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Giovedì 22 Luglio 2010 alle ore 09:41

410ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha approvato in prima lettura, con modificazioni, il ddl n. 2266 di conversione in legge del decreto-legge 8 luglio 2010, n. 105, recante misure urgenti in materia di energia, adottato dal Governo a seguito della recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità, per contrasto con le competenze delle Regioni, delle disposizioni contenute nel decreto-legge n. 78 del 2009 sui commissari straordinari.

Come rilevato dalla relatrice, sen. Vicari (PdL), il decreto tende a consentire la realizzazione di progetti strategici per lo sviluppo del Paese nel settore dell'energia, con particolare riguardo alle opere di trasmissione, distribuzione e produzione dell'energia e permetterà, nel settore delle fonti rinnovabili, di salvaguardare gli investimenti effettuati fino ad ora, anche al fine di raggiungere gli obiettivi fissati dall'Unione europea. Il decreto prevede, tra l'altro, un maggiore coinvolgimento delle Regioni nella procedura di nomina dei commissari straordinari e, nel nuovo testo dell'articolo 1 approvato su proposta della Commissione, viene distinto il ruolo del Consiglio dei ministri da quello delle Regioni e sono regolati i termini dell'intesa e le procedure di intervento sostitutivo. Sono inoltre abrogate alcune disposizioni della legge n. 99 del 2009 (cosiddetta legge sviluppo) in materia di incompatibilità del Presidente e degli altri componenti dell'Agenzia per la sicurezza nucleare.

Nel corso dell'esame in Assemblea sono stati inoltre approvati alcuni emendamenti aggiuntivi proposti dalla Commissione di merito che hanno ulteriormente ampliato lo spettro degli interventi previsti nel decreto, tanto che di alcuni di essi i sen. Della Seta e Legnini (PD) hanno contestato l'estraneità della materia.

Dopo che la questione pregiudiziale illustrata dal sen. Perduca (PD) è risultata respinta, in sede di discussione generale, cui hanno preso parte i sen. Tomaselli, Fioroni, Giaretta (PD) e Pardi (IdV), è stata contestata l'impostazione del decreto che, malgrado il pronunciamento della Suprema Corte, insiste nella logica dei commissari straordinari con il rischio di portare a regime di norma costante ciò che dovrebbe essere eccezionale. Ad oltre due mesi dall'assunzione dell'interim del Dicastero da parte del Presidente del Consiglio, con il risultato di un ulteriore aggravamento del suo conflitto di interessi, si registra la sostanziale inerzia del Governo che realizza piccoli interventi settoriali anziché presentare l'annunciato Piano energetico nazionale. Voto contrario al provvedimento è stato dichiarato dai sen. Bruno (All. per l'Italia), Pardi (IdV), Pinzger (UDC-SVP-Aut: UV-MAIE-IS-MRE) e Bubbico (PD). Favorevoli invece i sen. Cagnin (LNP) e Ghigo (PdL).

L'Assemblea ha anche avviato l'esame del ddl n. 1905 recante norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario, e dei connessi ddl nn. 591, 874, 970, 1387 e 1579.

Il relatore, sen. Valditara (PdL), ha sottolineato l'importanza di un provvedimento che si annuncia come la più profonda riforma degli ultimi anni in tema di istruzione e ricerca, frutto di un ampio e proficuo lavoro in Commissione di merito. Il testo si ispira a due principi fondamentali, la responsabilità e il merito, anche attraverso una rivisitazione del concetto di autonomia degli atenei fondata sull'attribuzione di risorse in ragione della valutazione dei risultati ottenuti. Il provvedimento opera una netta distinzione di funzioni tra Consiglio di amministrazione e Senato accademico, favorisce le federazioni tra università, istituisce il fondo per il merito destinato ad incentivare le eccellenze, limita a due mandati consecutivi, per un massimo di otto anni, l'incarico di rettore, trasforma la figura del ricercatore, prevede il commissariamento degli atenei in dissesto finanziario e interviene in tema di mobilità e di reclutamento, con l'introduzione dell'abilitazione scientifica nazionale in luogo del precedente sistema fondato su concorsi banditi dai singoli atenei.

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