Senato TV

Mercoledì 10 Novembre 2010 alle ore 09:34

455ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

L'Assemblea del Senato ha dedicato la seduta antimeridiana alla discussione del Progetto di Programma nazionale di riforma per l'attuazione della Strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva - Europa 2020, riprendendo altresì l'esame della mozione n. 314 sulla politica economica. Al termine del dibattito, l'Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione della maggioranza, unica tra quelle presentate ad essere stata accolta dal Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Casero. A seguito di una proposta del Azzollini (PdL) di parziale riformulazione della mozione n. 314, su cui si è manifestata una disponibilità da parte dei proponenti, la votazione finale della mozione è stata rinviata al pomeriggio.

Il relatore, sen. Pichetto Fratin (PdL), premesso che il Programma diventerà definitivo nell'aprile 2011, ha richiamato anzitutto i pilastri del nuovo disegno delle politiche europee sulla materia: riforma del sistema finanziario e bancario; sorveglianza fiscale con revisione del patto di stabilità e crescita e controllo degli adempimenti; sanzioni per le infrazioni. Tutto ciò vincola i Governi nazionali a garantire la stabilità dei conti pubblici, presupposto imprescindibile per la crescita. Il Governo italiano, fermo restando il vincolo del debito pubblico, individua quattro obiettivi fondamentali: la questione meridionale, la questione fiscale, la scelta nucleare, la necessità di coniugare libertà individuale e legalità. Per conseguire tali obiettivi, oltre al controllo del debito pubblico, occorrono grandi riforme dello Stato che permettano la crescita del prodotto interno lordo e consentano al Paese di essere competitivo. Il Programma descrive le fondamentali misure strutturali, peraltro parte integrante del programma di Governo, cui va data immediatamente attuazione, a partire dai decreti attuativi del federalismo fiscale.

Il relatore di minoranza, sen. Morando, ha anzitutto rilevato come ci si trovi di fronte ad un Patto di stabilità e crescita del tutto nuovo, orientato al superamento non solo degli squilibri delle pubbliche finanze, ma anche di quelli dell'economia reale nel suo complesso, facendo dunque riferimento a deficit, debito, occupazione, competitività, bilancia commerciale, produttività, coesione sociale, lotta alla povertà. Il Programma nazionale di riforma, di cui il Senato discute per insistita iniziativa dell'opposizione e che rappresenta il primo atto nel processo di decisione del cosiddetto semestre europeo, delinea puntuali obiettivi, quantitativamente definiti e dunque verificabili nel tempo, cui ispirare riforme strutturali volte al superamento dei cosiddetti colli di bottiglia che restringono le potenzialità di crescita dell'Italia e dell'Europa nel suo complesso. Pur spendendo percentualmente molto per sanare le ineguaglianze, l'Italia ha una mobilità sociale bloccata e registra una riduzione della crescita, situazioni che impongono la riduzione dell'enorme debito pubblico accumulato che però produce nell'immediato una minore crescita. Per uscire dal circolo vizioso bisogna realizzare una rivoluzione nella qualità della spesa pubblica per renderla più produttiva, nonché riforme che accrescano la produttività senza gravare sui conti pubblici, a partire da quelle che riguardano mercato del lavoro, energia, formazione del capitale umano, concorrenza nel cruciale settore dei servizi professionali. Il Governo Berlusconi, che peraltro insiste nel negare la necessaria interlocuzione con il Parlamento, non è in grado di realizzare una simile strategia.

Nel corso della discussione e delle dichiarazioni di voto finali, cui hanno preso parte i sen. Giaretta, Bubbico, Tomaselli, Cabras, Della Seta, Anna Maria Serafini, Tonini (PD), Lannutti, Carlino, Mascitelli (IdV), Musso (Misto), Grillo, Lauro, Azzollini (PdL), Poli Bortone, D'Alia, Gustavino (UDC-SVP-Aut: UV-MAIE- Io Sud-MRE), Germontani, De Angelis (FLI), Boldi e Vaccari (LNP), il sen. Rutelli (API), primo firmatario della mozione n. 314 sulla politica economica, ha sottolineato la stretta dipendenza della possibilità di migliorare i conti pubblici dalla ripresa della crescita economica.

Fine pagina

Vai a: