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579ª Seduta pubblica

Mercoledì 17 febbraio 2016 alle ore 09:35

Comunicato di seduta

L'esame del ddl n. 2081, recante regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze, è stato rinviato alla prossima settimana.

In apertura di seduta, il sen. Zanda (PD) ha chiesto al Presidente Grasso di convocare la Conferenza dei Capigruppo per condividere un percorso ordinato e costruttivo sulle unioni civili. Il PD continua a pensare che sia possibile e doveroso fare una buona legge, ma nella seduta di ieri ha registrato un fatto politico nuovo: il Gruppo M5S, favorevole alla legge, ha cambiato idea sull'iter. Il sen. Calderoli (LN) ha contestato la conduzione dei lavori della Presidenza e ha chiesto che, prima della convocazione della Capigruppo, fosse dichiarato inammissibile l'emendamento supercanguro ovvero fosse convocata la Giunta del Regolamento. Ha accusato il sen. Zanda (PD) di aver fatto affermazioni false e di aver condotto una finta trattativa: la Lega Nord non ha presentato emendamenti canguro e l'approvazione dell'emendamento Marcucci precluderebbe la votazione di tutte le proposte alternative alla step child adoption. Ha rilevato che il Capogruppo del PD non può sostituire il Presidente del Senato, stabilendo il numero degli emendamenti esaminabili e delle votazioni segrete. Ha ringraziato, infine, M5S che, preso atto del ritiro da parte della Lega di 4.500 emendamenti, si è dichiarato contrario al supercanguro. Secondo il sen. Paolo Romani (FI-PdL) il problema non è rinviare il ddl per 48 ore, bensì riaprire la discussione sui contenuti e precisare l'ordine delle votazioni. La sen. Catalfo (M5S) ha precisato che il Gruppo è favorevole alla legge e, infatti, non ha presentato proposte di modifica, ma non ha fatto accordi su emendamenti canguro che violano le regole della democrazia parlamentare. Il Gruppo è contrario al rinvio: chiede il ritiro degli emendamenti truffaldini e una discussione di merito rispettosa delle procedure. La sen. Repetti (AL) ha accusato M5S di aver affossato la legge per calcoli politici e ha condiviso la richiesta di convocare la Conferenza dei Capigruppo. Il sen. Quagliarello (GAL) ha invocato il rispetto della cortesia istituzionale, delle regole e delle diverse posizioni. Ha ricordato che, durante l'esame della legge elettorale, il supercanguro del sen. Esposito (PD) fu approvato a fronte di 50.000 emendamenti, mentre sulle unioni civili sono rimasti in votazione soltanto 500 emendamenti. Ha proposto infine il ritorno in Commissione. Il sen. Schifani (AP) ha condiviso la richiesta di una Capigruppo. Ha ribadito la volontà di Area Popolare di dare un contributo costruttivo e di approvare una legge sulle convivenze delle coppie omosessuali, sulla quale è possibile trovare un accordo di maggioranza. Ha ricordato che i Dico del Governo Prodi non contemplavano l'adozione e ha rinnovato la richiesta di una pronuncia della Giunta del Regolamento sugli emendamenti premissivi privi di portata modificativa. In nome della necessità di varare subito la legge, il sen. Maurizio Romani (Misto-IdV) ha sottoscritto l'emendamento Marcucci. Il sen. Di Maggio (CR) ha criticato la Presidenza per aver non aver mai preso una decisione a tutela delle opposizioni e ha chiesto che sia l'Aula a pronunciarsi sulla volontà di proseguire l'iter del ddl.

Il Presidente Grasso ha convocato la Conferenza dei Capigruppo che ha approvato, a maggioranza, modifiche al calendario dei lavori. L'esame del ddl sulle unioni civili riprenderà nella seduta unica di mercoledì 24 febbraio, che si concluderà alle ore 22. La seduta unica di giovedì 25 terminerà alle 18. Martedì 23 sarà esaminato il decreto proroga termini.

