Mercoledì 23 Marzo 2011 - 524ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:33)

Il Senato ha approvato, in seconda lettura con modificazioni, il ddl n. 2555 recante modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, conseguenti alle nuove regole adottate dall'Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri. Il provvedimento torna quindi all'esame della Camera dei deputati.

In sede di dichiarazioni di voto finali, a favore del ddl si sono espressi il sen. Mascitelli (IdV) che ha però lamentato le lacune del testo per ovviare ad una obiettiva compressione in atto del ruolo del Parlamento e il ritardo del Governo nella definizione del programma nazionale di riforme; il sen. Musso (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE) che ha sottolineato come il provvedimento sia necessario ma non sufficiente per corrispondere al mutamento di filosofia dell'UE che pretende un coordinamento preventivo delle politiche economiche e delle riforme strutturali; il sen. Baldassarri (FLI) che tuttavia ha evidenziato i dubbi connessi all'atteggiamento del Governo attento esclusivamente ai saldi di finanza pubblica ma privo di una vera politica economica; il sen. Vaccari (LNP) che ha rilevato come il controllo dell'economia sia propedeutico alle iniziative di sviluppo e di crescita e agli interventi in campo sociale, dei giovani, delle famiglie e delle imprese; il sen. Pichetto Fratin (PdL) che ha osservato come il ddl crei le condizioni per una più evidente sinergia tra gli organi legislativi nazionali ed europei e renda più difficile il riaccendersi di future crisi economiche e finanziarie. Contrario invece il voto dichiarato dal sen. Legnini (PD), secondo cui il provvedimento non ha natura sufficientemente vincolante da garantire gli obiettivi di rigore fissati dall'UE, non assicura trasparenza e responsabilità nella gestione dei conti pubblici e persevera nella scelta del Governo di impedire l'ammodernamento delle strutture di supporto tecnico al Parlamento.

L'Assemblea ha quindi avviato la discussione del ddl n. 2569 di conversione in legge del decreto-legge 22 febbraio 2011, n.5, recante disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011.

Il relatore, sen. Pastore (PdL), nell'esprimere gratitudine al Capo dello Stato per il taglio davvero unitario che ha garantito a una data fondamentale per l'Italia, ha sottolineato come, al di là della già avvenuta celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia di cui non ci si può che compiacere, il ddl serva a disciplinare gli effetti sostanziali e, in particolare, quelli economici che derivavano dall'individuazione della festa nazionale.

In sede di discussione generale, cui hanno preso parte i sen. Adamo, Mariapia Garavaglia, Ichino, Incostante (PD), Pardi (IdV) e Massimo Garavaglia (LNP), sono emerse diversità di opinione intorno alla proposta, avanzata dalla Commissione ma respinta dall'Assemblea, di istituire ogni 17 marzo a partire dal 2012 la Giornata nazionale dell'Indipendenza della Nazione e della Indivisibilità della Repubblica. Sul punto specifico, si sono dichiarati favorevoli i sen. Bianco, Finocchiaro (PD) e Pardi (IdV), mentre opinione contraria è stata dichiarata dal relatore, dai sen. Benedetti Valentini (PdL), Rutelli (API), Sbarbati (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE) e, a nome del Governo, dal Sottosegretario di stato per la difesa Cossiga. Astenuto il sen. Perduca (Radicali nel PD).

Le dichiarazioni di voto finali sono state rinviate ad altra seduta.

(La seduta è terminata alle ore 13:02 )



Informazioni aggiuntive

FINE PAGINA

vai a inizio pagina