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Martedì 23 Novembre 2010 alle ore 16:31

464ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha approvato in prima lettura il testo proposto dalla Commissione giustizia recante nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense, testo frutto dell'esame dei ddl presentati in materia nn. 601, 711, 1171 e 1198.

In sede di dichiarazioni di voto finali, il sen. Viespoli (FLI) ha dichiarato il voto favorevole del Gruppo, pur senza l'entusiasmo che l'importanza della materia e l'attesa creatasi intorno alla riforma avrebbero dovuto produrre. In particolare, il testo appare carente sul terreno della concorrenza e penalizzante nei confronti dei giovani.

Il sen. Belisario (IdV) ha invece dichiarato voto contrario giacché la riforma non ha sciolto alcuno dei nodi essenziali della materia: l'accesso, la formazione, il tema delle incompatibilità, l'esercizio effettivo della professione, il sistema tariffario, l'organizzazione dell'avvocatura, il sistema disciplinare.

Il voto contrario del Gruppo è stato dichiarato dal sen. Pistorio (MPA), che ha stigmatizzato la chiusura della maggioranza rispetto agli emendamenti presentati, tra cui particolarmente grave è la bocciatura della proposta di ripristino delle tariffe minime. Gli avvocati più giovani subiscono le maggiori penalizzazioni, tanto che almeno 50.000 avvocati risultano a rischio di cancellazione d'ufficio. Negative anche le conseguenze sull'utenza, in particolare sul versante dei prezzi.

Il sen. Serra (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE) ha invece annunciato l'astensione del Gruppo, in considerazione dell'ineludibilità della riforma e nella speranza che la Camera dei deputati possa intervenire per annullare le molte perplessità che il testo in votazione suscita, un testo poco lungimirante e di corto respiro, soprattutto per la mancanza di misure in grado di garantire i necessari requisiti di modernità, libera concorrenza e prestigio dell'avvocatura.

Voto favorevole è stato invece dichiarato dal sen. Mazzatorta (LNP) che ha evidenziato l'importanza della riforma che, dopo 77 anni di sterili discussioni, interviene con misure non più procrastinabili se si vuole evitare la fine della tradizionale figura dell'avvocato, che va difesa ma anche resa idonea alla modernità. In tal senso, pur non volendosi tornare al numero chiuso, era particolarmente urgente intervenire al fine di rendere rigorosa la selezione, anche alla luce di un numero di avvocati operanti in Italia innegabilmente esuberante.

Il voto contrario del Gruppo è stato dichiarato dal sen. Carofiglio (PD), che ha lamentato come la riforma sia in rotta di collisione con i principi che consentirebbero di affermare un'avvocatura libera, plurale, aperta, competente, moderna ed europea. Il testo non tutela i giovani, non garantisce l'utenza sul fronte delle tariffe, produce sovrapposizioni nelle competenze degli organi dell'avvocatura, detta norme inadeguate in tema di incompatibilità e istituisce un'inaccettabile riserva di attività di consulenza a favore degli avvocati.

Il convinto voto favorevole del Gruppo è stato motivato dal sen. Mugnai (PdL), che ha sottolineato anzitutto come la riforma abbia ricevuto l'unanime consenso di tutte le organizzazioni rappresentative degli avvocati, una riforma all'altezza dei tempi e in sintonia con l'Europa. Le ragioni della libera professione sono state difese dalla maggioranza, in contrapposizione ad un modello alternativo proposto dalle opposizioni rispondente a criteri aziendalistici e sindacali. Al contempo viene difesa la dignità professionale, a garanzia anzitutto dei giovani avvocati e a partire dalla serietà del percorso individuato per il praticantato.

In dissenso dai Gruppi di appartenenza, i sen. Li Gotti (IdV) e Lusi (PD) hanno dichiarato rispettivamente voto favorevole e voto di astensione.

Il Senato ha poi approvato una mozione sulle candidature alle elezioni regionali e amministrative, mozione recante le firme di senatori di diversi Gruppi di maggioranza e di opposizione. In fase di dibattito e di dichiarazioni di voto finali, cui hanno partecipato i sen. Li Gotti (IdV), Serra (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE), Della Monica, De Sena (PD), Vallardi (LNP) e Centaro (PdL), è stata sottolineata in particolare l'importanza della relazione, approvata all'unanimità in Commissione antimafia, recante il codice di autoregolamentazione rivolto ai partiti, alle formazioni politiche e alle liste civiche in tema di formazione delle liste dei candidati per le elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali. Con la mozione approvata si chiede al Governo di sostenere i progetti legislativi in itinere affinché tale codice venga esteso a tutti i livelli, a partire da quello parlamentare. Respinta invece una mozione presentata sulla stessa materia dal sen. Li Gotti (IdV).

La Presidenza ha infine comunicato le determinazioni richieste dal Regolamento sul contenuto del disegno di legge di stabilità, con ciò aprendo ufficialmente la sessione di bilancio. Il sen. Morando (PD) è intervenuto per motivare le forti perplessità circa la correttezza della copertura prevista per i nuovi oneri che la legge di stabilità comporta. Argomentazioni in senso contrario a tali considerazioni sono quindi state offerte dal sen. Azzollini (PdL).

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