Archivio delle notizie
  • Maggio 2012

    • Giovedì 24

      Decreto razionalizzazione spesa pubblica: termine emendamenti in 1a e 5a Commissione

      Martedì 22 e giovedì 24 maggio le Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio hanno proseguito l'esame del provvedimento di conversione in legge del decreto 7 maggio 2012, n. 52, recante disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica (ddl n. 3284). E' stato fissato per le ore 18 di lunedi 28 maggio il termine per gli emendamenti.
      Il decreto - si legge nella relazione illustrativa - è volto a dare attuazione all'impegno del Governo di procedere all'analisi ed alla revisione della spesa pubblica con la finalità di evitare inefficienze, eliminare sprechi e ottenere risorse da destinare alla crescita e garantire, da un lato, il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, e dall'altro l'ammodernamento dello Stato e il rilancio dell'economia e dell'occupazione.
      Concretamente, il decreto adottato dal Consiglio dei ministri istituisce, al fine di coordinare l'azione del Governo e le politiche di analisi e revisione della spesa pubblica, un Comitato interministeriale, presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri e composto dal Ministro per i rapporti col Parlamento delegato per il programma di Governo, dal Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e dal Ministro dell'economia e delle finanze o dal Vice Ministro da lui delegato, nonché dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con funzioni di Segretario del Consiglio dei ministri.
      Si prevede, inoltre, l'istituzione di un Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi con il compito di definire il livello di spesa per voci di costo delle amministrazioni pubbliche, nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e del Ministro per i rapporti con il Parlamento.

      Audizione al Copasir

      Il Copasir, nella seduta di giovedì 24 maggio alle ore 8,30, svolgerà l'audizione dell'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.

      Riallineamento carriere marescialli e revisione strumento militare: audizioni in 4a Commissione

      Questa settimana la Commissione Difesa è stata impegnata in una serie di audizioni nell'ambito dell'esame del disegno di legge n. 3271 recante deleghe al Governo per il riallineamento delle carriere dei marescialli e per la revisione dello strumento militare (il cui esame proseguirà congiuntamente con quello del ddl n. 934): martedì 22 maggio è stato ascoltato il Capo di Stato maggiore dell'Esercito, gen. c.a. Claudio Graziano; mercoledì 23 maggio è stata la volta del Capo di Stato maggiore della Marina militare, amm. sq. Luigi Binelli Mantelli; giovedì 24 maggio si è svolta infine l'audizione del Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare, gen. sq.a. Giuseppe Bernardis.

      Riforme istituzionali: seguito esame testo unificato in 1a Commissione

      Anche questa settimana la Commissione Affari costituzionali ha proseguito la discussione dei ddl costituzionali 24 e connessi su riforma del Parlamento e forma di governo; il 18 aprile il relatore, sen. Vizzini, ha riferito sul ddl n. 3252 e ha presentato un testo unificato che la Commissione ha assunto quale testo base per il prosieguo dei lavori. La Commissione il 24 maggio ha deciso di proseguire i propri lavori, con le votazioni degli emendamenti, martedì 29 maggio, alle ore 12, alle ore 14 e alle ore 20.30, per concludere entro la seduta antimeridiana di mercoledì 30, che sarà convocata per le ore 8,30.

      Ddl lavoro: esame in Aula

      Prosegue l'esame, incardinato nella seduta pomeridiana del 23 maggio, del disegno di legge recante "Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita", presentato dal Ministro del lavoro e politiche sociali, Elsa Fornero(A.S. 3249); i senatori Castro e Treu hanno riferito in Assemblea sul testo del provvedimento, licenziato nel pomeriggio dalla Commissione Lavoro.
      I relatori hanno espresso un giudizio positivo sulla riforma e sul lavoro svolto in Commissione, a testimonianza dell'utilità del Parlamento che peraltro ha implementato un testo già frutto di una mediazione politica alta assicurata dai partiti politici che sostengono il Governo. Si tratta di una riforma molto ampia che va giudicata nel suo complesso e non su singoli punti, a volte troppo enfatizzati come è capitato in merito all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il testo risponde alle sfide poste dalla complessità della materia: la sfida istituzionale, con il Parlamento capace di corrispondere alle aspettative degli organismi politici internazionali; la sfida della competitività, con l'orientamento verso politiche fondate sulla qualità del prodotto e la centralità delle risorse umane; la sfida della complessità, nella consapevolezza che la risposta alle esigenze di regolazione del mercato del lavoro deve essere plurale per coniugare sviluppo e occupazione; la sfida politica, con la riappropriazione della capacità decisionale dei partiti senza supplenze da parte delle organizzazioni sindacali; la sfida civile, per dare risposte eticamente compatte ad una crisi in cui si riaffaccia anche il pericolo del terrorismo. La riforma razionalizza la regolazione per centrare l'equilibrio tra flessibilità e sicurezza del lavoro. La soluzione di compromesso di tenore europeo raggiunto sull'articolo 18 mantiene in vita un giusto grado di deterrenza ma amplia il novero dei rimedi praticabili, eliminando il possibile effetto incentivante del fenomeno del nanismo delle imprese.



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