Martedì 21 Dicembre 2010 - 479ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 16:01)

Anche la seduta pomeridiana del Senato è stata dedicata alla votazione degli emendamenti presentati al ddl n. 1905-B recante norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario. Gli emendamenti riguardano esclusivamente gli articoli del testo, esaminato in terza lettura, approvati dalla Camera dei deputati.

Nel corso dell'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 6, il sen. Legnini (PD) ha evidenziato come alcune norme contenute nel testo fossero in contrasto tra loro. Nello specifico, si tratta delle norme sul titolo di professore aggregato che risultano ridefinite da un comma dell'articolo 6 del ddl in esame che riscrive l'articolo 11 della legge n. 230 del 2005 (la cosiddetta legge Moratti), quindi modificate da un comma successivo dello stesso articolo 6 ed infine abrogate dall'articolo 29 del ddl Gelmini. A fronte della richiesta dell'opposizione di sospendere la seduta e rimettere la questione alla Giunta per il Regolamento, la Presidente di turno Mauro, dopo aver fornito l'interpretazione della Presidenza sul punto, ha proceduto alle votazioni successive in un clima di grande agitazione all'interno dell'emiciclo, fornendo esiti diversificati e dichiarando approvati alcuni emendamenti. Dopo una sospensione della seduta, durante la quale si è svolta una riunione informale convocata dal Presidente Schifani cui hanno partecipato i Capigruppo, alla ripresa dei lavori il Presidente del Senato ha comunicato di voler procedere, ai sensi del comma 1 dell'articolo 118 del Regolamento e alla luce di precedenti in tal senso, all'annullamento e alla rinnovazione delle votazioni contestate, come peraltro richiesto dai Capigruppo di opposizione, e che tale era la decisione da lui comunicata fin dal primo momento ai Capigruppo, senza che conoscesse gli esiti proclamati delle votazioni. Il Presidente del Senato ha osservato che la decisione risulta ampiamente giustificata sia dalla condizione di caos in cui sono avvenute le votazioni contestate, a testimonianza di una irregolarità conclamata delle stesse, sia dall'incongruenza tra l'eventuale approvazione di emendamenti e la chiara e indubitabile volontà della maggioranza di non procedere ad alcuna modifica del testo.

La decisione del Presidente è stata contestata dai sen. Finocchiaro (PD) e Li Gotti (IdV) che hanno evidenziato il rischio che tale evidente forzatura del Regolamento possa costituire pericoloso precedente, rilevando altresì come la soluzione annunciata dalla Presidenza non risolva il problema del pasticcio legislativo connesso alla presenza nel testo di norme tra loro incompatibili. A favore della determinazione presidenziale si sono dichiarati i sen. Gasparri (PdL) e Bricolo (LNP), il quale ha anche difeso l'operato della Presidente Mauro, oggetto di attacchi e violente contestazioni, mentre i sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE), Viespoli (FLI) e Pistorio (MPA), pur favorevoli alla decisione del Presidente, hanno richiesto la convocazione della Giunta per il Regolamento al fine di dirimere la questione di merito relativa alle norme ritenute tra loro contrastanti. Su tale posizione si è attestato anche il sen. Rutelli (API), che ha anche ammonito circa il rischio di un rinvio alle Camere della legge da parte del Capo dello Stato.

A seguito dell'intervento del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Gelmini che a nome del Governo ha assunto l'impegno a risolvere la questione sollevata in sede di conversione in legge del cosiddetto decreto-legge milleproroghe che sarà emanato domani dal Consiglio dei ministri, il dibattito si è arricchito con ulteriori interventi dei sen. Legnini e Zanda (PD), D'Alia e Sbarbati (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE), Li Gotti e Giambrone (IdV), tutti favorevoli ad una soluzione interna al procedimento legislativo in atto senza rinviare ad altri provvedimenti, come annunciato dal Governo. All'esito di tale dibattito, il Presidente Schifani, nel confermare la decisione già annunciata, ha disposto l'annullamento delle votazioni degli emendamenti dal 6.21 al 6.310 e la loro rinnovazione, nonché, su richiesta del sen. Legnini (PD), l'accantonamento degli emendamenti connessi al comma 5 dell'articolo 6. Ha inoltre convocato, a fine seduta, la Giunta per il Regolamento al fine di dirimere le questioni sollevate.

Sono quindi riprese le votazioni dei successivi emendamenti fino al 7.306. Il seguito della discussione è stato rinviato a domani.

(La seduta è terminata alle ore 21:01 )



Informazioni aggiuntive

FINE PAGINA

vai a inizio pagina