Martedì 23 Marzo 2010 - 353ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:30)

Il Senato ha definitivamente convertito in legge il decreto-legge n. 2 di quest'anno, in materia di enti locali e regioni, nel testo modificato dalla Camera dei deputati (ddl n. 2071).

Nell'ambito dell'azione di contenimento delle spese degli enti locali e partendo dalle disposizioni introdotte con la legge finanziaria per il 2010 relative alla riduzione dei componenti dei consigli comunali (che viene estesa ai consigli provinciali), il decreto prevede che essa si realizzerà a partire dal 2011 per gli enti per i quali nel corso dell'anno avrà luogo il rinnovo dei consigli. Inoltre, il numero dei componenti delle giunte comunali e provinciali non deve superare il limite di un quarto dei componenti dei rispettivi consigli; vengono soppressi i circondari provinciali; si attribuiscono al difensore civico provinciale le funzioni del soppresso difensore civico comunale; si eliminano le circoscrizioni per i comuni con la popolazione inferiore a 250000 abitanti, i direttori generali per i comuni fino a 100000 abitanti e le autorità d'ambito territoriale previste dalle norme in materia ambientale. L'articolo 2 ridefinisce la tabella delle circoscrizioni dei collegi elettorali spettanti alle province: per ciascuna lista i candidati non potranno superare il numero dei collegi della provincia. L'articolo 3 prevede che ciascuna Regione definisca l'importo degli emolumenti e delle utilità percepiti dai propri consiglieri, con il limite dell'indennità massima spettante ai membri del Parlamento. Nell'ipotesi di scioglimento di enti locali per mancata approvazione dei documenti contabili nei termini previsti, l'articolo 4 attribuisce al prefetto i poteri del consiglio ai fini dell'approvazione del bilancio e della salvaguardia degli equilibri contabili dell'ente.

Respinta la questione pregiudiziale avanzata dal senatore Vitali (PD) per assenza dei requisiti di necessità e urgenza indispensabili per l'adozione di un decreto-legge, alla discussione generale hanno preso parte i senatori De Luca, Incostante e Bastico (PD), Pardi (IdV) e Vaccari (LNP).

Tutti gli emendamenti presentati sono stati respinti: l'esame delle proposte di modifica ha fornito occasione per tornare sul tema della gestione dei grandi eventi; sulla privatizzazione dei servizi idrici; sulla rigidità del patto di stabilità interno, che, secondo l'opposizione, impedisce agli enti locali che gestiscono in modo virtuoso i saldi di bilancio di investire in misure anticicliche; sui finanziamenti destinati alla Capitale.

Nelle dichiarazioni di voto finale sono intervenuti il senatore Peterlini, che ha annunciato l'astensione del Gruppo UDC- SVP-IS-Automomie, i senatori De Toni (IdV) e Giaretta (PD), che hanno dichiarato il voto contrario dei rispettivi Gruppi ed i senatori Bodega (LNP) e Benedetti Valentini (PdL) che hanno annunciato il voto favorevole della maggioranza.

Per l'opposizione, il Governo, anziché riformare in modo organico il sistema degli enti locali procedendo alla loro specializzazione e garantendo risorse economiche adeguate ai compiti loro assegnati, ha emanato l'ennesimo provvedimento di impianto centralista che, con la riduzione del numero degli amministratori locali, incide, a fronte di un risparmio modesto, sulla rappresentanza e sulla capacità di governo locale, fattore essenziale per la vita della democrazia e per il funzionamento dei servizi ai cittadini. Peraltro si sottraggono risorse agli enti locali, mentre la spesa delle Amministrazioni centrali continua a crescere. Critiche sono state rivolte anche alla norma che esclude dal saldo finanziario, rilevante ai fini del patto di stabilità, le spese sostenute dagli enti locali per i cosiddetti grandi eventi, con il rischio di una proliferazione di questi ultimi e - stante l'assenza di controlli e le procedure in deroga loro connesse - di un indiscriminato aumento di spesa. Per la maggioranza, le misure contenute nel decreto sono certamente utili e urgenti, provvedendo ad una riduzione dei costi connessi all'attività degli enti locali ed introducendo misure di razionalizzazione, coerenti con il complessivo ed imponente impianto riformatore che il centrodestra sta portando avanti, a partire dal federalismo fiscale. Il decreto-legge nel testo risultante dall'esame alla Camera dei deputati, cui hanno partecipato proficuamente anche le opposizioni, in parte anticipa il Codice delle autonomie, in parte risponde ad impellenti necessità contingenti.

Il Senato tornerà a riunirsi martedì 30 marzo con un ordine dal giorno dal quale sono state espunte le mozioni nn. 241, Belisario ed altri, su prevenzione e contrasto di fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione e 242, Gasparri ed altri, in materia di politica internazionale, il cui esame sarà nuovamente calendarizzato dalla Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta è terminata alle ore 16:06 )



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