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Mercoledì 26 Luglio 2006 alle ore 16:16

26ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

A conclusione della discussione del DPEF relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2007-2011, il Senato ha approvato la risoluzione n. 2, sottoscritta da tutte le componenti della maggioranza. La risoluzione impegna il Governo a contenere l'indebitamento netto al 2,8% nel 2007, con ulteriori progressive riduzioni che dovranno condurre al sostanziale azzeramento nel 2011, anno in cui l'avanzo primario dovrà arrivare al 4,9%; a fissare il saldo netto da finanziare a 29,5 miliardi di euro per il 2007, per giungere a 10,5 miliardi nel 2009; a portare il fabbisogno di cassa dal 2,2% del 2007 allo 0,8% del 2009; a mantenere il rapporto deficit-PIL al 107,5% nel 2007, con una progressiva riduzione fino al 99,7% del 2011. La risoluzione fissa poi una serie di altri obiettivi per quanto riguarda il Patto di stabilità interno, la finanza territoriale, la trasparenza dei conti pubblici, la semplificazione amministrativa, le riforme (del risparmio, delle procedure di gestione delle crisi d'impresa, del codice procedura civile, degli ammortizzatori sociali), la concorrenza, la riduzione del cuneo fiscale e del carico fiscale, la produttività, le risorse destinate all'istruzione e alla ricerca, la lotta alla criminalità organizzata e alla contraffazione dei prodotti, le politiche abitative, l'agricoltura sostenibile, l'internazionalizzazione delle imprese, l'ammodernamento infrastrutturale, il turismo, gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, il sostegno ai territori svantaggiati, i crediti d'imposta al Sud, la modifica della legge Bossi-Fini, la spesa sanitaria, l'associazionismo, le comunità italiane all'estero e la cooperazione internazionale.

Il vice ministro per l'economia e le finanze Visco ha respinto l'interpretazione del relatore di minoranza Baldassarri (AN) secondo cui il Governo intende incentrare il suo impegno sugli obiettivi di risanamento finanziario trascurando le esigenze di crescita del Paese: una seria e consapevole presa d'atto della inadeguatezza della politica economica europea alla sfida globale, del preoccupante stato dei conti pubblici italiani e delle cause profonde del declino del Paese rende evidente la necessità di coniugare in una organica visione programmatica stabilità finanziaria (da conseguire anche attraverso inevitabili modifiche strutturali della spesa), crescita economica, modernizzazione e concorrenzialità del sistema produttivo ed equità sociale.

A sostegno della risoluzione di maggioranza sono intervenuti i senatori Baio Dossi, Di Siena, Soliani, Villone, Turano, Paolo Brutti, Bodini, Banti, Procacci, Morando, Treu ed il relatore Morgando (Ulivo) Valpiana, Albonetti e Sodano (RC), Perrin e Negri (Aut), Tibaldi e De Petris (Verdi-Com), Cusumano (Pop-Udeur) che hanno affrontato i diversi temi in essa richiamati esprimendo apprezzamento per le indicazioni contenute nel DPEF. A sinistra, tuttavia, è stata manifestata preoccupazione per la prospettiva di tagli alla spesa sociale e per la non adeguata traduzione degli impegni assunti in campagna elettorale sul Mezzogiorno. E' stata altresì richiamata l'esigenza di un nuovo patto con le forze sociali alla luce della situazione dei conti pubblici riscontrata, peggiore di quella ipotizzata quando fu redatto programma dell'Unione.

Per l'opposizione, che ha sostenuto la risoluzione n. 1, i senatori Piccone, Grillo, Izzo, Stanca, Scarpa Bonazza Buora, Ferrara, Possa e Vegas (FI), Coronella, Bornacin, Saia e Baldassarri (AN), Santini, Saro e Pistorio (DC-Ind-MA), Mannino e Ciccanti (UDC), Fruscio e Paolo Franco (Lega) hanno giudicato i contenuti del DPEF minimali, da strategia di sopravvivenza. Si tratta tuttavia indicazioni preoccupanti poiché prefigurano una manovra di rilevante entità che non potrà non avere effetti negativi sulla ripresa economica di cui il Paese beneficia grazie alle scelte del Governo Berlusconi (rivalutate nello stesso DPEF), ma al contempo poco credibili a causa delle divergenze profonde presenti nella maggioranza e nello stesso Governo sulle linee di intervento per le misure di riduzione della spesa per pensioni, sanità, pubblico impiego ed enti locali. L'impossibilità del centrosinistra di individuare politiche condivise renderà inevitabile l'aumento della fiscale. Tra le carenze del Documento, sono state sottolineate la mancanza dell'allegato sulle infrastrutture e quindi di concrete indicazioni sulle priorità e i finanziamenti delle opere pubbliche, l'esiguità delle indicazioni per il comparto agricolo, agroalimentare e della pesca.

La risoluzione del centrodestra, preclusa dall'approvazione di quella della maggioranza, impegnava il Governo ad indirizzare le liberalizzazioni sui grandi servizi a rete; ridurre ulteriormente la pressione fiscale e contenere la spesa pubblica; sostenere il federalismo fiscale; applicare forme di fiscalità di vantaggio per il Sud; confermare la legislazione del Governo Berlusconi in tema di flessibilità del lavoro; evitare un'applicazione asimmetrica dell'apertura dei sistemi economici che pregiudichi le industrie nazionali a vantaggio dei monopoli di Stato stranieri; a sostenere la famiglia con idonee politiche sociali e fiscali.

Il Senato ha quindi eletto i senatori Maria Luisa Boccia, Cantoni, Dell'Utri, Formisano, Manzella, Pinzger, Silvestri, Soliani e Valentino quali componenti effettivi ed i senatori Barbato, Del Roio, Livi Bacci, Malan, Mele, Morselli, Nessa, Pellegatta e Sinisi quali componenti supplenti della delegazione italiana all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e dell'UEO.

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