Martedì 10 Settembre 2013 - 98ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 16:30)

L'Assemblea ha avviato l'esame dei ddl n. 888, recante "Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2012", e n. 889, recante "Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2013".

Con l'approvazione del rendiconto generale dello Stato il Parlamento prende atto delle risultanze contabili scaturenti dalla gestione dell'esercizio precedente rispetto alle previsioni inizialmente formulate nel bilancio di previsione. Con il ddl di assestamento possono essere proposte, limitatamente all'esercizio in corso, variazioni compensative tra le dotazioni finanziarie relative a programmi di una stessa missione, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica. Le risultanze del rendiconto e dell'assestamento per il 2013 costituiscono la base di riferimento per la proposta di bilancio a legislazione vigente per l'esercizio 2014 ai fini della valutazione dei residui passivi e degli eventuali adeguamenti delle autorizzazioni di pagamento.

Il relatore sul rendiconto, senatore Santini (PD), ha segnalato che il documento comprende il conto consuntivo del bilancio, il conto consuntivo generale del patrimonio a valore, i conti consuntivi allegati di alcune amministrazioni statali dotate di autonomia. Una novità rilevante è rappresentata dalla dematerializzazione, realizzata in via sperimentale di concerto con la Corte dei conti. Anche per il 2012 è stato inoltre rafforzato il ruolo delle rilevazioni economiche in termini di costi. Il conto del bilancio - ha ricordato il relatore - è articolato su due livelli di aggregazione: le missioni, che sono 34, e i programmi, il cui numero è confermato in 172. Nel rendiconto 2012 trova conferma l'adozione del nuovo impianto delle note preliminari. La compilazione delle note integrative al consuntivo costituisce strumento per rafforzare la trasparenza e la capacità delle amministrazioni di rendere conto della propria gestione.

Passando ai dati contabili, il relatore ha rammentato che la gestione finanziaria dell'anno scorso è avvenuta nel quadro di una flessione dello 0,8 per cento del PIL rispetto all'anno precedente. Per effetto delle recenti manovre, che hanno consentito di onorare gli impegni assunti a livello europeo, l'esercizio trascorso ha evidenziato una nuova riduzione dell'indebitamento anche rispetto ai due esercizi precedenti, segnando un valore pari al 3 per cento del PIL. Il saldo primario si è attestato su un valore pari al +2,5 per cento del PIL. Passando ai dati relativi alla gestione di competenza, per le entrate finali gli accertamenti sono ammontati a 545,7 miliardi (521,7 nel 2011), mentre le spese finali si sono attestate a 535 miliardi (520,8 nel 2011). Ne deriva che il saldo netto è positivo per circa 10,8 miliardi di euro. Si registra inoltre un ulteriore miglioramento del risparmio pubblico che passa da 46,1 a 48,5 miliardi di euro. Infine, il ricorso al mercato finanziario si attesta a 203,5 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2011.

Il relatore ha evidenziato il particolare interesse delle informazioni deducibili dall'analisi economica delle spese finali, che confermano la difficoltà di ridurre la spesa corrente e la caduta preoccupante della spesa in conto capitale. Passando alla gestione di cassa, nel 2012 il risparmio pubblico è stato negativo per circa 19,1 miliardi di euro, in miglioramento sia rispetto al consuntivo 2011 (-22,1 miliardi di euro), sia rispetto alle previsioni definitive (-36,2 miliardi di euro). Il conto dei residui, in relazione alla gestione degli esercizi precedenti, presenta un'eccedenza attiva. In sintesi, per quanto riguarda i residui di nuova formazione, l'esercizio 2012 ha prodotto residui attivi per 97,7 miliardi di euro e residui passivi per 42 miliardi di euro, con un'eccedenza attiva di 55,7 miliardi di euro (era di 38,5 miliardi nel 2011). I residui passivi sono da imputare principalmente alle spese di parte corrente. La gestione patrimoniale registra un peggioramento: nel 2012 compare un'eccedenza passiva di 1.533,8 miliardi di euro. Il relatore ha segnalato infine le irregolarità rilevate dalla Corte dei conti in sede di giudizio di parificazione. Le difformità hanno formato oggetto di una specifica analisi, contenuta nel referto trasmesso al Parlamento. Le discordanze riguardano in particolare il riscosso residui. Sul versante della spesa la Corte ha censurato i noti problemi delle eccedenze, della consistenza dei residui e delle autorizzazioni definitive di cassa.

