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Giovedì 10 Giugno 2010 alle ore 09:36

394ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con 164 voti favorevoli e 25 contrari, l'Assemblea del Senato ha confermato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento interamente sostitutivo dell'unico articolo del ddl n. 1611 (esaminato insieme ai connessi ddl nn. 212, 547, 781, 932) recante norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Il provvedimento torna quindi alla Camera dei deputati per la terza lettura.

Conclusa la discussione generale, cui hanno preso parte i sen. Della Monica, Bonino, Casson (PD) e Benedetti Valentini (PdL), l'apertura della fase dedicata alle dichiarazioni di voto finali è stata preceduta dalla protesta di alcuni senatori del Gruppo IdV che hanno preso posto nei banchi destinati ai rappresentanti del Governo. Non avendo avuto esito i richiami all'ordine formulati, il Presidente Schifani ha espulso i senatori IdV, che già avevano occupato l'Aula al termine della seduta pomeridiana di ieri e per tutta la notte, garantendo loro comunque la possibilità di esprimere il proprio voto sulla questione di fiducia.

Il sen. Villari (MPA-AS) ha dichiarato che i senatori del Movimento per le autonomie non partecipano al voto di fiducia in considerazione del mancato accoglimento di alcuni emendamenti, che recepivano i giusti rilievi avanzati dal Procuratore nazionale antimafia Grasso, che avrebbero consentito di garantire il giusto bilanciamento tra il diritto alla privacy e quello ad essere informati.

Il sen. Bruno (All. per l'Italia) ha dichiarato il voto contrario nel merito del provvedimento e nel metodo con cui si è arrivati alla sua definizione, che di fatto ha impedito al legislatore di migliorare un testo che non a caso trova la contrarietà di tutti gli operatori dei settori coinvolti.

Nettamente contrario il voto dichiarato dal sen. Li Gotti (IdV) che ha accusato il Governo di voler demolire la legislazione grazie alla quale sono stati possibili i tanto vantati successi contro la criminalità. Il provvedimento rende difficile provare i crimini, reintroduce la censura, fa ricorso all'omertà di Stato, il tutto per corrispondere, grazie ad una maggioranza complice e connivente, alle richieste del Presidente Berlusconi e per coprire il malaffare che emerge.

Il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut: UV-MAIE-IS-MRE) ha espresso voto contrario malgrado la disponibilità sempre manifestata a contribuire a trovare soluzioni concrete ed efficaci ad un problema reale. Purtroppo la questione di fiducia, priva di senso politico ed istituzionale e posta quale atto di forza che invece nasconde insicurezza e debolezza, ha impedito di migliorare un testo che presenta difetti evidenti e che renderà impossibile perseguire i reati con efficacia e tempestività.

Il sen. Bricolo (LNP) ha invece dichiarato il voto favorevole del Gruppo ad un provvedimento equilibrato che contempera le esigenze investigative con la tutela della privacy dei cittadini che, stanchi delle liti tra le forze politiche, meritano che il Senato finalmente si dedichi all'esame della manovra economica per spingere il Paese fuori dalla crisi. Peraltro, alla luce dei colpi senza precedenti che l'attuale Governo ha inferto alla criminalità organizzata, risultano del tutto strumentali le accuse dell'opposizione circa i presunti vantaggi concessi alla mafia, che anzi stava senz'altro meglio quando governava la sinistra.

La sen. Finocchiaro (PD) ha annunciato la non partecipazione al voto di fiducia del Gruppo, considerando il voto odierno l'inizio del massacro della libertà. Il Paese avrebbe avuto bisogno di una buona legge di riforma della disciplina delle intercettazioni telefoniche che consentisse la pubblicazione delle sole intercettazioni già pubbliche e selezionate dal giudice, nonché degli atti purché non coperti da segreto istruttorio, e che punisse severamente gli abusi. Invece la maggioranza e il Governo impongono una legge che, lungi dal tutelare la privacy e la dignità dei cittadini, favorirà piuttosto i criminali e ucciderà la libertà di informazione.

Il convinto voto favorevole del Gruppo è stato infine dichiarato dal sen. Gasparri (PdL), che ha accusato l'opposizione di arroganza e disprezzo per le istituzioni e si è detto orgoglioso delle modifiche apportate dal Senato grazie al confronto e all'applicazione del metodo democratico, anche all'interno della maggioranza. Il Governo, che già può vantare successi senza precedenti sul fronte della lotta antimafia, con il maxiemendamento che recepisce molti suggerimenti provenienti dagli operatori del settore assicura al Paese una riforma attesa, che coniuga l'esigenza di perseguire i reati con quella di garantire la libertà dei cittadini.

A nome dei senatori appartenenti alla componente radicale del Gruppo PD, la sen. Bonino ha espresso un convinto voto contrario ad un testo che nega e calpesta diritti inalienabili costituzionalmente garantiti.

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