Il sen. Centinaio (LN) e la sen. Bignami (Misto) hanno evidenziato che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, il PD fa ostruzionismo e hanno proposto di iniziare subito le votazioni sulle unioni civili nella garanzia della libertà di coscienza. La sen. Catalfo (M5S) ha dichiarato inaccettabile il rinvio: ha proposto di proseguire l'esame delle unioni civili, prevedendo sedute anche venerdì, sabato e lunedì. La sen. De Petris (SEL) ha chiesto il ritiro degli emendamenti premissivi e la rinuncia al voto segreto; ha denunciato il tentativo di ricostruire intorno al provvedimento la maggioranza di Governo e ha affermato che l'argomento delle adozioni è utilizzato strumentalmente per affossare la legge. La sen. Petraglia (SEL) ha proposto di iniziare le votazioni domani e di proseguirle nel fine settimana. La sen. Bonfrisco (CR) ha rilevato che il PD non è stato in grado di accompagnare il ddl e ha invitato la Presidenza a chiarire quali emendamenti siano inammissibili e su quali sarà possibile votare a scrutinio segreto. Il sen. Paolo Romani (FI-PdL) ha affermato che il supercanguro non esiste più; per svolgere una riflessione proficua occorre però che la Presidenza si pronunci sull'ammissibilità degli emendamenti. Ha proposto quindi di non fissare la ripresa giovedì prossimo. Il sen. Falanga (AL), che ha proposto un rinvio oltre la prossima settimana, ritiene che occorrerebbe individuare un emendamento che metta d'accordo tutte le parti. Le proposte di modifica del calendario sono state respinte.

Dopo una sospensione, alle ore 15,30 si sono svolte le comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio, al termine delle quali sono state approvate: la proposta di risoluzione di maggioranza, che impegna il Governo a insistere per un sistema di gestione comune dei flussi migratori e per il mantenimento di Schengen, e a favorire, nel negoziato con il Regno Unito, soluzioni di compromesso che valorizzino margini di flessibilità, e la proposta della Lega, che impegna il Governo ad attivarsi affinché siano ridotti i fattori di attrazione dei flussi migratori, fornendo una visione realistica delle condizioni di vita nei Paesi europei. Approvata con riformulazioni anche la proposta di risoluzione di AL, che impegna l'Italia a sostenere il documento dei 5 Presidenti e a rilanciare la competitività. Sono state parzialmente approvate la proposta di risoluzione di SEL, con eccezione dei punti relativi al negoziato con il Regno Unito, alle politiche di accoglienza, all'accordo con la Turchia, al Ministro del Tesoro europeo, e la proposta di M5S, con eccezione delle premesse e del punto relativo alla libera circolazione delle persone. Sono state invece respinte le proposte di CR, FI-PdL e del sen. Calderoli (LN).

Il Presidente del Consiglio Renzi ha ricordato che il prossimo Consiglio europeo si occuperà del referendum inglese sulla permanenza nell'Unione e della questione migratoria. Resta sullo sfondo la delicata situazione economica del continente. L'Europa, secondo il Presidente del Consiglio, deve decidere se vuole essere una comunità, legata da valori e da idee, o un mero contratto. L'Italia è contraria a ridimensionare il ruolo dell'euro: occorrerà cercare un compromesso per evitare l'uscita del Regno Unito ma se il popolo inglese intende pronunciarsi è bene che il referendum si svolga il più presto possibile. L'Italia ribadirà che quella migratoria è questione eminentemente europea e che gli investimenti in Africa hanno un ruolo strategico: l'Europa deve accompagnare la politica di cooperazione con accordi sui rimpatri e stabilire un diritto unico d'asilo. La battaglia che l'Italia sta conducendo sul riconoscimento della flessibilità legata alla clausola migranti non ha una valenza esclusivamente economica. Con la Commissione europea è in corso un confronto dialettico e il Ministro Padoan ha presentato un documento interessante. La politica economica europea in questi anni ha aumentato la disoccupazione e non ha sostenuto la ripresa e nelle banche europee c'è un eccesso di derivati e di titoli tossici. Il compito dell'Italia, che ha fatto la propria parte, è promuovere una politica diversa che favorisca investimenti pubblici e privati. Il Presidente del Consiglio si è dichiarato, infine, favorevole all'integrazione di Albania, Serbia e Bosnia-Erzegovina.

Nella conseguente discussione il sen. Mazzoni (AL) ha lamentato la mancanza di una politica migratoria solidaristica, di una politica estera comune, di una politica economica che favorisca la crescita e il riequilibrio dei flussi finanziari. Ha evidenziato inoltre la necessità di scongiurare la chiusura delle frontiere nell'Est europeo e di porre fine ad una politica delle disparità e dei doppi standard che mina l'Unione e impone eccessivi sacrifici all'Italia. Secondo il sen. Zeller (Aut), se Germania e Austria chiuderanno le frontiere, l'Italia dovrà fare altrettanto. Secondo il sen. Monti (Misto) l'Italia non dovrebbe chiedere flessibilità sui conti pubblici, ma recepire le direttive europee e chiedere più rigore alle banche tedesche. Il sen. Lucidi (M5S) ha osservato che tutti i pilastri dell'Unione - libera circolazione delle persone e dei capitali e moneta comune - si stanno sgretolando: a fronte dell'inerzia della Commissione, il Governo dovrebbe avere un piano B di uscita dall'euro, a garanzia del futuro dell'Italia. La sen. Ginetti (PD) ha espresso preoccupazione per la sospensione del tratto di Schengen da parte di Germania e Francia e ha condiviso la scelta di chiedere flessibilità per la clausola migranti: la questione migratoria rientra nelle materie del Trattato di Lisbona e va affrontata con risorse europee.

