Senato TV

Martedì 14 Novembre 2006 alle ore 16:35

72ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

L'Assemblea ha confermato il parere espresso dalla 1^ Commissione permanente nella seduta dell'8 novembre, favorevole al riconoscimento dei requisiti costituzionali di necessità ed urgenza per il disegno di legge n. 1132, di conversione del decreto-legge n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria. Secondo il relatore Villone (Ulivo) i presupposti costituzionali del complesso provvedimento sono riconducibili alla sua funzionalità rispetto alla realizzazione della manovra finanziaria per il 2007 e quindi all'attuazione dell'indirizzo di Governo. Rispondendo ai senatori Pastore e Palma (FI) e Storace e Matteoli (AN), che in base all'articolo 78, comma 4, del Regolamento, hanno chiesto di votare il parere della Commissione affari costituzionali per parti separate, il presidente Marini ha ribadito quanto già stabilito dalla Presidenza in altre occasioni, vale a dire che la decisione sul ricorso o meno alla votazione per parti separate è prioritaria rispetto alle votazioni su specifiche proposte di parere contrario. Nel merito, hanno preso la parola per sostenere l'insussistenza dei presupposti di necessità ed urgenza del decreto-legge i senatori Ciccanti (UDC) e Pastore (FI), mentre in senso favorevole sono intervenuti per la maggioranza i senatori Ripamonti (Verdi-Com) e Lusi (Ulivo).

Il Senato ha quindi avviato la votazione degli emendamenti presentati all'articolo 1 del disegno di legge n. 960, che riforma gli esami di maturità e delega il Governo a disciplinare l'orientamento e l'accesso all'istruzione post-secondaria, nonché la valorizzazione dell'eccellenza. L'Aula ha approvato un emendamento presentato dal senatore Perrin, relativo all'applicabilità delle norme alla Regione Valle d'Aosta, ed ha respinto tutte le proposte avanzate dall'opposizione, che nei diversi interventi ha ribadito la contrarietà ad un provvedimento che penalizza le scuole paritarie, nuoce alla scuola italiana ed il cui unico fine è quello di nascondere l'incapacità di una maggioranza eterogenea di proporre un'effettiva riforma della scuola secondaria.

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