Giovedì 28 Aprile 2016 - 618ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 16:00)

La seduta è dedicata allo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata al Ministro degli esteri.

Sull'evoluzione della crisi in Libia hanno preso la parola i sen. Sangalli (PD), Paolo Romani (FI-PdL), Lucidi (M5S), Di Biagio (AP), Mineo (SI-SEL), Amoruso (AL-A), Mario Mauro (GAL), Divina (LN) e Compagna (CoR), che hanno formulato quesiti sul ruolo dell'Italia e della comunità internazionale; sullo stato di avanzamento di EunavforMed, la situazione di Bengasi, la posizione del generale Haftar, sostenuto da Egitto e Emirati Arabi, e i suoi rapporti con la Francia; sulla mancata espressione della fiducia al governo insediato; su un possibile intervento militare; sulle scelte strategiche dell'Italia anche rispetto agli attori presenti nello scenario libico.

Il Ministro degli esteri Gentiloni ha riconosciuto l'estrema fragilità del processo di pace, ma ha ribadito la validità dell'iniziativa italiana: dopo la Conferenza di Roma, il 30 marzo a Tripoli si è insediato un governo. L'Italia è favorevole al mantenimento dell'unità libica, ritenendo una minaccia la frammentazione: bisogna dunque consolidare il Governo Serraj, far rispettare la risoluzione delle Nazioni Unite in base alla quale armi e petrolio devono far capo al governo legittimo, evitare spinte centrifughe, contribuire a stabilizzare il Paese con iniziative diplomatiche, umanitarie, economiche. L'Italia, che vanta una leadership sulla situazione libica, darà un contributo alla sicurezza, anche a tutela dei pozzi petroliferi, solo se lo chiederà il governo libico e ci sarà l'avallo delle Nazioni Unite. Ufficialmente l'Egitto sostiene il presidente Serraj; ogni Paese ha i suoi interessi, ma Italia e Stati Uniti lavoreranno per rilanciare il sostegno diplomatico al governo. Per il passaggio alla fase tre di Eunavformed, occorre una richiesta del governo libico. Il Ministro ritiene che un intervento militare contro il terrorismo sarebbe controproducente; ha quindi escluso la possibilità di un intervento antiterrorismo da parte di singoli Stati europei e ha affermato che le operazioni realizzate finora dagli USA sono state molto mirate.

In tema di sviluppi del negoziato di pace in Siria hanno preso la parola i sen. Divina (LN), Paolo Romani (FI-PdL), Verducci (PD), Di Biagio (AP), Mineo (SI-SEL), Amoruso (AL-A), Ornella Bertorotta (M5S) e Compagna (CoR), che hanno formulato quesiti sulle priorità italiane in Siria (combattere il terrorismo o destituire Assad), sulla presenza di una rappresentanza curda al processo di pace, sul destino di Aleppo, sul flusso migratorio, sulla posizione dell'Arabia Saudita e della Turchia che ostacolano il negoziato, sulla posizione italiana rispetto a USA e Russia, sulla possibilità di riaprire l'ambasciata arabo-siriana.

Il Ministro Gentiloni ha affermato che negli ultimi mesi l'approccio della comunità internazionale si è andato chiarendo e si è avvicinato alla posizione italiana: bisogna accompagnare la transizione siriana, senza spallate, evitando di lasciare un vuoto che sarebbe occupato dal terrorismo, e cercando un accordo tra USA e Russia. Le difficoltà derivano dalla necessità di trovare un accordo multilaterale, che coinvolga anche Arabia Saudita e Iran. Nelle ultime due o tre settimane il livello di violenza è aumentato, anche perché alcuni gruppi terroristici sono intrecciati con l'opposizione siriana. Sarà nuovamente convocato il comitato di sostegno alla Siria per garantire il cessate il fuoco. L'Italia ritiene che i curdi vadano coinvolti nel negoziato e ha aderito alla missione dell'Unesco per la tutela del sito archeologico di Palmira che sarà attiva quando ci saranno le condizioni per operare.

(La seduta è terminata alle ore 17:21 )



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