Lunedì 13 Dicembre 2010 - 472ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:01)

Il Presidente del Consiglio Berlusconi ha chiesto la fiducia del Senato rilevando come una crisi al buio, oltre che riportare l'Italia a vecchi vizi e riti partitocratici, sarebbe contraria all'interesse del Paese che ha bisogno di collaborazione istituzionale e di un Governo in perfetta efficienza. Gli elettori hanno infatti assegnato all'attuale Esecutivo un chiaro mandato a governare e non si comprende quale spirito animi chi intende a tutti i costi aprire una crisi senza fornire un'alternativa costruttiva e senza neanche voler restituire la parola agli elettori, nell'irresponsabile ed autolesionistico tentativo di capovolgere il risultato elettorale, atteggiamento che porterà quale unico risultato la sfiducia del Paese reale. Il Governo può vantare la tenuta dei conti pubblici e la conduzione prudente e responsabile di una politica economica che ha consentito di fronteggiare al meglio la grave crisi economica mondiale, a dispetto di chi suggeriva l'allargamento della spesa pubblica per sostenere la crescita. Grazie alla rigorosa azione del Governo, oggi l'Italia non è più un problema per l'Europa ma è parte della soluzione dei problemi di controllo dei debiti sovrani e di stabilizzazione delle economie continentali.

Il Presidente Berlusconi, nella consapevolezza che chi ha fatto parte della maggioranza e del Governo non può aver dimenticato i risultati conseguiti nel primo scorcio della legislatura, si è rivolto ai parlamentari che oggi annunciano posizioni avverse all'Esecutivo osservando che, se è legittimo dissentire e chiedere maggiore spazio all'interno della coalizione, non lo è invece rompere il vincolo di alleanza e tradire così il mandato ricevuto dagli elettori. Dopo aver realizzato il federalismo fiscale, varato il piano per la sicurezza e quello per il Sud, avviata la riforma del fisco, predisposta la riforma dell'università e quella della giustizia, il Governo ha già raccolto un ampio consenso intorno ad alcuni punti cardine delle future riforme istituzionali, in particolare l'ampliamento dei poteri del premier, la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto e una nuova legge elettorale con l'unico invalicabile limite rappresentato dalla difesa del bipolarismo. Senza trascurare il necessario dialogo con le opposizioni, per completare il disegno riformatore occorre partire dalla salvaguardia di quel patrimonio inestimabile costituito dall'unità dei moderati italiani. A tal fine, il Presidente del Consiglio ha concluso il suo intervento proponendo un nuovo patto di legislatura tra PdL, Lega Nord, FLI, UDC e tutte le forze minori che rappresentano i moderati italiani, così da poter sciogliere le non insormontabili difficoltà interne alla coalizione, introdurre le opportune modifiche al programma di Governo e rinnovare la compagine governativa. Anche in sede di replica, il Presidente Berlusconi ha ribadito l'appello al FLI ed ha replicato ad alcune critiche mosse dall'opposizione difendendo l'operato del Governo soprattutto rispetto agli interventi per la ricostruzione in Abruzzo, alla questione dei rifiuti a Napoli, nonché in politica economica e in politica estera, in particolare rispetto al rapporto con la Russia, e sul fronte dell'ammodernamento della pubblica amministrazione. Ribadita altresì la necessità di procedere ad una profonda riforma della giustizia civile.

Nel corso del dibattito sono intervenuti i sen. Mauro, Bodega, Mazzatorta (LNP), Latorre, Vittoria Franco, Cosentino, Casson, Leddi, Giaretta, Zanda (PD), Compagna, Baldini, Fantetti, Gallo, Gramazio, Saccomanno, Ramponi, Pastore, Nania, Pera, Quagliariello (PdL), Villari (Misto), Valditara, Germontani, Saia, Baldassarri (FLI), Bonino (Radicali nel PD), Pardi, Li Gotti, Mascitelli (IdV), Sbarbati, Poli Bortone (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE) e Bruno (API).

Da parte dei senatori dei Gruppi PdL e LNP è venuta la sottolineatura dei risultati ottenuti da un Governo che non ha alternative e che potrà essere sostituito solo a seguito di nuove elezioni, mentre le opposizioni e i senatori del Gruppo FLI hanno evidenziato la necessità delle dimissioni del premier, un atto di discontinuità e di responsabilità per aprire una nuova fase politica nell'interesse del Paese caratterizzata da un Governo forte ed autorevole. A nome dei senatori radicali del Gruppo PD, la sen. Bonino ha rilevato che l'esito peggiore del dibattito sulla fiducia sarebbe una maggioranza ottenuta per una manciata di voti.

Le dichiarazioni di voto e la votazione sulla fiducia avranno luogo nella seduta di domani.

(La seduta è terminata alle ore 14:20 )



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