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Giovedì 11 Novembre 2010 alle ore 09:40

457ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Ministro per i beni e le attività culturali Bondi ha reso al Senato un'informativa sul crollo della Casa dei gladiatori a Pompei, inquadrando anzitutto la vicenda in uno scenario politico attraversato da richieste di dimissioni e attribuzioni di responsabilità a suo avviso ingiuste e strumentali. Il Ministro, nel rilevare che avrebbe di sua iniziativa rassegnato le dimissioni in presenza di sue effettive e dirette responsabilità, ha ricordato come l'area archeologica di Pompei e l'intero patrimonio artistico italiano presentino da decenni gravi problemi per la cui soluzione nessuno finora è riuscito ad impostare una strategia adeguata. Il Ministro Bondi ha quindi rivendicato l'efficacia dell'azione ministeriale finora svolta, di cui è testimonianza proprio l'area archeologica di Pompei, fino a due anni fa prostrata da un'inaccettabile condizione di degrado. Pur non potendosi escludere il rischio di nuovi crolli, va dato atto del buon lavoro svolto dal commissario nominato per affrontare l'emergenza, il quale peraltro ha operato in stretto raccordo e in totale sintonia con i sovrintendenti. Il crollo della Casa dei gladiatori non è certo imputabile alla mancanza di fondi, ma all'assenza di una gestione capace di utilizzare al meglio le risorse esistenti, il che nulla toglie allo straordinario lavoro di salvaguardia, conservazione e tutela del patrimonio storico-artistico e del paesaggio svolto dai sovrintendenti. Al fine di individuare nuove figure professionali e nuove forme di gestione, l'ufficio legislativo del Ministero sta predisponendo le linee operative per la definizione degli atti costitutivi e statutari di una fondazione per la gestione di Pompei; inoltre, un gruppo di lavoro, coordinato dal professor Carandini, presidente del Consiglio nazionale dei beni culturali, valuterà lo stato di degrado ed il livello di rischio di tutti gli edifici dell'area archeologica di Pompei e, anche attraverso il ricorso alle più moderne tecnologie, proseguirà l'opera di studio e di catalogazione di tutti gli edifici. Il Ministro Bondi ha concluso riconoscendo la sussistenza di un più generale ed antico problema di esiguità delle risorse che lo Stato italiano investe nella cultura.

Nel corso del susseguente dibattito, il Ministro ha incassato la solidarietà manifestata, a nome dei rispettivi Gruppi, dai sen. Pittoni (LNP) e De Feo (PdL), mentre il sen. Pontone (FLI) ha rilevato che la gravità dell'accaduto richiede un'assunzione di responsabilità politica. A nome delle opposizioni, i sen. Russo (API), Bugnano (IdV), Zanda (PD) D'Alia e Sbarbati (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE) hanno invece fortemente criticato la conduzione del Dicastero per i beni culturali e ambientali chiedendo le dimissioni del Ministro, colpevole soprattutto di non aver saputo rendere la cultura una priorità assoluta per il Paese.

Per accordi intercorsi tra i Gruppi, il seguito dell'esame del provvedimento sulla riforma della professione forense è stato rinviato ad altra data.

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