della privacy dei cittadini e degli operatori economici. Secondo il relatore di minoranza Polledri (Lega) le principali finalità del provvedimento sono l'inasprimento della tassazione ai danni delle categorie produttive, che in molti casi sono oggetto di una vera e propria criminalizzazione, e la realizzazione di un controllo sociale e fiscale; particolarmente negative per i bilanci familiari sono le misure che amplieranno la diffusione del gioco d'azzardo e delle scommesse.

Sono state respinte le questioni sospensive presentate dai senatori Storace (AN) e Malan (FI) e le pregiudiziali di costituzionalità avanzate dai senatori Pastore, Sacconi, Alberti Casellati, Vizzini, Vegas, Cantoni, Biondi (FI), D'Onofrio (UDC), Saporito, Baldassarri (AN), Stiffoni (Lega) e Stracquadanio (DC-Ind-MA) con riguardo alla violazione delle libertà personali dei cittadini e delle prerogative delle Regioni in materie a legislazione concorrente, nonché dei requisiti della decretazione d'urgenza e dell'obbligo di copertura, nonché alla violazione dei principi di legalità e di ragionevolezza, della legge di contabilità e dello statuto del contribuente. Contro le questioni pregiudiziali e sospensive è intervenuto a nome della maggioranza il senatore Villone (Ulivo).

L'Assemblea ha quindi iniziato la discussione generale, che proseguirà nella seduta antimeridiana di domani. Per l'opposizione sono intervenuti i senatori Butti e Valditara (AN), Azzollini, Giulio Marini, Bonfrisco, Carrara e Fazzone (FI), Eufemi e Ciccanti (UDC) e Santini (DC-Ind-MA) i quali hanno sottolineato come, nonostante le numerose modifiche cui la maggioranza è stata costretta in Commissione, il provvedimento, dietro ai pubblicizzati interventi di liberalizzazione a favore della concorrenza e dei consumatori che si stanno rivelando sempre più illusori, nasconda un intervento di natura fiscale la cui portata il Governo non è stato neppure in grado di valutare compiutamente. La manovra correttiva incide pesantemente su comparti rilevanti come quelli relativi alla pubblica sicurezza, alla protezione civile, alla scuola e all'università, ma non determina significativi aggiustamenti ai conti pubblici, smentendo così l'allarme alimentato dalla maggioranza sullo stato della finanza pubblica come ereditato dal centrodestra. Le norme proposte invadono la sfera di autonomia dei contribuenti e delle imprese e affievoliscono il ruolo delle libere professioni nella difesa dei diritti dei cittadini nei confronti dello Stato.

Per i senatori della maggioranza Morgando, Barbolini, Legnini, D'Amico, Pignedoli e Mongiello (Ulivo), Perrin e Pinzger (Aut), Albonetti, Capelli, Alfonzi, Di Lello Finuoli, Zuccherini e Allocca (RC) e Pecoraro Scanio (Verdi-Com), il provvedimento, con le migliorie approvate in Commissione, segna una netta discontinuità rispetto alle politiche del Governo Berlusconi, intervenendo con misure di carattere strutturale correttive dei conti pubblici e sostenendo lo sviluppo con iniziative specifiche e attraverso una maggiore efficienza dei mercati dei beni e dei servizi. La priorità data alla tutela del cittadino consumatore, l'equità insita nelle misure volte a reperire risorse attraverso una seria azione di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, l'apertura di nuovi spazi professionali ai giovani prefigurano una linea di politica economica centrata sul recupero di competitività del sistema economico che troverà espressione a partire dalla prossima finanziaria. Nonostante il giudizio positivo, qualche perplessità è stata espressa in tema di rispetto delle prerogative delle Regioni a statuto speciale, di aumento dei costi di accesso alla giustizia amministrativa e di norme relative all'avvocatura, nonché di riduzione delle risorse destinate ai Vigili del fuoco.

Il senatore Stiffoni (Lega) ha espresso giudizi molto duri nei confronti dell'ordinanza del tribunale della libertà di Bologna ha confermato la decisione del giudice delle indagini preliminari di rifiutare la custodia cautelare per diciotto presunti terroristi islamici, definendo combattenti persone che praticano azioni di terrorismo nazionale e internazionale.

Nel corso della seduta i senatori Matteoli e Valentino (AN) hanno richiesto che il Senato discuta della presa di posizione del ministro Di Pietro, fortemente critica rispetto alle posizioni assunte dalla propria maggioranza sulla questione dell'indulto.

Il senatore Scarpa Bonazza Buora (FI) ha chiesto che il Governo riferisca sull'interruzione delle trattative WTO.

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