Mercoledì 1 Ottobre 2014 - 321ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:32)

L'Assemblea ha approvato in via definitiva il ddl. n. 1613 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 1° agosto 2014, n. 109, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero.

I primi tre articoli del provvedimento riguardano le missioni in Europa, Asia e Africa. All'articolo 3, una modifica introdotta dalla Camera dei deputati, subordina la partecipazione dell'Italia alle operazioni di contrasto della pirateria agli sviluppi della vicenda dei due fucilieri di marina trattenuti in India. Il comma 4-bis introdotto dalla Camera dei deputati autorizza una spesa di quasi 2 milioni di euro per il trasporto di aiuti umanitari a favore della popolazione civile irachena. I commi 5-bis e 5-ter, introdotti con un emendamento del Governo, prevedono la possibilità per i cittadini afgani che abbiano effettuato prestazioni a favore del contingente militare italiano, e che siano esposti a gravi rischi personali, di essere trasferiti nel territorio nazionale unitamente ai familiari. L'articolo 8 autorizza la spesa di 34,8 milioni euro per il sostegno ad iniziative di cooperazione finalizzate al miglioramento delle condizioni di vita dei rifugiati di diversi paesi. L'articolo 10 contiene una norma sullo svolgimento delle elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero (COMITES), sulla quale il Senato si è espresso criticamente.

Nella seduta antimeridiana del 25 settembre, si sono svolte le relazioni e la discussione generale e sono iniziate le dichiarazioni di voto. Respinti tutti gli emendamenti, M5S e SEL hanno annunciato voto contrario, la Lega Nord ha annunciato l'astensione.

Nella seduta odierna, il sen. Gasparri (FI-PdL) ha annunciato voto favorevole, esprimendo apprezzamento per la norma che condiziona la partecipazione italiana alla missione antipirateria alla soluzione della vicenda dei due fucilieri di marina. Rivendicando il realismo politico della sua parte politica che ha colto con lungimiranza gli esiti della crisi in Libia, il Capogruppo di FI ha ricordato infine che, alla luce delle numerosi scenari di crisi, andrebbe raccolto l'invito rivolto dal Presidente USA ai Paesi della Nato ad aumentare risorse per la difesa.

Il sen. Tonini (PD), nell'annunciare voto favorevole, ha affermato che tutte le missioni internazionali a cui partecipa l'Italia hanno finalità di pace, nello spirito dell'articolo 11 della Costituzione. Ha ricordato che, terminata la fase dell'ordine unipolare, si è aperta una fase di caos multipolare: il mondo arabo, che è alla difficile ricerca del suo ruolo, appare l'epicentro delle tensioni. L'Italia deve adoperarsi affinché l'Europa abbia una sola voce in politica estera e si adoperi per dare un segno progressivo alla globalizzazione.

L'Assemblea ha poi ripreso l'esame del ddl n. 1428 (jobs act) e connessi, recanti deleghe in materia di lavoro.

L'articolo 1 conferisce una delega al Governo in materia di ammortizzatori sociali. L'articolo 2 contiene una delega in materia di servizi per il lavoro e politiche attive. L'articolo 3 delega il Governo a semplificare le procedure e gli adempimenti. L'articolo 4 contiene una delega per riordinare la disciplina dei rapporti di lavoro, delle forme contrattuali e dell'attività ispettiva. L'articolo 5 prevede una delega per tutelare esigenze di cura, di vita e di lavoro.

Nella seduta antimeridiana del 21 settembre si è svolta la relazione del sen. Sacconi (NCD) e sono state respinte questioni pregiudiziali e sospensive avanzate da M5S e SEL.

