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Martedì 7 Novembre 2006 alle ore 11:08

65ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Dopo aver respinto le questioni pregiudiziali presentate dai senatori Asciutti (FI), Davico (Lega) e Valditara (AN), il Senato ha avviato la discussione generale del disegno di legge n. 960, recante una nuova disciplina degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore. Il testo approvato dalla Commissione istruzione prevede che all'esame di Stato vengano ammessi gli alunni che abbiano frequentato l'ultimo anno di corso, che siano stati valutati positivamente in sede di scrutinio finale e che abbiano saldato i debiti formativi contratti nei precedenti anni scolastici; stabilisce inoltre che l'esame sia articolato in tre prove scritte ed un colloquio e che le commissioni d'esame siano composte da non più di sei commissari, per il 50 per cento interni e per il restante 50 per cento esterni, oltre al presidente esterno.

Ad avviso del ministro della pubblica istruzione Fioroni, della relatrice Soliani (Ulivo) e delle senatrici Carloni (Ulivo), Negri (Aut) e Pellegatta (Verdi-Com) intervenute nella discussione a nome della maggioranza, il provvedimento, che conferma il valore del titolo di studio e la natura pubblica dell'esame, esprime fiducia nelle giovani generazioni, restituisce serietà ed autorevolezza all'esame di maturità contrastando i cosiddetti diplomifici, responsabilizza gli istituti scolastici sulla verifica dei risultati e realizza strumenti di orientamento e di raccordo con le università e gli altri istituti di alta formazione. Allo stesso tempo la riforma degli esami di Stato delinea una strategia di politica scolastica, che la maggioranza vuole realizzare non attraverso una riforma di sistema quanto piuttosto mediante un progressivo adeguamento alle esigenze degli studenti, delle famiglie e del Paese, per dotarlo di una scuola di livello europeo ed in grado di offrire uguali opportunità a giovani di diversa estrazione sociale.

Per l'opposizione i senatori Valditara (AN), Asciutti e Mauro (FI) e Davico (Lega) pur riconoscendo la positiva finalità di restituire serietà agli studi, hanno evidenziato l'incongruenza di perseguire tale obiettivo solo nell'ultimo anno di studi e nell'esame conclusivo, senza incidere sull'intero percorso scolastico. Nonostante il responsabile e positivo contributo offerto dall'opposizione, la riforma proposta non è efficace a causa delle contraddizioni interne della maggioranza, nella quale prevalgono l'arretratezza culturale rispetto ai cambiamenti in atto, lo statalismo ed il pregiudizio nei confronti delle scuole paritarie, nonché il rifiuto del merito e di coerenti verifiche dei risultati. Peraltro, in relazione alle finalità perseguite, la soluzione delle commissioni miste non è risolutiva rispetto a quella preferibile della commissione interna con il presidente esterno, ed inoltre comporta ingenti oneri finanziari che avrebbero potuto più proficuamente essere impiegati.

Ad inizio seduta i senatori Novi (FI) e Tecce (RC-SE) hanno rilevato che la gravità della situazione della città di Napoli richiede una discussione in Aula e non nella Commissione affari costituzionali, come previsto dal calendario dei lavori; il senatore Ferrara (FI) ha chiesto che il Governo riferisca al Senato sull'andamento del debito pubblico, che secondo organi di stampa dovrebbe registrare una consistente riduzione.

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