Il relatore sull'assestamento per il 2013, senatore Ceroni (PdL), ha evidenziato anzitutto un netto peggioramento dei saldi di bilancio in termini di competenza rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio per il 2013. Le variazioni sono imputabili prevalentemente all'incremento delle spese e, in particolare, all'avvenuta istituzione del fondo finalizzato ad assicurare la liquidità per i pagamenti delle amministrazioni locali (si tratta di 10 miliardi, ai quali si aggiungono 500 milioni per l'estinzione dei debiti delle amministrazioni centrali dello Stato). Il peggioramento del saldo netto da finanziare è riconducibile alle minori entrate finali, per un importo pari a 12.356 milioni, risultante da una forte diminuzione delle entrate tributarie (per 14.521 milioni). Nell'ambito di queste ultime il relatore ha segnalato la contrazione del gettito IVA per 10.548 milioni. Le previsioni di Irpef e Ires registrano invece un aumento. Quanto alle spese finali, le variazioni tra previsioni assestate e previsioni iniziali fanno registrare un incremento in termini di competenza pari a 14.082 milioni, ascrivibili per la gran parte alla spesa in conto capitale; la spesa corrente al netto degli interessi cresce, invece, in misura lieve. Anche le previsioni in termini di cassa determinano nel 2013 un peggioramento dei saldi. Al 31 dicembre 2012 i residui passivi accertati per le spese finali di bilancio statale, al netto di quelli relativi al rimborso dei prestiti, ammontavano a 73.347 milioni. I residui per spese finali si sono contratti nel 2012 rispetto all'esercizio precedente: la dinamica degli ultimi due anni va ascritta principalmente alle economie conseguenti agli interventi normativi del 2011 e del 2012.

L'articolo 2 del provvedimento di assestamento contiene alcune modifiche alla legge di bilancio per il 2013. In particolare, il comma 1 dispone l'aumento dell'importo massimo autorizzato di emissione dei titoli pubblici. Il comma 2 stabilisce l'incremento del fondo occorrente per la riassegnazione dei residui passivi della spesa in conto capitale. L'articolo 3, al fine di consentire l'erogazione nell'anno successivo delle somme rimaste da pagare alla fine di ciascun esercizio finanziario a titolo di competenze accessorie, estende all'Arma dei carabinieri le disposizioni di cui al comma 3 dell'articolo 2 del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 1º dicembre 2010. In conclusione, secondo il relatore, l'assestamento fa emergere numerose criticità nella gestione della finanza pubblica: le manovre correttive degli ultimi anni hanno avuto effetti depressivi sull'economia, provocando una forte contrazione dei consumi e una flessione sensibile del gettito IVA; la spending review non ha dato i risultati sperati; il debito pubblico ha raggiunto 2100 miliardi.

Nella discussione generale congiunta sono intervenuti i senatori: Lai, Del Barba, Magda Angela Zanoni, Lucrezia Ricchiuti (PD); Olivero (SCpI); Bocchino, Vacciano, Elisa Bulgarelli (M5S); Uras (Misto-SEL); Mandelli (PdL).

I Gruppi che non fanno parte della maggioranza hanno criticato una politica economica di austerità recessiva, incapace di rilanciare crescita e occupazione, di ridurre selettivamente la spesa improduttiva, di contrastare l'evasione fiscale, di investire l'avanzo primario in un nuovo modello di sviluppo. In sede di replica, il senatore Santini (PD) ha osservato che tali critiche, valide per gli anni 2011 e 2012, non tengono conto dei miglioramenti che si registrano nella seconda metà del 2013. Il senatore Ceroni (PdL) ha espresso preoccupazione per l'elevato livello del debito pubblico. Il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Giorgetti ha sottolineato i progressi compiuti sul fronte del risparmio pubblico e dell'accelerazione dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, ricordando che il Governo, insediatosi da pochi mesi, si ripromette di agganciare la ripresa europea, di migliorare la qualità della spesa pubblica e di rimodulare il carico fiscale.

Sono stati accolti, con modifiche, gli ordini del giorno G100 e G101 dei senatori Comaroli e Bitonci (LN-Aut) che impegnano il Governo a rafforzare le iniziative in materia di spending review, a ridurre sprechi e inefficienze della pubblica amministrazione, a destinare prioritariamente le risorse ai comuni virtuosi. Accolto anche l'ordine del giorno G102 del senatore Uras (Misto-SEL) e altri che impegna il Governo, nell'ambito dei prossimi provvedimenti, a prevedere interventi di sostegno alla domanda, ad adottare un piano per il lavoro, ad alleggerire la pressione fiscale su lavoro e imprese, a promuovere una politica industriale fondata su investimenti in innovazione e ricerca.

Approvati gli articoli dei due provvedimenti, le votazioni e le dichiarazioni finali sono state rinviate alla seduta antimeridiana di domani.

In apertura di seduta la Presidente di turno Lanzillotta ha comunicato modifiche e integrazioni al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 26 settembre. Domani alle ore 11 il Ministro della giustizia renderà un'informativa sulla riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie; alle ore 16 il Presidente del Consiglio Letta riferirà sul vertice G20 di San Pietroburgo.

(La seduta è terminata alle ore 19:46 )



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