Senato TV

Giovedì 12 Ottobre 2006 alle ore 09:34

52ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Preso atto delle determinazioni assunte all'unanimità dalla Conferenza dei Capigruppo sull'organizzazione dei lavori fino al 6 novembre, l'Assemblea ha lungamente discusso le mozioni presentate sulle vicende connesse al discorso tenuto da Papa Benedetto XVI a Ratisbona e sulle reazioni di una parte del mondo islamico ad una citazione ritenuta offensiva della religione musulmana.

Nel dibattito sono intervenuti i senatori Polledri (Lega), Quagliariello, Burani Procaccini e Bianconi (FI), Buttiglione e Marconi (UDC), Negri e Tonini (Aut), Procacci, Zavoli e Binetti (Ulivo), Santini (DC-PRI-IND-MPA), Palermi (IU-Verdi-Com), Menapace (RC) e Valditara (AN). Generale è stato il riconoscimento dell'evidente strumentalizzazione delle parole espresse dal Pontefice nell'ambito di una lezione teologica imperniata proprio sui rapporti tra fede, libertà e ragione e sul dialogo rispettoso tra le religioni; così come la manifestazione di solidarietà a Benedetto XVI per gli attacchi subiti e l'apprezzamento per gli sforzi di riconciliazione compiuti e per la decisione di confermare l'importante viaggio in Turchia. Unanime anche il richiamo alla difesa delle libertà individuali, in particolare delle libertà di professione della fede religiosa e di espressione. Il dibattito ha però fatto registrare toni diversi, essendo risultato più marcato nel centrodestra l'accento sulla necessità di difendere i valori fondamentali dell'Occidente dall'attacco del fondamentalismo di matrice islamica e di impostare il dialogo con le altre religioni sulla reciprocità (giungendo a chiedere nella mozione a prima firma Castelli (Lega) l'interruzione dei rapporti diplomatici con i Paesi che tollerino perdurante ostilità nei confronti del mondo cattolico). A queste posizioni, il centrosinistra ha replicato riaffermando la validità di un dialogo con il mondo islamico fondato sul reciproco rispetto e sulla non violenza, sulla moltiplicazione dei contatti, anche a livello diplomatico, e sul rifiuto della reciprocità intesa come strumento di rappresaglia nel momento in cui concreti segnali di disponibilità e apertura possono favorire il rafforzamento delle posizioni assunte dall'Islam moderato. Da Rifondazione comunista è giunto un invito a non coinvolgere il Parlamento in dispute teologiche e dibattiti sul dialogo interreligioso per concentrarsi sulla concreta difesa di tutte le libertà costituzionalmente garantite.

Su richiesta del senatore D'Onofrio, la seduta è stata sospesa per tentare di giungere ad un documento condiviso e si è così arrivati alla presentazione di un ordine del giorno firmato dai Presidenti di tutti i Gruppi, nel quale si esprime solidarietà al Pontefice e si impegna il Governo a favorire il dialogo interreligioso, il rispetto dei diritti civili e della libertà religiosa. Tutte le mozioni sono state ritirate e l'ordine del giorno è stato approvato dopo le dichiarazioni favorevoli dei senatori Barbato (Pop-Udeur), Cutrufo (DC-PRI-INDI-MPA), Peterlini (Aut), Silvestri (IU-Verdi-Com), Leoni (Lega), Buttiglione (UDC), Gagliardi (RC), Mantovano (AN), Quagliariello (FI) e Soliani (Ulivo). Per ragioni personali, ha dichiarato l'astensione il senatore Fruscio (Lega). Il ministro dell'interno Amato ha manifestato apprezzamento per il risultato raggiunto e invitato ad impostare il dialogo con l'Islam moderato storicizzando i fenomeni per comprenderne la reale natura sociale e le matrici culturali più profonde e evitando qualsiasi atteggiamento di superiorità culturale dell'Occidente.

La discussione dei ddl nn. 1026 e 948 sulla missione in Libano è stata rinviata a martedì 17 ottobre.

I senatori Mugnai e Valentino (AN) hanno chiesto che il Ministro dell'interno dia conto delle eccezionali ed ingiustificate misure di sicurezza che hanno caratterizzato la gestione dell'ordine pubblico durante la manifestazione di lavoratori autonomi svoltasi oggi a Roma. Il senatore Barbato (Pop-Udeur) ha fornito precisazioni circa i motivi della sua mancata partecipazione alla votazione sulle dimissioni della senatrice Turco.

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