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Giovedì 26 Ottobre 2006 alle ore 09:30

63ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con gli interventi dei senatori Bonadonna (RC), Pastore (FI), Massimo Brutti (DS) si è conclusa la discussione, avviata nell'ultima parte della seduta di ieri, sulla situazione venutasi a creare a seguito della decadenza del decreto-legge n. 261 di proroga del blocco degli sfratti per particolari categorie sociali. I rappresentanti della maggioranza hanno confermato la validità e l'urgenza delle norme decadute per responsabilità dell'opposizione; misure che non solo affrontavano una grave emergenza sociale, ma rispondevano scrupolosamente alle indicazioni fornite in materia dalla Corte costituzionale tenendo conto dei diversi interessi in campo ed avviavano, dopo anni di blocco delle politiche di edilizia popolare residenziale, un piano per risolvere alla radice il disagio abitativo diffuso nel Paese. Il senatore Pastore ha invece sottolineato il rilievo politico del voto di ieri: la Casa delle libertà è favorevole ad iniziative che vengano incontro alle esigenze abitative di categorie sociali particolarmente disagiate, ma si è opposta con successo ad un decreto contenente evidenti forzature ideologiche, imposte dalla sinistra radicale ed ispirate da una volontà punitiva nei confronti della proprietà privata.

Successivamente, l'Assemblea ha accolto con una votazione a scrutinio segreto le dimissioni da senatore del vice ministro per l'economia e le finanze Pinza; in sua sostituzione, è stato proclamato senatore Luca Marcora.

Il Senato ha quindi discusso le mozioni sui flussi migratori, approvando la n. 42, della maggioranza, e respingendo la n. 35 (Testo 2), dell'opposizione, frutto dell'unificazione, avvenuta nel corso della discussione, delle mozioni 35, dei senatori di Alleanza Nazionale, e 43, dei senatori della Lega, e dell'ordine del giorno del senatore Quagliariello (FI).

Nei loro interventi, i senatori Valditara e Mantovano (AN), Galli e Paolo Franco (Lega), Saro (DC-PRI-IND-MPA), Maffioli (UDC), Quagliariello e Alberti Casellati (FI), Buttiglione (UDC) hanno rivolto forti critiche al Governo, che viola la legge sull'immigrazione con la presentazione di un decreto sui flussi migratori che abbandona ogni politica selettiva autorizzando per il 2006 una sanatoria per 350.000 nuovi ingressi. Contrariamente agli indirizzi più restrittivi assunti in tutti gli altri Paesi europei, anche quelli governati dalla sinistra, in modo irresponsabile il Governo italiano abbandona il concetto base della legge Bossi-Fini (sicurezza di occupazione e alloggio come premessa per una effettiva integrazione degli immigrati) a favore di una impostazione lassista che ha già avuto come conseguenza un vertiginoso aumento degli sbarchi di clandestini e che, se non ripensata, nell'arco di una generazione potrebbe avere effetti drammatici per la coesione sociale, l'identità culturale e religiosa del Paese, la tenuta dell'ordine pubblico, i costi e le prestazioni del Welfare. Preoccupanti, anche perché disorganiche, sono le iniziative avviate o ventilate dal Governo per ampliare le possibilità di ricongiungimento familiare e di asilo, di abbassamento del limite temporale per ottenere la cittadinanza italiana, di finanziamento del rimpatrio volontario, di smantellamento dei CPT.

Il sottosegretario di Stato per l'interno Marcella Lucidi e, per la maggioranza, i senatori Livi Bacci e Zanda (Ulivo), Rossi e Bulgarelli (Verdi-Com), Gaggio e Nardini (RC), Negri (Aut) hanno sottolineato l'esigenza di rapportarsi realisticamente con un fenomeno di dimensioni epocali, superando i limiti riconosciuti anche dal centrodestra, l'inefficacia e, a volte, l'inapplicabilità della legge Bossi-Fini. Il secondo decreto flussi si è reso necessario, nell'osservanza della legislazione vigente, stante la sostanziale identità tra il numero di domande di regolarizzazione presentate nel 2006 e le esigenze manifestate dai datori di lavoro. Ora è necessario creare meccanismi più flessibili di accesso legale al lavoro e procedure più razionali per la concessione dei permessi di soggiorno, realizzare la riforma del percorso di acquisizione della cittadinanza, sostenere i processi di integrazione, favorire l'uscita dal lavoro nero e rafforzare le politiche bilaterali e multilaterali con Paesi d'origine dei migranti.

Sugli accorgimenti necessari a garantire la regolarità delle operazioni di voto in Aula sono intervenuti i senatori Antonio Boccia (Ulivo), Ferrara (FI), Storace e Selva (AN) e Peterlini (Aut), ai quali ha replicato il presidente Marini.

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