Mercoledì 20 Aprile 2011 - 546ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 15:36)

Il Senato ha approvato, con modificazioni in prima lettura, il ddl n. 2665 di conversione in legge del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, recante disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo.

Concluso con gli interventi dei sen. Baldassarri (FLI), Bubbico (PD), Possa (PdL) e Sbarbati (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE) il dibattito sull'informativa resa in mattinata dal Ministro dello sviluppo economico Romani sull'emendamento, che è stato poi approvato, interamente sostitutivo dell'articolo 5 che abroga le disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari, l'Assemblea ha esaminato i restanti emendamenti riferiti all'articolo 7, che amplia l'oggetto sociale della Cassa depositi e prestiti comprendendone l'assunzione di partecipazioni in società la cui attività sia considerata strategica per gli interessi nazionali.

In sede di dichiarazioni di voto finali, i sen. Vaccari (LNP) e Azzollini (PdL) hanno espresso il voto favorevole dei Gruppi ad un provvedimento che fornisce risposte serie e concrete ad una serie di rilevanti questioni, a partire dalle esigenze del comparto della cultura e di quelle specifiche del polo archeologico di Pompei. Molto importante è poi la decisione di procedere, per la prima volta nella storia economica del Paese, alla vendita all'asta delle radiofrequenze, cioè di un bene pubblico finora sempre concesso gratuitamente, per di più con una consistente previsione di incasso accompagnata da un accantonamento alternativo già stabilito nell'ipotesi di insuccesso. Quanto al nucleare, il provvedimento corrisponde alla nuova e diversa percezione dell'opinione pubblica all'indomani dell'incidente di Fukushima e rappresenta la risposta ordinaria che Governo e Parlamento forniscono alle sollecitazioni avanzate dai cittadini attraverso la proposizione del relativo quesito referendario. Anche le misure riguardanti la Cassa depositi e prestiti rispondono alla necessità di fare fronte alle nuove pressanti necessità che l'economia propone agli Stati nazionali, ad esempio con l'affermarsi dei fondi sovrani, nonché alle specifiche esigenze di ricapitalizzazione delle imprese italiane. Favorevole anche il voto dichiarato dal sen. Viespoli (CN-Io Sud), il quale ha però evidenziato alcune perplessità riferite all'opportunità di evitare un rischio di deficit politico e di presenza dell'Italia sullo scenario europeo in tema di politiche energetiche, nonché alla necessità di recuperare alla politica maggiore capacità di direzione nella determinazione degli obiettivi di politica industriale.

Voto di astensione è stato invece dichiarato dal sen. Bruno (API), secondo cui il provvedimento presenta molte ombre ma anche alcune luci, in particolare la felice decisione di accantonare la scelta nuclearista. La sen. Leddi (PD), in dissenso dal suo Gruppo, ha annunciato al sua non partecipazione al voto.

Decisamente contrari al decreto si sono invece dichiarati i sen. Mascitelli (IdV), Musso (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE) e Mercatali (PD) che hanno evidenziato come il provvedimento attesti ancora una volta l'assenza di una seria politica industriale ed energetica da parte di un Governo costretto ad intervenire per rimediare ai propri fallimenti. Lo dimostrano gli stanziamenti alla cultura e per Pompei che, lungi dall'aumentare le risorse, ripristinano in parte quelle falcidiate dalla precedente dissennata politica dei tagli lineari che aveva condotto il settore al disastro. Le misure riferite alle radiofrequenze non garantiscono equilibrio all'allocazione delle stesse né raggiungeranno il risultato economico sperato, irrimediabilmente compromesso dalle assegnazioni gratuite già concesse. Quanto al nucleare, la negazione delle scelte da sempre rivendicate dal Governo dimostra la totale assenza di una politica energetica e nasconde il vero obiettivo di evitare il referendum abrogativo che avrebbe garantito, sull'onda dell'emozione provocate dall'incidente in Giappone, il raggiungimento del quorum all'intera tornata elettorale, compreso il referendum sul legittimo impedimento. Infine, anche le misure relative alla Cassa depositi e prestiti rischiano di configurare indebite ingerenze dei partiti politici nella vita delle imprese.

(La seduta è terminata alle ore 19:08 )



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