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Martedì 2 Marzo 2010 alle ore 16:32

343ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha approvato all'unanimità la risoluzione della 3a Commissione permanente in tema di immigrazione (doc. XVIII, n. 16). Approvate anche le connesse mozioni presentate dal Gruppo LNP e dal Gruppo PdL, mentre sono risultate respinte le tre mozioni presentate rispettivamente dai Gruppi UDC-SVP-IS-Aut, PD e IdV.

Il Ministro dell'interno Maroni ha ribadito la validità dell'impianto normativo della legge Bossi-Fini, il cui principio più innovativo, che lega il soggiorno ad un regolare contratto di lavoro, è stato recepito dalle legislazioni di molti altri Paesi e la cui efficacia è dimostrata dalla fortissima diminuzione degli sbarchi e dalla decurtazione del 13,9 per cento dei reati commessi da stranieri; tutto ciò anche grazie all'Accordo con la Libia, contestato dalle opposizioni ma applicato in ogni sua parte in un quadro di assoluta legalità nazionale e internazionale, anche con riferimento ai riaccompagnamenti e ai richiedenti asilo. Il Ministro ha inoltre richimato le azioni svolte sul fronte sia delle politiche di integrazione sia della sollecitazione di un maggiore coinvolgimento dell'UE.

Il relatore, sen. Pisanu (PdL), ha auspicato la più ampia convergenza politica sul fenomeno dell'immigrazione, di cui l'Italia ha bisogno per mantenere il tasso attuale di popolazione attiva e il corrispondente livello di sviluppo. Posto che il mezzo più efficace contro l'immigrazione clandestina è il governo intelligente dell'immigrazione regolare, occorre fondare la cittadinanza non sull'etnia cristallizzata e neppure sulla religione, ma sui valori e sugli ideali che uniscono gli italiani e gli europei. Per affrontare le enormi difficoltà, di cui sono espressione sia certe manifestazioni di intolleranza, xenofobia e razzismo sia le reazioni organizzate e in taluni casi violente degli immigrati, è necessario un progetto nazionale per l'immigrazione, anche mobilitando i poteri locali e regionali e le risorse del volontariato.

In sede di illustrazione delle mozioni presentate, il sen. D'Alia (UDC-SVP-IS-Aut) ha sottolineato la necessità di adeguare la legislazione vigente alla mutevolezza del fenomeno, abbandonando impostazioni ideologiche e meramente sanzionatorie che amplificano l'immigrazione clandestina e favoriscono l'azione della criminalità. Occorre soprattutto garantire i diritti dei richiedenti asilo, oggi conculcati dall'attuazione di alcune parti degli Accordi tra l'Italia e la Libia.

Il sen. Livi Bacci (PD) ha evidenziato come il contrasto all'immigrazione clandestina debba essere fermo, efficiente ma anche saggio, tenuto conto che il contributo degli immigrati è essenziale per uno sviluppo competitivo e dinamico della società. A tale scopo vanno introdotte nuove forme di ingresso legale degli immigrati in linea con le esigenze del mercato del lavoro, anche mediante il ricorso a modalità di regolarizzazione ad personam.

Da parte del sen. Mazzatorta (LNP) è stata rilevata la correlazione tra clandestinità e fenomeni criminali, il che rende necessario distinguere nettamente tra immigrati regolari e clandestini che spesso vengono in Italia con intenti predatori e che vanno combattuti esattamente come chiede l'UE. Gli immigrati devono stringere con l'Italia un patto di integrazione che comporti il recepimento dei valori fondamentali della società italiana e la cui rottura, a prescindere dalla gravità del reato commesso, deve portare all'espulsione.

Il sen. Pardi (IdV) ha sottolineato come la legislazione vigente favorisca la clandestinità, malgrado il sistema economico e produttivo del Paese richieda più ampie quote di immigrazione. Le forzature sugli elementi identitari nazionali cui gli immigrati dovrebbero conformarsi stridono con l'illegalità e le irregolarità diffuse che la legislazione italiana rende inevitabili nel momento in cui accoglie come fuorilegge uomini spinti dalla necessità e conseguentemente incanalati verso la criminalità.

Per il sen. Saltamartini (PdL) l'integrazione nella sfera sociale del Paese deve avvenire in un quadro di certezza del diritto e di più efficaci relazioni con i Paesi di provenienza. Il rispetto della legalità e la tutela della dignità e dei diritti dell'uomo devono andare di pari passo e l'Accordo con la Libia, che ha consentito di stroncare il traffico di esseri umani, dimostra l'efficacia dell'azione del Governo.

Nel corso della discussione e delle dichiarazioni di voto finali sono intervenuti i sen. Marcenaro, Marinaro, Bianco, Zavoli (PD), Pardi, Li Gotti (IdV), Bodega, Maraventano, Mazzatorta (LNP), D'Alia (UDC-SVP-IS-Aut) e Quagliariello (PdL).

Nel corso della seduta, l'annuncio da parte del Presidente Schifani del calendario dei lavori approvato a maggioranza dalla Conferenza dei Capigruppo ha provocato un dibattito sulle modalità, difese dai sen. Bricolo (LNP) e Gasparri (PdL), con cui sarà affrontata nel corso della seduta antimeridiana di domani la vicenda del sen. Nicola Di Girolamo (PdL). I sen. Finocchiaro (PD), D'Alia (UDC-SVP-IS-Aut) e Li Gotti (IdV) hanno infatti contestato la scelta di procedere prima alla votazione segreta sulle dimissioni e solo in caso di loro reiezione alla discussione delle mozioni che propongono la decadenza dalla carica.

In precedenza, in risposta alle critiche rivoltegli dal sen. Zanda (PD) in ordine ad alcune dichiarazioni rilasciate sulla questione delle liste per le prossime elezioni regionali, il Presidente Schifani aveva precisato di avere formulato l'auspicio che, nel rispetto delle regole, la sostanza prevalga sulla forma, quando la forma non è essenziale, garantendo il diritto di voto a tutti i cittadini.

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