Nella discussione generale sono oggi intervenuti i sen. Puglia, Rosetta Blundo, Cioffi (M5S); Barozzino (SEL); Stefania Pezzopane, Maria Spilabotte, Rosa Maria Di Giorgi, Mirabelli, Maria Grazia Gatti, Favero (PD); Bocchino, Paola De Pin (Misto); Berger, Panizza (Aut-PSI);

Movimento 5 Stelle ha evidenziato che Partito Democratico e PdL convergono sulle stesse politiche che hanno prodotto l'impoverimento e il declino produttivo del Paese. E' falso che l'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori attiri gli investimenti: il problema dell'Italia non è licenziare più facilmente, ma è investire in un nuovo modello di sviluppo. Per creare maggiore occupazione occorrono investimenti in ricerca e sviluppo, formazione, riduzione della pressione fiscale per le imprese. In continuità con la riforma Fornero, il Governo chiede una delega in bianco per un intervento sul mercato del lavoro che obbedisce alle richieste della BCE, estendendo la precarietà per vendere più facilmente le aziende italiane. L'estrema genericità della delega in materia di lavoro è preoccupante. Non si specifica quali siano le tutele crescenti e come varieranno in base all'anzianità. Si ipotizza che la tutela dell'articolo 18 scatti dopo dieci anni dalle assunzioni: nel PD c'è una spaccatura, mentre NCD chiede di sostituire il diritto al reintegro con un indennizzo monetario. Il Governo annuncia 1,5 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali senza specificare le coperture. Il Gruppo è contrario infine alla creazione di nuovi enti: l'Agenzia unica per le ispezioni sul lavoro e l'Agenzia per le politiche attive.

Secondo SEL il Partito Democratico sposa la riforma liberista Sacconi-Ichino, che mette in vendita la dignità del lavoro, considera i diritti sociali un lusso insostenibile, ignora che gli imprenditori chiedono investimenti in ricerca e sviluppo, crediti, una politica industriale, un piano straordinario per il lavoro. Il Parlamento è stato svuotato delle sue prerogative: il Presidente del Consiglio ricatta i suoi parlamentari con la minaccia di fine anticipata della legislatura. Secondo il Gruppo Misto è falso che demansionamento e cancellazione del diritto al reintegro del lavoratore licenziato ingiustamente siano il prezzo da pagare in Europa per avere maggiore flessibilità di bilancio. L'obbligo del pareggio di bilancio è stato infatti confermato. Il rapporto di un ente pubblico di ricerca sulle politiche sociali del lavoro, l'ISFOL, documenta che la diffusione pervasiva dei contratti a termine ha indebolito la produttività, disincentivando gli investimenti e l'accumulo di competenze. Per far ripartire il mercato del lavoro e aumentare la competitività delle imprese non serve aumentare la flessibilità: in un paese caratterizzato da piccole aziende di proprietà familiare, occorre puntare invece sull'istruzione degli imprenditori e sulle imprese di qualità.

Secondo la maggioranza del PD il ddl mira a riformare gli ammortizzatori sociali e ad estendere le tutele. Senza ideologismi e catastrofismi occorre cambiare un mercato del lavoro discriminatorio e ingiusto, dove coesistono lavoratori molto tutelati e lavoratori senza tutela. Il dibattito deve attenersi al merito: la delega introduce il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti con l'obiettivo di rendere meno convenienti i contratti a termine. Il reintegro per ragioni discriminatorie e disciplinari non è in discussione. Il Presidente del Consiglio ha bisogno di questa riforma, che è richiesta dall'Europa.

La sen. Gatti (PD) ha ricordato, invece, che per creare lavoro non serve introdurre una nuova tipologia di contratto: occorre rilanciare la domanda e quindi rivedere le politiche europee, concedendo margini di flessibilità sul bilancio. Ha poi espresso apprezzamento per la difesa dei contratti di solidarietà e per l'emendamento del Gruppo riguardante la lotta al lavoro nero. Ha illustrato un suo emendamento in base al quale il Governo non può emanare i decreti di cui all'articolo 4, senza aver prima adottato i decreti relativi agli ammortizzatori sociali. Ha richiamato infine i temi delle dimissioni in bianco e dell'utilizzo dei fondi per la maternità. In attesa di valutare l'emendamento annunciato dal Governo sull'articolo 4, ha ricordato infine che il ddl non menziona la revisione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Secondo il Gruppo delle Autonomie per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro bisogna spostare risorse dalle politiche passive alle politiche attive del lavoro, aumentare la flessibilità, estendere l'apprendistato, dare certezze agli imprenditori e ai lavoratori.

In apertura di seduta la Presidente di turno Fedeli ha annunciato che il Parlamento in seduta comune è convocato domani alle ore 9.

(La seduta è terminata alle ore 13:04 )



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