Mercoledì 12 Febbraio 2014 - 190ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 16:03)

Il Presidente di turno Calderoli, in apertura di seduta, ha comunicato gli esiti della Conferenza dei Capigruppo che ha approvato, a maggioranza, modifiche e integrazioni al calendario dei lavori. Domani mattina il Ministro degli esteri renderà un'informativa sulla vicenda dei fucilieri di marina. La prossima settimana, a partire da lunedì pomeriggio fino a venerdì, saranno esaminati i decreti-legge svuota carceri, enti locali e missioni internazionali. Il ddl sul reato di negazionismo è stato rinviato in Commissione.

La proposta del sen. Palma (FI-PdL) di anticipare a domani mattina l'esame del decreto svuota carceri è stata respinta.

L'Assemblea ha poi approvato il ddl n. 1213 di conversione in legge del decreto legge 28 dicembre 2013, n. 149, recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore. Il testo passa all'esame della Camera.

Il provvedimento dispone l'abolizione, secondo criteri di gradualità, del sistema vigente di rimborso delle spese elettorali e di contribuzione pubblica per l'attività politica, che viene sostituito da forme di contribuzione volontaria di cui i partiti beneficeranno a condizione di osservare norme sulla trasparenza e sulla democrazia interna. Per le erogazioni liberali in denaro in favore dei partiti è prevista una detrazione dall'IRPEF del 30 per cento per importi compresi tra 30 e 20.000 euro annui. A ciascun contribuente è riconosciuta la facoltà di destinare il 2 per mille dell'IRPEF in favore di un partito politico.

Dopo che nella seduta antimeridiana è proseguito l'esame degli emendamenti accantonati, è stato approvato da ultimo l'emendamento 5.500 della sen. De Petris (Misto-SEL) e altri, che obbliga i parlamentari a indicare in sede di dichiarazione dei redditi le somme superiori a 5000 euro, ricevute a titolo di liberalità.

Con diversi accenti, hanno svolto dichiarazione di voto finale a favore del ddl i sen. Maran (SC), Albertini (PI), Buemi (Aut-PSI), Patrizia Bisinella (LN-Aut), Augello (NCD), Anna Maria Bernini (FI-PdL), Doris Lo Moro (PD) i quali ritengono che l'abolizione del finanziamento pubblico diretto dei partiti risponda ad un'esigenza particolarmente avvertita dai cittadini e sia una condizione necessaria, in questa congiuntura, per restituire autorevolezza alla politica. Secondo il PD il provvedimento pone una sfida ai partiti: il funzionamento del nuovo sistema di contribuzione andrà quindi verificato. Forza Italia ha espresso riserve sul ricorso alla decretazione d'urgenza, sull'eccessiva timidezza del provvedimento, sulla complessità delle norme riguardanti le erogazioni liberali. Metà dei senatori di Per l'Italia non ha partecipato alla votazione per criticare l'estensione della cassa integrazione ai dipendenti dei partiti. Il Gruppo Aut-PSI ha espresso riserve sulla mancata regolamentazione della vita interna dei partiti e sulle insufficienti tutele per le minoranze. Secondo la Lega Nord il superamento del finanziamento pubblico premia i veri partiti radicati sul territorio. Nuovo Centrodestra, promotore dell'emendamento sul pagamento dell'IMU per le sedi dei partiti, ha espresso perplessità sulla lunghezza eccessiva del regime transitorio.

Hanno annunciato voto contrario i sen. Mauro (GAL), Loredana De Petris (Misto-SEL) e Santangelo (M5S). Movimento 5 Stelle, che considera il provvedimento un trucco, ha denunciato il mancato accoglimento di proposte per l'abolizione immediata del finanziamento pubblico e per la restituzione delle somme percepite e non spese dal 1997. Gli altri Gruppi considerano l'abolizione del finanziamento pubblico un cedimento alla demagogia, incapace peraltro di promuovere una riforma dei partiti e pericoloso per la democrazia. La risposta all'uso distorto di risorse pubbliche non può consistere, secondo SEL, in un provvedimento ipocrita, che non regolamenta il fenomeno lobbistico e promuove un sistema di finanziamento che consegna la politica agli interessi forti. Il decreto, secondo GAL, penalizza le formazioni politiche più piccole.

L'Assemblea è passata infine all'esame dei ddl nn. 10, 362, 388, 395, 849 e 847 recanti introduzione del reato di tortura nel codice penale.

Con il testo proposto dalla Commissione si introducono nel codice penale gli articoli 613-bis, che disciplina il delitto di tortura, e 613-ter che incrimina la condotta del pubblico ufficiale che istiga altri alla commissione del fatto. Il relatore, sen. D'Ascola (NCD), ha sottolineato che la Commissione ha optato per l'introduzione di un reato comune, connotato da dolo generico, anziché di un reato specifico. Ha poi previsto tra le circostanze aggravanti il fatto che il reato sia stato commesso da un pubblico ufficiale e che dalla condotta derivino gravi conseguenze (lesioni personali o la morte).

Nella discussione generale sono intervenuti i sen. Lucidi, Cappelletti (M5S); Lo Giudice (PD); Barani (GAL). Sono state ricordate le torture di Bolzaneto, il pestaggio alla scuola Diaz, le morti di Aldovrandi, Cucchi, Uva: l'introduzione del reato di tortura, in conformità con quanto previsto da convenzioni internazionali, avrebbe impedito la prescrizione.

Per consentire la prosecuzione dell'esame in sede referente del decreto riguardante la popolazione carceraria, su proposta del Presidente della Commissione giustizia, sen. Palma (FI-PdL), il seguito della discussione è stato rinviato.

(La seduta è terminata alle ore 18:57 )



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