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Mercoledì 16 Giugno 2010 alle ore 16:04

398ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha approvato, in prima lettura e con modificazioni, il ddl n. 2150 di conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64, recante disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali.

In sede di dichiarazioni di voto finali, il sen. Giambrone (IdV) ha dichiarato la contrarietà ad un decreto che, lungi dall'avere il respiro di una vera riforma, opera tagli indiscriminati ed individua ingiustamente nel personale l'unica causa di spreco, secondo una logica ricattatoria finalizzata ad accelerare la chiusura del contratto collettivo nazionale. Il comparto viene inoltre privato di prospettive a causa dell'esiguità delle risorse e delle limitazioni sul fronte delle assunzioni.

La sen. Sbarbati (UDC-SVP-Aut: UV-MAIE-IS-MRE) ha stigmatizzato il ricorso alla decretazione d'urgenza, tanto più alla luce del confronto parlamentare già positivamente avviato nel marzo 2009 con l'approvazione di una unanime risoluzione sulla materia. Il decreto non interviene su temi fondamentali, come la governance del comparto, la responsabilizzazione delle fondazioni e l'ottimizzazione delle risorse, ma colpisce ingiustamente i lavoratori, mortifica i giovani creativi e svilisce la cultura che invece è l'unica risorsa a costo zero di cui dispone il Paese.

Pur non dichiarandosi completamente soddisfatto, il sen. Pittoni (LNP) ha dichiarato il voto favorevole del Gruppo su un testo fortemente migliorato dalle iniziative emendative della Lega Nord. Il provvedimento garantisce la più ampia sinergia tra le fondazioni lirico-sinfoniche, razionalizza le risorse, facilita il confronto con le organizzazioni sindacali, responsabilizza i vertici gestionali delle fondazioni valorizzandone le finalità sociali ed educative e promuove la cultura sul territorio.

Ferma contrarietà è stata invece dichiarata dal sen. Marcucci (PD), che ha accusato il Governo di non aver voluto cogliere la disponibilità delle opposizioni per privilegiare un'impostazione che vede la cultura come costo anziché come investimento, per di più lasciando irrisolti i grandi nodi che sono alla base della situazione di crisi in cui versa il settore. L'Esecutivo ha di fatto umiliato il comparto, ignorato le Regioni e marginalizzato il Parlamento, con un decreto recante molteplici profili di illegittimità e tale da provocare la giusta ed unanime protesta degli operatori del settore.

Infine, il sen. Possa (PdL) ha dichiarato il convinto voto favorevole del Gruppo su un decreto che, a dispetto dell'operazione propagandistica dell'opposizione che ha invano cercato di accreditarsi come unico paladino della cultura nel Paese, riconosce l'opera meritoria delle fondazioni lirico-sinfoniche e interviene per sanare le conseguenze del fallimento della legislazione introdotta dal centrosinistra nel 1996 che ha prodotto una condizione di sbilanciamento tra costi e ricavi, gestioni inefficienti, la frammentazione della contrattazione collettiva in onerosi contratti integrativi, esigui introiti e una produttività generale inferiore alla media europea.

In precedenza erano stati esaminati gli articoli non ancora affrontati nel corso delle precedenti sedute. Numerosi gli emendamenti presentati dalla Commissione che sono risultati approvati; tra questi la soppressione dell'articolo 5 in materia di attività cinematografiche e un articolo aggiuntivo, dopo l'articolo 7, che istituisce, per la sola giornata del 17 marzo 2011, la festa nazionale per la celebrazione del 150° anniversario della proclamazione dell'Unità d'Italia.

Il Senato ha quindi definitivamente convertito in legge, con modificazioni, il decreto-legge 28 aprile 2010, n. 63 recante disposizioni urgenti in tema di immunità di Stati esteri dalla giurisdizione italiana e di elezioni degli organismi rappresentativi degli italiani all'estero (ddl n. 2209).

Il relatore, sen. Tofani (PdL), ha illustrato i temi del decreto. Il primo è relativo alla sospensione dell'efficacia dei titoli esecutivi nei confronti di uno Stato estero fino al 31 dicembre 2011 in pendenza dell'accertamento dell'immunità dalla giurisdizione italiana degli Stati esteri. La norma si applica anche al contenzioso con la Germania relativo alle deportazioni compiute sul territorio italiano dopo l'8 settembre del 1943. Il secondo tema è riferito alle elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero (COMITES) e del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE), elezioni che vengono rinviate rispetto alla scadenza prevista e che dovranno comunque avere luogo entro il 31 dicembre 2012.

Con riferimento in particolare al primo tema, il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri Scotti ha sottolineato l'importanza della risposta seppur parziale che il decreto fornisce a questioni di estrema delicatezza giuridica e politica, rispetto alle quali peraltro l'Italia deve scegliere tra la strada della ratifica degli accordi internazionali e quella di una specifica legislazione nazionale.

In sede di discussione generale e di dichiarazioni di voto finali sono intervenuti per la maggioranza i sen. Alberto Filippi (LNP), Benedetti Valentini, Longo (che tuttavia ha annunciato il suo personale voto di astensione) e Bettamio (PdL), per le opposizioni i sen. Pedica (IdV), Randazzo, Casson, Micheloni, Marcenaro (PD) e Giai (UDC-SVP-Aut: UV-MAIE-IS-MRE).

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