In replica, il Presidente del Consiglio ha rivendicato al semestre italiano il riconoscimento della flessibilità rispetto ai criteri del Fiscal compact. Il Sottosegretario di Stato Gozi ha accolto la proposta di risoluzione di maggioranza. Ha espresso parere favorevole con riformulazioni alle proposte di SEL, M5S e AL; ha espresso parere contrario alla proposta del sen. Centinaio (LN) e favorevole alla proposta del sen. Candiani (LN). Sulle proposte di CR e di FI-PdL ha chiesto riformulazioni, che non sono state accettate. La sen. De Petris (SEL) non ha accettato la riformulazione dei punti relativi alle pretese del Regno Unito in materia di prestazioni di sicurezza sociale, ad una politica di accoglienza che preveda la chiusura dei centri di detenzione, alla revisione dell'accordo con la Turchia e all'istituzione di un Ministro del tesoro europeo, di cui ha chiesto la votazione per parti separate. La sen. Catalfo (M5S) non ha accettato la soppressione delle premesse e del punto relativo alla messa in discussione della libera circolazione dei lavoratori.

Nelle dichiarazioni di voto, la sen. Bonfrisco (CR) ha auspicato un recupero di sovranità e ha rilevato che il Governo italiano, se avesse voluto rivedere le regole europee, avrebbe dovuto appoggiare la proposta inglese di rinegoziazione. Il sen. Candiani (LN) ha evidenziato che l'Italia non è credibile: anziché aprire la questione del surplus strutturale della Germania, chiede flessibilità per varare manovre con finalità elettorali. Il sen. Mario Mauro (GAL) ha accusato di approssimazione e di impreparazione il Presidente del Consiglio che, a livello europeo, è isolato, non avendo il consenso neanche dei socialisti. La sen. Gambaro (AL) ha espresso preoccupazione per le nuove turbolenze finanziarie che fanno riemergere lo spettro del naufragio dell'euro. Il sen. Romano (Aut) ha insistito sulla necessità di evitare l'uscita del Regno Unito, che alimenterebbe spinte disgregative e difficoltà economiche, evitando però di ledere la libera circolazione delle persone. La sen. De Petris (SEL), che è contraria alle pretese del Regno Unito di ridurre le prestazioni sociali, ha invitato il Governo ad opporsi all'ipotesi di un'Europa a due velocità e a chiedere la revisione dell'accordo con la Turchia, che finanzia centri di detenzione in un Paese che non garantisce i diritti. Ha giudicato inoltre insufficiente la richiesta italiana di flessibilità: per invertire la rotta della politica economica europea bisognerebbe ridiscutere il Fiscal compact. Il sen. Casini (AP) ha giudicato positivamente le iniziative di diplomazia economica dell'Italia in Africa e nel Mediterraneo ma ha auspicato il recupero di partnership con la Germania: la sospensione di Schengen e l'accordo per bloccare il flusso migratorio in Turchia rischia di alimentare le migrazioni attraverso la Libia e i Balcani, precipitando l'Italia in una situazione difficile e confinandola in un'area di serie B. Secondo la sen. Catalfo (M5S) sarebbe stato opportuno indire un referendum sulla permanenza nell'euro, anziché svendere le industrie strategiche e chiedere un po' di flessibilità per varare manovre di stampo elettorale che non hanno migliorato la situazione economica del Paese. Il sen. Gasparri (FI-PdL) ha elencato una serie di dati negativi relativi alla pressione fiscale, al Pil e al debito pubblico e ha rilevato analogie tra la situazione odierna e la speculazioni finanziaria che portò nel 2011 alla caduta del Governo Berlusconi. Ha evidenziato il fallimento di Eunavformed e ha contestato una politica che impone le sanzioni contro la Russia e consente la concorrenza sleale della Cina. Il sen. Cociancich (PD) ha auspicato una maggiore presenza dell'Italia nelle posizioni chiave delle istituzioni europee e ha affermato che i flussi migratori possono essere una risposta alla crisi demografica europea.

La Presidenza ha comunicato che il collegato in materia di lavoro autonomo non contiene norme estranee al suo contenuto.

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