Mercoledì 16 Aprile 2014 - 231ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:35)

Con 191 voti favorevoli, 32 contrari e 18 astenuti l'Assemblea ha approvato in via definitiva il ddl n. 948-B, recante modifica dell'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso.

Il nuovo testo dell'articolo 416-ter prevede che chiunque accetti la promessa di procurare voti in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. La norma entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Nella seduta di ieri è proseguito l'ostruzionismo del Movimento 5 Stelle che, in fase di illustrazione degli emendamenti, ha espresso forte contrarietà alle modifiche approvate dalla Camera che riducono la pena del quaranta per cento e rendono più aleatoria la fattispecie del reato di scambio.

In apertura di seduta, il Presidente Grasso ha comunicato la decisione, assunta a maggioranza dalla Conferenza dei Capigruppo, di porre in votazione articoli ed emendamenti senza dichiarazioni di voto. M5S ha chiesto alla Presidenza, che ha deferito la questione alla Giunta per il Regolamento, se le decisioni della Conferenza dei Capigruppo possono prevalere sulle disposizioni regolamentari.

Respinti tutti gli emendamenti, in un clima incandescente il Presidente del Senato ha ordinato l'espulsione dei senatori Airola e Santangelo (M5S), mentre il Gruppo scandiva le parole "Fuori la mafia dallo Stato".

Pur con diversi accenti, hanno svolto dichiarazione di voto finale a favore del provvedimento i sen: De Cristofaro (Misto-SEL), Susta (SC), Romano (PI), Fravezzi (Aut), Barani (GAL), Giovanardi (NCD), Caliendo (FI-PdL) e Mirabelli (PD). La sen. Stefani (LN-Aut) ha invece annunciato l'astensione della Lega Nord che non può accogliere con favore la mancanza applicazione della proporzionalità della pena.

Ha annunciato invece voto contrario il sen. Giarrusso (M5S): il provvedimento rappresenta un grave arretramento nel contrasto della criminalità, pone le premesse per un nuovo patto tra Stato e mafia, dimostra come la classe politica non si sia interrogata sulle ragioni della mancata sconfitta del fenomeno mafioso.

SEL, SC, PI, Aut, NCD, FI e PD, dopo aver giudicato inaccettabili e strumentali le polemiche di M5S, che ha accusato di collusione con la mafia forze politiche tradizionalmente impegnate nella lotta alla criminalità, hanno sottolineato l'assoluta necessità di approvare il ddl prima delle prossime elezioni. GAL ha richiamato le responsabilità del PD che ha consentito la modifica del provvedimento in prima lettura al Senato. Il PD ha ricordato che il testo licenziato all'unanimità in prima lettura alla Camera prevedeva una pena tra 4 e 10 anni.

L'Assemblea ha poi avviato l'esame del ddl n. 1387 di conversione in legge del decreto-legge 14 marzo 2014, n. 25, recante misure urgenti per l'avvalimento dei soggetti terzi per l'esercizio dell'attività di vigilanza della Banca d'Italia.

Il relatore, sen. Mancuso (NCD), ha dato conto delle linee essenziali del contesto politico e normativo che contempla l'istituzione del meccanismo di vigilanza unico sul sistema bancario europeo. Questo istituto prevede tra l'altro una valutazione approfondita, affidata alla Banca centrale europea e al sistema europeo delle banche centrali. L'articolo 1, comma 1, del decreto consente alla Banca d'Italia di avvalersi della consulenza di soggetti terzi di elevata professionalità, selezionati con procedure di evidenza pubblica o dalla Banca centrale europea, per l'esercizio dell'attività di vigilanza di cui al Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (TUB). In base al comma 2, tutte le notizie, le informazioni e i dati di cui i summenzionati soggetti terzi vengano a conoscenza in ragione del loro coinvolgimento nell'esercizio di valutazione approfondita sono coperti da segreto d'ufficio, mentre il comma 3 prescrive l'obbligo di riferire esclusivamente al Governatore della Banca d'Italia le irregolarità, anche se integranti ipotesi di reato, di cui vengano a conoscenza nell'esercizio delle loro attività di vigilanza. Il comma 4 prevede che la Banca d'Italia e il Ministero dell'economia e delle finanze concordino le modalità di condivisione delle informazioni relative all'esercizio di valutazione approfondita, anche in deroga a quanto disposto sul segreto d'ufficio. L'articolo 2 prevede che dall'attuazione del decreto non debbano derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Nella discussione generale hanno preso la parola i sen: Raffaela Bellot (LN-Aut), Uras (Misto-SEL) e Maria Cecilia Guerra (PD). Intervenendo in replica il relatore, sen. Mancuso (NCD), ha rimarcato la necessità di approvare velocemente un decreto utile in vista dell'unificazione del sistema europeo di controllo sugli istituti di credito.

Nel passaggio all'esame degli emendamenti sono state approvate soltanto le proposte di modifica 1.6 (testo 2) e 1.8 della Commissione, con le quali si stabilisce che i soggetti terzi non devono trovarsi in una situazione di conflitto di interessi con l'esercizio delle attività di cui al comma 1. Il Governo ha poi accolto l'ordine del giorno G1.100 (testo 2), della sen. Bellot (LN-Aut), sulla possibilità di precisare che le disposizioni del decreto IMU-Banca d'Italia non si configurino come aiuti di Stato agli istituti di credito.

Le dichiarazioni e il voto finale sono rinviate alla seduta pomeridiana.

(La seduta è terminata alle ore 13:16 )



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