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914ª Seduta pubblica

Mercoledì 6 dicembre 2017 alle ore 09:04

Comunicato di seduta

L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2801, recante norme in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento (Dat), già approvato dalla Camera dei deputati.

Il ddl, che si compone di 8 articoli, disciplina il consenso informato del paziente ai trattamenti sanitari e agli accertamenti diagnostici, interviene in tema di terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita, introduce l'istituto delle disposizioni anticipate di volontà e lo strumento della pianificazione condivisa delle cure. In particolare, l'articolo 1 prevede che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Ognuno ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute, di essere informato in modo completo, aggiornato e comprensibile, di rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario, di revocare il consenso prestato. Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare o rinunciare al trattamento sanitario ed è esente da responsabilità civile o penale. L'articolo 2 stabilisce che il medico deve adoperarsi per alleviare le sofferenze del paziente anche in caso di rifiuto del trattamento, e garantisce sempre un'appropriata terapia del dolore. Nei casi di prognosi infausta o imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati. L'articolo 4 prevede che ogni persona maggiorenne può, attraverso le DAT, esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari e indicare un fiduciario che la rappresenti nelle relazioni con le strutture sanitarie.

Nella seduta di ieri i sen. Giovanardi (FL) e Maria Rizzotti (FI-PdL) hanno avanzato una pregiudiziale di costituzionalità, che è stata respinta questa mattina dopo gli interventi a favore dei sen. Marinello (AP) e Calderoli (LN).

Nella discussione generale sono intervenuti i sen. Caliendo, Gasparri, Palma, Maria Rizzotti, Malan, Zuffada, Scilipoti Isgrò, Floris (FI-PdL); Compagna, Davico, Giovanardi, Serenella Fucksia (FL); Donatella Albano, Laura Puppato, Laura Fasiolo, Donella Mattesini, Bianco (PD); Gaetti; Endrizzi (M5S); Aiello, Sacconi, Laura Bianconi, Marinello, Formigoni (AP); Mineo (SI-Sel); Casson (Art. 1-MDP); Orellana, Lucio Romano (Aut); Laura Bignami, Uras, Maurizio Romani, Alessandra Bencini, Stefano (Misto); Divina, Candiani, Centinaio (LN); Iurlaro (ALA); D'Ambrosio Lettieri (GAL).

Secondo i senatori dei Gruppi FI-PdL, FL, LN e AP il ddl, la cui accelerazione è dettata da ragioni elettorali e propagandistiche, interviene in una materia eticamente sensibile con norme confuse, iperboliche, divisive, non adeguatamente approfondite. La scelta lessicale del termine "disposizioni" non tutela il corretto dispiegarsi della relazione di cura, riducendo il medico a un mero esecutore, che può rendersi colpevole di un intervento di eutanasia omissiva o attiva. Il provvedimento considera erroneamente la nutrizione e l'idratazione artificiali come trattamenti sanitari la cui somministrazione può configurare accanimento terapeutico; non ammette l'obiezione di coscienza del medico; non prevede né un deposito nazionale delle disposizioni anticipate di volontà né il loro rinnovo periodico; disciplina in modo confuso la revoca del consenso informato e detta disposizioni incerte su minori e incapaci. Non pregiudizialmente contrario al merito del ddl, FI-PdL si augura che possa essere corretta la deriva eutanasica del testo. Secondo AP è possibile licenziare un provvedimento condiviso, approvando gli emendamenti che ammettono l'obiezione di coscienza e considerano un sostentamento vitale l'alimentazione e l'idratazione artificiali.

I senatori dei Gruppi M5S, SI-Sel, Art.1-MDPe PDritengono invece che il provvedimento risponda a un'esigenza di cambiamento della società civile, rappresenti un segnale di civiltà, si collochi pienamente nel solco della Costituzione e della Convezione di Oviedo sui diritti dell'uomo e la biomedicina. Le norme mirano a tutelare la dignità e l'autodeterminazione della persona, a valorizzare la relazione di cura e fiducia tra medico e paziente, ad alleviare la sofferenza dei pazienti, a garantire la proporzionalità e l'appropriatezza delle cure evitando l'accanimento terapeutico.

La Conferenza dei Capigruppo, preso atto della rinuncia a illustrare gli emendamenti, ha stabilito che nella seduta di giovedì 14 dicembre si svolgeranno le dichiarazioni di voto e il voto finale del ddl.

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