Mercoledì 5 Marzo 2014 - 201ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:34)

L'Assemblea ha approvato, con una modifica, il ddl n. 1254 di conversione in legge del decreto-legge 23 gennaio 2014, n. 3, recante disposizioni temporanee e urgenti in materia di proroga degli automatismi stipendiali del personale della scuola. Il testo passa alla Camera.

Nella seduta di ieri si è svolta la discussione generale e la relatrice, sen. Puglisi (PD), ha illustrato il contenuto del provvedimento, che ha l'intento di rimediare ad un errore burocratico generato da un modo contraddittorio di legiferare che ha vessato il personale della scuola. La proroga di un ulteriore anno del blocco degli scatti stipendiali per i dipendenti pubblici, disposto per gli anni 2010, 2011 e 2012 dal decreto n. 78 del 2010, ha avuto un effetto retroattivo per il personale della scuola, al quale è stato intimato di restituire gli scatti percepiti legittimamente nel corso dell'anno 2013.

In base all'articolo 1 del provvedimento in esame le somme percepite non devono essere restituite, ma vanno a compensazione di quanto sarà recuperato per gli scatti 2012 a conclusione della sessione negoziale. La copertura dei 120 milioni di euro necessari sarà trovata anzitutto dai residui del Fondo relativo al 30 per cento dei risparmi; laddove il Fondo non sia sufficiente, come stabilito dai negoziati con le organizzazioni sindacali, le risorse saranno attinte dal Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa nell'anno scolastico 2013-2014. Il comma 3 prevede che le disposizioni abbiano validità fino al 30 giugno 2014; se la sessione negoziale non dovesse concludersi, la somma dovrà essere versata all'erario. In base al comma 4, per il personale della scuola nel 2014 non vige alcun blocco degli scatti stipendiali.

In replica, il Ministro dell'istruzione Stefania Giannini ha precisato che le risorse per il recupero degli scatti stipendiali del 2013 saranno prelevate, per 380 milioni di euro, dal Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa mentre le risorse (circa 40 milioni di euro) per coprire l'emendamento della Commissione, volto a evitare la restituzione di 100 euro mensili da parte del personale ausiliario della scuola, saranno reperite dai fondi per la formazione del personale docente. Condividendo le critiche a queste modalità di copertura, il Ministro ha assunto l'impegno a ricostituire i fondi per la formazione.

Nell'esame delle proposte di modifica, è stato approvato soltanto l'emendamento della Commissione 1.0.5 (testo 2), con il quale si prevede che non sono soggette a recupero le somme già corrisposte al personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola per le posizioni economiche attribuite per gli anni 2011-2013 in virtù della sequenza contrattuale del 2008.

Hanno svolto dichiarazioni di voto finale a favore del provvedimento i sen. Dalla Zuanna (SC), Romano (PI), Centinaio (LN-Aut), Conte (NCD), Luzzi (PdL), Marcucci (PD). Hanno annunciato l'astensione le sen. Petraglia (Misto-SEL) e Serra (M5S).

Unanimemente condivisa la critica alle modalità di copertura, che smentiscono le dichiarazioni programmatiche sulla priorità della scuola rese la settimana scorsa dal Presidente del Consiglio Renzi. Rilevato che l'impoverimento della scuola ha accompagnato il declino economico e culturale del Paese, M5S ha chiesto investimenti nel settore della conoscenza; SEL ha indicato, per il provvedimento, coperture alternative nelle spese militari e nel finanziamento delle scuole private, ha espresso perplessità sul rinvio alla contrattazione separata per il recupero degli scatti stipendiali e sul proposito annunciato dal Ministro di reintrodurre il bonus della maturità e di prevedere ad aprile i test di ingresso all'università. La Lega Nord ha chiesto un programma per la scuola che preveda l'abolizione del valore legale del titolo di studio, l'eliminazione dei test di ingresso all'università, i concorsi regionali per gli insegnanti, le classi ponte. Anche Forza Italia ha espresso preoccupazione per il depauperamento della scuola. Il Nuovo Centrodestra e Scelta Civica hanno auspicato una nuova contrattazione che leghi la progressione economica alla valutazione di merito. Il PD ha ricordato il problema del precariato e l'allentamento del patto di stabilità rispetto agli investimenti nell'edilizia scolastica.

L'Assemblea ha poi ripreso l'esame dei ddl n. 10 e connessi, recanti introduzione del reato di tortura nel codice penale.

Con il testo proposto dalla Commissione si introducono nel codice penale gli articoli 613-bis, che disciplina il delitto di tortura, e 613-ter, che incrimina la condotta del pubblico ufficiale che istiga altri alla commissione del fatto. Il relatore, sen. D'Ascola (NCD), ha sottolineato che la Commissione ha optato per l'introduzione di un reato comune, connotato da dolo generico, anziché di un reato specifico riguardante esclusivamente i funzionari pubblici. Ha previsto inoltre tra le circostanze aggravanti il fatto che il reato sia stato commesso da un pubblico ufficiale e che dalla condotta derivino gravi conseguenze (lesioni personali o morte).

Nella seduta pomeridiana del 12 febbraio scorso è stata svolta la relazione ed è iniziata la discussione generale, che è oggi proseguita con gli interventi dei sen. Manconi, Maria Teresa Bertuzzi (PD), Buemi (Aut-PSI), Alessia Petraglia (Misto-SEL) i quali hanno ricordato che l'assenza nell'ordinamento del reato di tortura ha avuto come conseguenza l'impunità rispetto a delitti gravi, dalle torture di Bolzaneto in occasione del G8 di Genova all'uccisione di Federico Aldovrandi e Stefano Cucchi; hanno criticato inoltre il compromesso raggiunto in Commissione in base al quale un singolo atto di tortura è insufficiente a configurare il reato. I sen. Erika Stefani (LN-Aut), Torrisi (NCD), Airola (M5S), Mazzoni (PdL) e Lumia (PD) hanno richiamato l'adempimento di obblighi internazionali e hanno sottolineato positivamente la configurazione del reato di tortura quale reato comune, che consente di perseguire condotte mafiose e maltrattamenti di anziani.

In sede di replica, il relatore sen. D'Ascola (NCD) ha ricordato che le acute sofferenze fisiche e psichiche inflitte a chi è privato della libertà personale costituiscono elemento qualificante del reato di tortura. Ha poi sottolineato che è data rilevanza penale all'istigazione alla tortura qualora avvenga tra due pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio.

Il Sottosegretario di Stato alla giustizia Ferri ha evidenziato che l'introduzione del reato di tortura è attesa dal 1984 e ha preannunciato parere favorevole ad alcuni emendamenti migliorativi.

L'esame del provvedimento proseguirà nella seduta pomeridiana.

In apertura di seduta il sen. Maurizio Romani (M5S) ha precisato di continuare a far parte del Movimento anche se ha presentato le dimissioni dalla carica di senatore perché non ha condiviso il modo sommario con cui il Gruppo ha deciso le espulsioni.

(La seduta è terminata alle ore 12:50 )



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