Mercoledì 7 Settembre 2011 - 600ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:39)

Con 165 voti favorevoli, 141 contrari e 3 astenuti, il Senato ha approvato il maxiemendamento interamente sostitutivo dell'articolo unico del ddl n. 2887 di conversione in legge del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, su cui il Governo in apertura di seduta ha posto la questione di fiducia. Il provvedimento passa ora alla Camera per la definitiva conversione in legge.

Correlato alla manovra finanziaria per il 2012, il ddl anticipa gli effetti di correzione dei saldi e rafforza le misure contenute nella manovra di luglio per conseguire il pareggio di bilancio nel 2013 anziché nel 2014. Le ultime misure, decise ieri sera dal Consiglio dei Ministri, prevedono l'aumento dell'Iva al 21 per cento, un prelievo del 3 per cento sui redditi superiori ai 300.000 euro, l'anticipo al 2014 dell'innalzamento graduale da 60 a 65 anni dell'età pensionabile delle donne che lavorano nel settore privato. Altre misure contenute nel maxiemendamento del Governo, che recepisce diverse modifiche approvate in Commissione bilancio ma non la norma sulla certificazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, prevedono tagli alla spesa dei Ministeri per 6 miliardi, un prelievo del 5 e del 10 per cento sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici superiori ai 90.000 e ai 150.000 euro, la revisione della spesa storica e l'accorpamento degli enti previdenziali, la delega per la riforma dell'assistenza, il coinvolgimento dei comuni nella lotta all'evasione fiscale.

Nel corso degli interventi le opposizioni hanno denunciato l'insufficienza, l'iniquità, l'incertezza di una manovra che rinvia l'adozione di riforme strutturali per la riduzione della spesa pubblica, risulta squilibrata sul versante delle entrate, non contiene misure per la crescita, mina la coesione sociale con norme sul lavoro che rendono più facili i licenziamenti. Più in generale le minoranze hanno sottolineato che la scarsa credibilità internazionale del Paese è imputabile a un deficit politico: un Governo debole, incompetente, irresponsabile, privo di visione strategica, incline a sottovalutare i rischi della crisi finanziaria e riluttante a onorare gli impegni assunti a livello europeo, appare incapace di adottare le misure richieste dai mercati e dalle istituzioni comunitarie.

La maggioranza ha sottolineato invece come, in una fase prolungata di turbolenza dei mercati finanziari che sta scuotendo le economie dei principali Paesi occidentali, il Governo italiano ha saputo modificare l'agenda politica per rispondere alle mutate circostanze economiche ed è stato capace di adottare misure impopolari ma necessarie ad affrontare una crisi senza precedenti. Nell'avviare un percorso di risanamento fondato su interventi strutturali, che prevede l'approvazione di disegni di legge costituzionale per introdurre l'obbligo del pareggio di bilancio e per abolire le province, l'Esecutivo non ha mai rinunciato a dialogare con il Parlamento, con le parti sociali, con le autonomie territoriali.

Hanno annunciato voto contrario alla manovra i sen. Pistorio (MPA-AS), Belisario (IdV), Rutelli (Terzo Polo: ApI-FLI), che ha auspicato la formazione di un Governo politico di responsabilità nazionale, D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI), che ha invitato la maggioranza a uscire dalla sindrome dell'autosufficienza, e Zanda (PD), che ha sottolineato la necessità di puntare sulla coesione sociale, sull'economia reale e su un mutamento di guida politica.

A favore della fiducia si sono espressi il sen. Viespoli (CN-Io Sud-FS), che ha posto l'accento sulla salvaguardia dei Fondi per la aree sottoutilizzate, il sen. Bricolo (LNP), che ha auspicato convergenza sulle riforme necessarie a garantire rigore finanziario, e il sen. Gasparri (PdL) che ha negato la necessità di Governi tecnici o consociativi per affrontare la crisi. Il sen. Del Pennino (Misto), in nome dell'interesse nazionale ha annunciato il voto favorevole della componente repubblicana alla manovra. In dissenso dal Gruppo, il sen. Colombo (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI) non ha partecipato al voto riconoscendo che il maxiemendamento ha aumentato l'efficacia della manovra. Nella discussione generale, cui hanno preso parte i sen. Giaretta, Bonino, Agostini, Ghedini, Cabras, Carloni, Vita, Rossi, Legnini, Marini (PD), Carlino, Pardi, Li Gotti, Mascitelli (IdV), Baio, De Angelis, Molinari, Baldassarri (Terzo Polo: ApI-FLI), Galioto, Gustavino, (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI), Fleres, Ferrara, Poli Bortone (CN-Io Sud-FS), Santini, Zanetta, Castro (PdL) , Vaccari (LNP), i sen. Thaler Ausserhofer e Fosson (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI) hanno espresso apprezzamento per la norma di salvaguardia delle autonomie speciali.

(La seduta è terminata alle ore 20:13 )



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