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Martedì 15 Giugno 2010 alle ore 16:35

396ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

L'Assemblea del Senato ha avviato la discussione del ddl n. 2150 di conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64, recante disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali.

Il Ministro per i beni e le attività culturali Bondi ha evidenziato la gravità della crisi in cui versa il settore lirico-sinfonico, che assorbe il 47 per cento delle risorse del Fondo unico per lo spettacolo a detrimento quindi anche degli altri comparti. Da qui la necessità e l'urgenza di un intervento riformatore che è stato sottoposto al confronto aperto e costruttivo del Parlamento che infatti, nella Commissione di merito, ha già proposto numerose modifiche condivise. Il Governo e la maggioranza hanno a cuore la cultura quanto le opposizioni, perché la cultura è nel contempo la storia, il presente e il futuro del Paese, ma la crisi economica impone di rivedere il ruolo dello Stato nel settore, riducendo sprechi, eliminando finanziamenti a pioggia, indirizzando le risorse verso le iniziative di qualità e salvaguardando gli istituti di cultura all'estero.

Il relatore, sen. Asciutti (PdL), ha sottolineato come il decreto persegua l'obiettivo primario di riformare gli assetti fondamentali di un settore in profonda crisi, ormai giunto al termine di una parabola legislativa caratterizzata da norme obsolete e da interventi riformatori rivelatisi parziali, inefficaci e soprattutto incapaci di contrastare la crescita esponenziale delle spese. Il decreto intende proprio avviare il risanamento del comparto, intervenendo anche sul fronte dei contratti dove viene attribuita un'importante funzione all'ARAN.

Il relatore di minoranza, sen. Vita (PD), ha invece evidenziato il carattere quasi punitivo del decreto-legge verso un universo non omologato né controllabile, secondo un'impostazione votata ad apportare tagli all'intera filiera dei saperi. Certamente è necessario un aggiornamento della legislazione, ma è significativo che il Governo abbia preferito la strada della legislazione d'urgenza anziché un testo che partisse dalla risoluzione unitaria votata nella Commissione di merito nel marzo del 2009. L'approccio meramente contabile del Governo e della maggioranza perde di vista le specificità del patrimonio culturale e la capacità della cultura di produrre ricchezza.

Dopo che i sen. Bugnano (IdV), Marcucci, Rusconi e Soliani (PD) hanno evidenziato i profili di incostituzionalità su cui si fondano le questioni pregiudiziali presentate, che sono poi state tutte respinte, in sede di discussione generale sono intervenuti i sen. Vittoria Franco, Mariapia Garavaglia (PD), Bugnano, Carlino (IdV), Pittoni (LNP), Colli e Amato (PdL).

L'Assemblea ha quindi avviato l'esame dell'articolato, a partire dagli emendamenti presentati all'articolo 1, tra cui quelli della Commissione che sono stati approvati. La discussione proseguirà nella giornata di domani.

In apertura di seduta, il sen. Tomassini (PdL) aveva ricordato la figura di Giovanni Valcavi, già membro del Senato, avvocato e giurista, recentemente scomparso, richiamandone l'impegno civile, professionale, politico e sociale. Schieratosi con la Resistenza, Giovanni Valcavi ha ricoperto, nel filone del socialismo riformista, incarichi politici a livello locale e parlamentare. Ulteriori contributi volti a ricordare la poliedrica personalità di Valcavi sono venuti dai sen. De Toni (IdV), Thaler Ausserhofer (UDC-SVP-Aut: UV-MAIE-IS-MRE), Gustavino (All. per l'Italia), Leoni (LNP), Paolo Rossi (PD) e Bonfrisco (PdL).

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