Giovedì 30 Ottobre 2014 - 343ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:36)

L'Assemblea ha approvato la risoluzione di maggioranza che accoglie la relazione presentata dal Governo, recante variazione alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014.

La relatrice, sen. Zanoni (PD), ha riferito sul documento governativo che, alla luce delle osservazioni della Commissione europea, aggiorna gli obiettivi di finanza pubblica, riducendo l'indebitamento netto programmatico dal 2,9 al 2,6 per cento del Pil. Le misure sono tre e ammontano a 4,5 miliardi: 3,3 miliardi derivano dall'annullamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale; 730 milioni sono recuperati dall'estensione del meccanismo di inversione contabile per l'Iva al settore della grande distribuzione (è prevista una clausola di salvaguardia a valere sulle accise); 500 milioni derivano dalla riduzione delle risorse per il cofinanziamento dei fondi strutturali. Le misure, secondo la relatrice, non inficiano gli obiettivi di crescita e la struttura complessiva della legge di stabilità. Il saldo netto da finanziare è rideterminato in 54 miliardi.

Nella discussione hanno preso la parola i sen. Tosato (LN); Uras (SEL); Carraro (FI-PdL); Giovanni Mauro (GAL); Guerrieri Paleotti (PD).

Le opposizioni hanno ricordato che non è escluso il rischio di una procedura nei confronti dell'Italia per squilibrio macroeconomico eccessivo. Secondo la Lega Nord il semestre di presidenza italiana dell'Unione sarà ricordato per l'incapacità di invertire la rotta dell'austerità e per le sanzioni disastrose contro la Russia. Il Governo continua a fare annunci roboanti, ma ottiene risultati scarsi e scarica il risanamento della finanza pubblica sugli enti locali. La manovra finanziaria non può promuovere crescita, sostanziandosi in maggiori tasse, minori servizi, minori investimenti. Il Gruppo ha presentato la proposta di risoluzione n. 2 che impegna il Governo a mantenere i saldi già fissati nella Nota di aggiornamento, a non recepire ulteriori misure restrittive chieste dalla Commissione e ad adoperarsi per l'abolizione del patto di stabilità. SEL ha evidenziato la necessità di eliminare l'obbligo del pareggio di bilancio in Costituzione e di non cedere sovranità a organismi privi di legittimazione democratica. Per uscire dalla crisi occorrono misure shock: i documenti finanziari del Governo non segnano una discontinuità ma restano nella cornice delle politiche di austerità e le misure annunciate nella legge di stabilità aumenteranno le diseguaglianze. La proposta di risoluzione n. 3 non approva la variazione, che imprime un carattere ancora più recessivo alla manovra, e impegna il Governo a riaprire una vera trattativa con la Commissione europea. Secondo Forza Italia la trattativa in sede europea ha ridotto in modo significativo i margini di manovra e non si intravedono segnali di uscita dalla recessione. Il Governo non riesce a incidere sulla struttura della spesa e le misure correttive di 4,5 finiranno per aumentare la pressione fiscale e compromettere le possibilità di ripresa. GAL ha posto l'accento sulle carenze delle politiche di coesione e sulla mancanza di misure per il Mezzogiorno. Secondo M5S i documenti del Governo non indicano come evitare che la clausola di salvaguardia porti l'Iva al 25,5 per cento. La legge di stabilità ha un carattere recessivo, lo sgravio dell'Irap avvantaggia solo le grandi imprese, il bonus bebè per il solo 2015 è uno spot elettorale. Nulla è stato fatto per allentare la stretta creditizia su famiglie e piccole imprese e per istituire gli eurobond.

I Gruppi di maggioranza hanno presentato la proposta di risoluzione n. 1 che approva la relazione di variazione. Secondo il PD in sede europea è stato raggiunto un buon compromesso: la Commissione non ha bocciato la manovra, che segna una discontinuità con la linea del rigore ottuso. I prossimi mesi saranno decisivi per affermare l'idea che la crescita è contestuale e non conseguente al consolidamento dei conti e sono quindi necessari investimenti europei. SC ha rilevato che un confronto duro a livello europeo espone il Paese alle reazioni dei mercati finanziari. Richiamando la vicenda dell'unione bancaria europea, ha sottolineato la necessità di partecipare alle sedi tecniche, dove si definiscono le regole. PI ha richiamato la necessità di rispettare le regole e di consolidare la credibilità riformatrice del Paese. Per superare lo scarto tra ambizioni e realtà dell'Europa, e limitare il potere di una tecnocrazia sensibile ai poteri forti, occorre però un surplus di politica. Il Gruppo delle Autonomie ritiene che il Governo abbia raggiunto un giusto equilibrio tra correzione dei conti e stimoli alla crescita e apprezza in modo particolare l'annunciato taglio dell'Irap. Secondo NCD il Governo ha mantenuto il segno espansivo della manovra, dimostrando la possibilità di interpretare in modo flessibile il patto di stabilità. La legge di stabilità dovrà contenere misure a sostegno dell'economia reale.

In sede di replica, il Vice Ministro dell'economia Morando ha valorizzato il dato relativo all'indebitamento tendenziale del 2,2 per cento nel 2015: l'accumulo di avanzi primari, conseguito dai precedenti Governi, ha garantito la stabilità finanziaria del Paese. Tuttavia, per evitare la spirale di recessione e deflazione, l'Esecutivo in carica ha fissato l'indebitamento netto nominale al 2,9 per cento, disegnando una manovra responsabilmente espansiva. Al di là della correzione richiesta al 2,6 per cento, la Commissione europea non ha contestato il senso dell'operazione: si tratta di un compromesso onorevole, che mantiene inalterata la scelta di ridurre il costo del lavoro, di diminuire la pressione fiscale, di finanziare le riforme per la competitività. Sottolineando che il Governo mira a ridisegnare le regole a livello europeo, non ad ottenere sconti per il Paese, il Vice Ministro ha respinto le risoluzioni n. 2 della Lega Nord e n. 3 di SEL, che propongono di insistere negli obiettivi già fissati nella Nota di aggiornamento.

Il sen. D'Alì (FI-PdL) ha chiesto di non procedere alla votazione delle risoluzioni, in attesa del giudizio definitivo della Commissione sui documenti finanziari e della pubblicazione di dati statistici più attendibili sull'andamento del Pil. Sono stati respinti gli emendamenti 1.1 del sen. D'Alì che impegna il Governo a presentare tempestivamente ulteriori note di aggiornamento e revisione, nonché l'emendamento 1.2 del sen. Calderoli (LN) che prevede l'istituzione di un fondo per la famiglia per incentivare la natalità.

In fase di dichiarazioni di voto finali, sono intervenuti a favore della risoluzione n. 1 i sen. Linda Lanzillotta (SC), Luigi Marino (PI), Zeller (Aut), Azzollini (NCD), Santini (PD). Hanno annunciato voto contrario alla risoluzione di maggioranza i sen. Uras (SEL), Giovanni Mauro (GAL), Silvana Comaroli (LN), Barbara Lezzi (M5S), D'Alì (FI-PdL).

Il Presidente ha comunicato che alle 14,45 il Ministro dell'interno Alfano renderà un'informativa sulla manifestazione dei lavoratori dell'Ast svoltasi ieri.

(La seduta è terminata alle ore 13:12 )



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