Senato TV

Martedì 9 Marzo 2010 alle ore 16:03

348ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha proseguito la discussione in seconda lettura del ddl n. 1996 recante disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza, nel testo frutto dell'unificazione di sette proposte di legge, tutte di iniziativa parlamentare, presentate alla Camera dei deputati.

Al termine della discussione generale e delle repliche dei relatori, a nome del Governo il Ministro dei rapporti con il Parlamento Vito ha posto, in considerazione dell'alto numero di emendamenti presentati, la questione di fiducia sugli articoli 1 e 2 del disegno di legge. All'esito della successiva Conferenza dei Capigruppo, i sen. Finocchiaro, Legnini (PD), Belisario (IdV) e D'Alia (UDC-SVP-IS-Aut) hanno fortemente contestato la decisione del Governo di porre la fiducia su un ddl d'iniziativa parlamentare, chiedendo la presenza del Presidente del Consiglio posto che la questione di fiducia attesta l'acquisizione del provvedimento, che non fa parte del programma di governo, fra quelli considerati essenziali dall'Esecutivo. I sen. Quagliariello e Malan (PdL) hanno respinto l'accusa di arroganza rivolta al Governo e ribadito la necessità di porre la questione di fiducia a fronte della presenza di un elevatissimo numero di emendamenti presentati dall'opposizione.

L'avvio della discussione congiunta sulla fiducia posta sui due articoli del ddl è stato rinviato a domani mattina, mentre le votazioni sulla fiducia avranno luogo domani pomeriggio alle ore 17. La votazione finale del provvedimento è prevista per le ore 21 di domani.

In precedenza, il seguito della discussione generale, cui hanno preso parte i sen. Li Gotti, Pardi (IdV), Maritati, Della Monica (PD), Divina (LNP) e Benedetti Valentini (PdL), aveva evidenziato le profonde divergenze tra le forze politiche nel merito del provvedimento con cui si individuano le attività esercitate dal Presidente del Consiglio o dai Ministri che costituiscono impedimento a comparire nelle udienze quale imputato. Le disposizioni in oggetto si applicano fino alla data di entrata in vigore della legge costituzionale che disciplinerà organicamente le prerogative del Presidente del Consiglio e dei Ministri e delle norme attuative delle modalità di partecipazione degli stessi ai processi penali e, comunque, non oltre diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della legge. Da parte dell'opposizione sono state ribadite le ragioni di incostituzionalità e di inopportunità politica di un testo che di fatto tenta di reiterare quanto non si è riusciti ad ottenere attraverso i cosiddetti lodi Schifani e Alfano, mentre la maggioranza ha rilevato come il provvedimento riesca a contemperare le due esigenze, entrambe fortemente avvertite dai cittadini, di assicurare lo svolgimento dei processi senza esenzioni di responsabilità per nessuno e di garantire il diritto-dovere dell'Esecutivo di governare.

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