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Martedì 19 Gennaio 2010 alle ore 16:01

315ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Prosegue in Senato la discussione del ddl n. 1880 recante misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.

Il disegno di legge è esaminato nel testo proposto dalla Commissione ma nel corso della discussione sono stati approvati alcuni emendamenti fortemente innovativi del relatore, sen. Valentino (PdL).

L'esame dell'articolato è ripreso dalle votazioni dei numerosi emendamenti tendenti ad inserire articoli aggiuntivi dopo l'articolo 2 che sono stati respinti. Il Senato ha quindi approvato l'articolo 3 recante una modifica all'articolo 23 del codice di procedura penale e l'articolo 4 recante una clausola di monitoraggio che conferisce al Ministro dell'economia il potere di intervenire nel caso in cui l'attuazione della legge rechi pregiudizio al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica. L'Assemblea ha quindi approvato un emendamento aggiuntivo all'articolo 1 del relatore, precedentemente accantonato, recante norme per la ragionevole durata del giudizio di responsabilità contabile davanti alla Corte dei conti.

Approvati inoltre due emendamenti aggiuntivi all'articolo 4 presentati dal relatore, il primo recante modifiche al decreto legislativo n. 231 del 2001, il secondo, approvato in un testo subemendato, recante disposizioni transitorie che estendono, a determinate condizioni, le norme relative all'estinzione anche ad alcuni processi in corso. Sull'argomento, i sen. Li Gotti (IdV), D'Alia (UDC-SVP-Aut) e Casson (PD) hanno sottolineato l'incostituzionalità di una norma che introduce di fatto un'amnistia senza che sia rispettata la procedura aggravata prevista dalla Costituzione. Approvato infine l'articolo 5 recante la clausola di entrata in vigore della legge.

L'andamento dell'esame dell'articolato è stato segnato dalla decisione del Gruppo PD di intervenire in occasione della votazione di ciascun emendamento ripetendo ogni volta una dichiarazione del seguente tenore: "Nel giorno in cui la Corte europea dei diritti dell'uomo dichiara inammissibile il ricorso di un Ministro del I Governo Berlusconi (il riferimento è alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso presentato da Cesare Previti in seguito alle vicende giudiziarie relative al processo Imi-Sir), condannato con sentenza definitiva per corruzione aggravata, così riconoscendo l'equità del giudizio cui egli è stato sottoposto, la maggioranza si accinge ad un ulteriore, devastante passaggio del suo cinico progetto di disarticolazione della giustizia italiana. Al dispiegarsi di questo cinico progetto assiste un pubblico esterrefatto e sgomento di avvocati, di personale giudiziario, di magistrati, di professionisti della sicurezza e soprattutto di cittadini, mentre questa maggioranza - tristemente ridotta al rango di mera esecutrice di ordini - parla di dialogo, rifiuta con cocciuta e inquietante determinazione ogni ipotesi di miglioramento del testo in discussione, rendendo drammaticamente trasparenti le vere ragioni del suo procedere. Vi è uno scenario che si intravede alla fine di questo percorso. Questo scenario è né più, né meno che lo scempio della giustizia italiana. Di questo scempio vi assumete davanti al Paese tutta la responsabilità, politica e morale".

In conclusione di seduta, il sen. Quagliariello (PdL) ha rivendicato con orgoglio la piena consapevolezza e l'adesione di merito dei senatori del suo Gruppo al provvedimento. Il sen. Zanda (PD) ha invece dichiarato l'insoddisfazione del Gruppo per il modo in cui la Presidenza ha regolato l'andamento del dibattito. Il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut) ha invitato la maggioranza a depurare in seconda lettura il provvedimento di tutte le parti che nulla hanno a che fare con la ragionevole durata dei processi. Il sen. Belisario (IdV) ha lamentato l'inaccettabile qualità normativa di un provvedimento di cui sono evidenti le vere finalità. Il sen. Rutelli (All. per l'Italia) ha evidenziato che il disegno di legge produrrà irragionevole incertezza della pena, più insicurezza, più disordine e maggiore disparità dei cittadini di fronte alla legge. Infine il sen. Mazzatorta (LNP) ha sottolineato come il provvedimento darà finalmente attuazione al principio, finora misconosciuto, della ragionevole durata dei processi.

Le dichiarazioni di voto finali sono state rinviate alla seduta antimeridiana di domani.

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