Martedì 21 Giugno 2011 - 570ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 16:01)

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi ha svolto in Senato le considerazioni sulla composizione del Governo sollecitate dal Presidente della Repubblica all'indomani dell'ampliamento della compagine governativa, una sollecitazione giudicata opportuna dal Capo del Governo che ha riaffermato la ferma determinazione a portare a termine la legislatura in base al mandato assegnato dall'elettorato nel 2008. I risultati elettorali locali di medio termine non vengono minimizzati dalle forze di maggioranza ma non possono sostenere la pretesa propagandistica delle opposizioni che chiedono le dimissioni del Governo che invece rappresenterebbero una sciagura per l'Italia.

Il Presidente del Consiglio ha rivendicato i risultati conseguiti nel corso della legislatura, caratterizzata da una congiuntura internazionale di crisi senza precedenti, da cui l'Italia è uscita meglio di altri Paesi malgrado le straordinarie eredità negative che gravano sull'economia e sulla struttura sociale dello Stato. In particolare, il Governo, che non ha alternative posto che l'opposizione non è in grado di esprimere un programma e neanche un leader, ha salvato l'Italia dal rischio di default finanziario senza imporre ai cittadini i pesanti sacrifici richiesti da altri Governi europei, anzi conseguendo importanti risultati in tema di incremento degli ammortizzatori sociali, delegificazione, lotta alla criminalità organizzata, funzionalità della pubblica amministrazione e realizzando o avviando importanti riforme in materia di pensioni, federalismo fiscale, università e scuola.

Il Presidente Berlusconi, che ha sottolineato che non è sua intenzione svolgere le funzioni di leader a vita volendo solo lasciare in eredità al Paese un grande partito moderato che sia baluardo della democrazia e della libertà, ha quindi assicurato l'impegno ancora maggiore dell'Esecutivo che, forte dell'indissolubile rapporto di fiducia e lealtà tra PdL e Lega ed ulteriormente irrobustito dall'ingresso di nuove forze politiche, perseguirà l'interesse della Nazione auspicando anzi a tale scopo la collaborazione anche dei settori moderati dell'opposizione.

Ribadito l'impegno a riformare la giustizia e a dare attuazione al federalismo fiscale, il Presidente del Consiglio ha assicurato il proprio personale impegno affinché vengano rispettati tempi ed obiettivi previsti nel Piano per il Sud e ha annunciato che prima della pausa estiva, insieme alle misure atte a rispettare tutti gli impegni economici assunti a livello europeo e a consentire all'Italia di agganciare la ripresa, sarà presentata in Parlamento la delega per la riforma del sistema fiscale da ridisegnare in base a tre aliquote più basse delle attuali, detrazioni e riduzioni più snelle e trasparenti e un numero di imposte ridotto a cinque. Annunciata anche una modifica del Patto di stabilità interno favorevole alle ragioni delle amministrazioni virtuose, nonché la presentazione di una proposta di riforma istituzionale fondata sulla riduzione dei parlamentari, sull'istituzione del Senato federale e sul rafforzamento dell'Esecutivo. Berlusconi ha inoltre richiamato l'impegno dell'Italia per una soluzione politico-diplomatica della crisi libica ed ha rinviato ogni decisione su una graduale riduzione dell'impegno militare all'esito della prevista prossima riunione del Consiglio supremo di difesa. Infine, l'abbandono del nucleare vedrà il Governo impegnato a definire in tempi brevi la nuova strategia energetica nazionale.

Al termine della discussione, cui hanno preso parte i sen. Bonino (Radicali nel PD), Pardi, Li Gotti (IdV), Bodega (LNP), Poli Bortone (CN-Io Sud), Sbarbati (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI), Valditara (FLI), Mazzatorta (LNP), Giaretta (PD) e Quagliariello (PdL), in sede di dichiarazioni finali si è pronunciato per primo il sen. Baldassarri (FLI) che ha evidenziato la contraddizione tra i condivisibili e peraltro non nuovi obiettivi indicati dal premier e le azioni concrete poste in essere negli ultimi mesi dal Governo. Il sen. Rutelli (API) ha lamentato la mancanza di coraggio del Presidente del Consiglio che, anziché assicurare circa l'inesistente coesione di una maggioranza ormai suddivisa in innumerevoli movimenti e partiti, avrebbe dovuto fare propria per il resto della legislatura l'agenda indicata dal Governatore Draghi. Il sen. Viespoli (CN-Io Sud) ha sottolineato la necessità di superare l'attuale frantumazione politica che è il contrario del bipolarismo da tutti auspicato e soprattutto ha rivendicato un ruolo forte e propositivo del Mezzogiorno. Ad avviso del sen. Belisario (IdV), il Presidente del Consiglio non avrebbe dovuto neanche illustrare il ribaltone che ha prodotto l'ampliamento del Governo, giacché il totale fallimento politico dell'Esecutivo e il logoramento del suo leader avrebbero già dovuto produrne le dimissioni. Anche il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI) ha evidenziato le ragioni della profonda ed irreversibile crisi politica di un Governo immobile, prigioniero di beghe interne e non più corroborato dal consenso popolare. Il sen. Pistorio (MPA) ha dichiarato l'insoddisfazione del suo movimento per la totale assenza di iniziative per il Mezzogiorno a causa del sempre maggiore peso della Lega Nord, oggi ferita dal risultato elettorale e dunque ancora più pericolosa per la coesione nazionale. Il sen. Bricolo (LNP), ribadita l'unità della Lega soprattutto con riferimento alla linea di rigore da mantenere nella lotta all'immigrazione clandestina, ha elencato le misure irrinunciabili per il resto della legislatura: riduzione della bolletta energetica, interventi a sostegno dell'agricoltura e degli allevatori, un Patto di stabilità interno favorevole alle amministrazioni virtuose, revisione dei poteri ora vessatori di Equitalia, l'istituzione del Senato federale, la riforma fiscale, la fine dei bombardamenti in Libia il prima possibile, la riduzione dei contingenti militari all'estero. La sen. Finocchiaro (PD) ha evidenziato la totale assenza di contenuti nell'intervento del Presidente del Consiglio, a testimonianza di un Governo immobile e incapace, nonché di una leadership che ha reso l'Italia meno autorevole nei rapporti con gli altri Paesi. Oggi però i cittadini, prima con le manifestazioni delle donne, poi con le elezioni amministrative ed infine con i referendum, hanno chiaramente indicato al premier la strada delle dimissioni. Infine, il sen. Gasparri (PdL) ha ricordato all'opposizione, incapace persino di presentare una mozione di sfiducia, gli incontestabili meriti del Governo, soprattutto sul fronte economico, risultati che oggi hanno consentito al premier di tracciare la strada per il resto della legislatura, in particolare al fine di dare corpo alla riforma fiscale, a quella costituzionale e a quella della giustizia.

(La seduta è terminata alle ore 19:23 )



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