Martedì 18 Gennaio 2011 - 486ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 11:13)

Il Senato ha approvato all'unanimità la mozione n. 365 sull'estradizione di Cesare Battisti, presentata da rappresentanti di tutti i Gruppi parlamentari.

I sen. Compagna, Berselli (PdL), Bugnano, Pedica (IdV), Galioto, D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE), Tonini, Zanda (PD), Contini (FLI) e Stiffoni (LNP) hanno fermamente condannato la decisione dell'ex Presidente della Repubblica brasiliana Lula di non accogliere la richiesta di estradizione di Battisti, una decisione considerata sbagliata sul piano giudiziario, politicamente ingiusta ed offensiva nei confronti dell'Italia, delle vittime del terrorismo e dei loro familiari. Alla base della decisione presidenziale, infatti, vi è il parere dell'Avvocatura generale dello Stato brasiliano che giustifica la mancata estradizione con presunti rischi di atti persecutori e discriminatori che Battisti potrebbe correre in caso di rientro in Italia. La mozione interpreta il sentimento dell'opinione pubblica italiana che non intende rassegnarsi all'idea che Battisti non possa essere assicurato alla giustizia italiana e per questo chiede al Governo di impegnarsi affinché vengano assunte tutte le iniziative atte a conseguire l'obiettivo, fino ad adire alla Corte internazionale di giustizia.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri Scotti, nell'esprimere anzitutto il cordoglio italiano per le vittime della tremenda alluvione che ha colpito il Brasile e la disponibilità del Governo ad intervenire con gli opportuni aiuti, ha richiamato i profondi vincoli di amicizia e di collaborazione tra i due Paesi, in nome dei quali il Governo esprime ancora maggiore amarezza e netto dissenso per la decisione assunta dall'ex Presidente Lula che l'Italia giudica infondata ed ingiusta. In tal senso il Governo apprezza l'iniziativa unanime del Parlamento e accoglie le richieste avanzate con la mozione, impegnandosi ad assumere, pur in un quadro di relazioni bilaterali che intende perseverare, ogni iniziativa possibile sul piano diplomatico e su quello giudiziario, compresa la possibilità di adire eventualmente la Corte internazionale di giustizia giacché le motivazioni a sostegno del diniego di estradizione, oltre che offensive nei confronti dell'Italia e della sua storia, mettono in discussione i principi basilari del diritto e pertanto impediscono di considerare la vicenda come una questione puramente bilaterale.

(La seduta è terminata alle ore 12:40 )



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