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Mercoledì 27 Gennaio 2010 alle ore 09:32

321ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con il voto unanime dei Gruppi parlamentari, il Senato ha approvato in seconda lettura il ddl n. 1771 (esaminato con i connessi ddl nn. 66, 287, 305 e 477) recante disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore. Il ddl è stato approvato nel testo proposto dalla 12a Commissione, ulteriormente emendato dall'Assemblea.

In sede di dichiarazioni di voto finali, la sen. Bianchi (UDC-SVP-Aut) ha sottolineato come il testo ponga al centro il paziente piuttosto che la malattia, con l'obiettivo di garantire al malato una dignitosa qualità della vita attraverso un'assistenza che varia in base ai suoi bisogni e a quelli della sua famiglia. Resta la necessità di assicurare un adeguato controllo sui risultati, superando l'attuale esiguità dei finanziamenti.

Il sen. Mascitelli (IdV) ha evidenziato come il testo unificato abbia potuto usufruire del contributo di tante culture, sensibilità ed esperienze diverse, anche se il Parlamento deve ora vigilare sull'attuazione secondo le direttrici dell'informazione, della formazione e del controllo, giacché la qualità normativa del ddl non è di per sé garanzia di concreta applicazione, dovendosi assicurare il coordinamento tra livelli territoriali e il potenziamento dell'assistenza domiciliare.

Premesso che il clima collaborativo avrebbe dovuto spingere a trattare la materia insieme al tema del testamento biologico, il sen. Astore (Misto) ha espresso soddisfazione perché finalmente il Parlamento si è potuto occupare degli esclusi e degli emarginati, con un testo che non deve restare una legge manifesto e che avrebbe potuto essere migliorata attraverso una più specifica definizione del ruolo della famiglia e con previsioni in grado di favorire la creazione di centri di eccellenza nel Meridione.

Il sen. Rizzi (LNP) ha rilevato che la soddisfazione per l'approvazione del ddl, che costituisce un ottimo testo normativo, viene mitigata dall'evidente insufficienza delle risorse previste per la sua attuazione, con il rischio in particolare di lasciare scoperta la Rete nazionale per la terapia del dolore. Si tratta comunque di una legge delega finalmente rispettosa dei principi del federalismo e ciò consente di sperare nel senso di responsabilità delle Regioni.

Anche per il sen. Bosone (PD) il Parlamento, nell'approvare una buona normativa attesa da anni da malati, famiglie ed operatori sanitari, avrebbe potuto osare di più, ad esempio sul fronte dell'esaltazione delle professionalità coinvolte e soprattutto della semplificazione dell'accesso alle cure. Il ddl rappresenta comunque una vittoria per i tanti pionieri delle cure palliative che, partendo dal nulla, hanno saputo imporre una nuova cultura e una più moderna sensibilità, e per il Parlamento che ora dovrebbe legiferare con uguale efficacia sui temi delle malattie rare e del rischio clinico.

Infine, il sen. Calabrò (PdL) ha manifestato apprezzamento per un provvedimento che considera il secondo passo di una strategia coerente avviata con l'approvazione della legge sulla dichiarazione anticipata di trattamento. Il ddl avvicina lo Stato ai malati cronici, ai sofferenti, ai malati terminali e deve costituire la premessa per il superamento delle attuali insopportabili differenze tra il Nord e il Sud del Paese. Anche da tale punto di vista, nonché per il conseguimento di ulteriori obiettivi sui fronti della semplificazione, della formazione e dell'informazione, è positivo aver stabilito un livello centralizzato di responsabilità.

A conclusione dell'esame del ddl, il Ministro della salute Fazio è intervenuto per esprimere la soddisfazione del Governo e per annunciarne l'impegno a garantire piena attuazione della legge in tutte le Regioni italiani.

L'Assemblea è quindi passata alla discussione del ddl n. 1781 recante disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009 e della Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2008.

I relatori, sen. Santini (PdL) e Boldi (LNP), hanno evidenziato il particolare quadro europeo in cui si inserisce la discussione, alla luce dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona e del rinnovo dei membri della Commissione europea, con la grande riforma del Consiglio europeo, con un Presidente destinato a durare due anni e mezzo e con un vero e proprio Ministro degli esteri dell'Unione. Al di là degli ampi e articolati contenuti della Relazione e del ddl, passato dai 9 articoli dell'originaria versione agli oltre 50 del testo licenziato dalla Camera dei deputati, si è sottolineata l'esigenza di alcune modifiche regolamentari che conducano da una parte all'esame disgiunto della comunitaria e della Relazione, dall'altra all'allargamento delle competenze della 14a Commissione su tutti i provvedimenti legislativi necessari per l'attuazione di obblighi comunitari.

Respinta una pregiudiziale di costituzionalità illustrata dal sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut), in discussione generale congiunta sono intervenuti i sen. De Eccher, Spadoni Urbani, Germontani, Possa (PdL), Di Giovan Paolo, Marco Filippi, Adamo (PD), Pedica (IdV) e Pittoni (LNP). Il seguito della discussione è stato rinviato al pomeriggio.

Nel corso della seduta, i sen. Finocchiaro (PD), Belisario (IdV) e D'Alia (UDC-SVP-Aut) hanno sollecitato un ampliamento dei tempi di discussione stabiliti per il ddl n. 1955 recante il cosiddetto decreto-legge milleproroghe alla luce della presentazione di ben 650 emendamenti, alcuni dei quali tendenti ad inserire modifiche estremamente importanti e serie.

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