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679ª Seduta pubblica

Giovedì 15 settembre 2016 alle ore 09:34

Comunicato di seduta

L'Assemblea ha approvato, con modifiche, il ddl n. 2271 sull'editoria ("Istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell'editoria, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti"). Il testo torna alla Camera.

L'articolo 1 istituisce il Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, alimentato da risorse statali già destinate all'editoria e all'emittenza locale, da un contributo di solidarietà a carico delle società concessionarie di raccolta pubblicitaria e per una parte, fino a un massimo di cento milioni, dalle maggiori entrate del canone RAI. Sono ammesse al finanziamento le cooperative di giornalisti, gli enti senza fini di lucro, le imprese editrici espressione delle minoranze linguistiche, i periodici per non vedenti, le associazioni per i consumatori, i giornali in lingua italiana diffusi all'estero. L'articolo 2 conferisce deleghe al Governo per ridefinire la disciplina del sostegno pubblico per il settore dell'editoria e dell'emittenza locale, per riordinare la disciplina pensionistica dei giornalisti, che dovrà allinearsi con la disciplina generale, e per razionalizzare composizione e competenze del Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti. L'articolo 3 detta disposizioni per il riordino dei contributi alle imprese editrici; l'articolo 4 introduce un riferimento all'equo compenso dei giornalisti; l'articolo 5 punisce l'esercizio abusivo della professione di giornalista; l'articolo 6 detta nuove disposizioni per la vendita dei giornali, prevedendo la liberalizzazione degli orari e dei punti vendita. La Commissione ha previsto un parere parlamentare rinforzato sul decreto che definisce requisiti e modalità dei finanziamenti; ha fissato in 60, anziché 36, il numero massimo dei componenti del Consiglio dell'ordine dei giornalisti, del quale deve far parte un rappresentante delle minoranze linguistiche; ha previsto che la prima rata del contributo sia pari al 50 per cento; ha introdotto l'articolo 6-bis, in base al quale l'affidamento in concessione del sevizio pubblico radifonico, televiso e multimediale ha durata decennale ed è preceduto da una consultazione pubblica sugli obblighi del servizio.

Nella votazione dell'articolato sono stati approvati, in particolare, l'emendamento 2.23 (testo 3) del sen. Calderoli, che prevede una riduzione del contributo pubblico per le imprese editrici che superano, nel trattamento economico del personale e dei collaboratori, il limite massimo retributivo di 240.000 euro annui; e l'emendamento 6-bis.500 del relatore, identico all'emendamento 6-bis.306 (testo 2) del sen. Calderoli (LN), che estende l'applicazione del limite massimo retributivo di 240.000 euro annui agli amministratori, al personale dipendente e ai consulenti della RAI.

Oggi sono preseguite le dichiarazioni di voto finale, iniziate nella seduta pomeridiana di ieri. La sen. Comaroli (LN), annunciando l'astensione, ha criticato il PD per essersi attribuito l'estensione del tetto retributivo al personale della RAI, che è invece frutto di una lunga battaglia della Lega Nord. Ha rinnovato inoltre l'accusa al Presidente del Consiglio di aver operato una stretta autoritaria sull'informazione. Nel dichiarare voto favorevole, il sen. Zeller (Aut) ha ricordato gli emendamenti che prevedono la creazione di un consiglio dell'ordine dei giornalisti anche a Bolzano e la rappresentanza delle minoranze linguistiche nel consiglio nazionale. Ponendo l'accento sul buon lavoro svolto in sede parlamentare, la sen. De Petris (SI-Sel) ha annunciato voto favorevole: l'informazione autonoma e indipendente non può essere garantita eslcusivamente dal mercato, soprattutto in una fase di profonda crisi dell'editoria; l'istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione è una misura positiva, nonstante l'esiguità delle risorse. Il sen. Morra (M5S) ha annunciato voto contrario: il provvedimento non affronta il nodo della scarsa libertà di informazione in un Paese dove è forte l'intreccio tra potere politico, finanza ed editoria. Il concetto di servizio pubblico rimane ambiguo, i contributi sono sussidi a discrezione dell'Esecutivo, il mercato della raccolta pubblicitaria è drogato, il precariato rende difficile l'esercizio della professione di giornalista. Il sen. Gasparri (FI-PdL), annunciandol'astensione, ha ricordato che la norma sul tetto retributivo è stata approvata grazie all'iniziativa delle opposizioni e al confronto parlamentare. Ha poi criticato l'eccessiva assunzione di personale esterno alla RAI e ha evidenziato la necessità di regolamentare l'informazione sul web. Il sen. Collina (PD) ha evidenziato la convergenza su punti fondamentali che rispondono alle esigenze del settore dell'editoria. Il provvedimento esclude dai contributi i giornali di partito e le società quotate in borsa, favorisce i giornali che adempiono agli obblighi del contratto collettivo e sostiene l'editoria di terriorio. In dissenso dal Gruppo, il sen. Calderoli (LN) ha votato contro il provvedimento, criticando il modo in cui l'informazione, beneficiaria dei contributi del ddl, ha dato conto del lavoro parlamentare. La maggioranza ha fatto ricorso ad un espediente per impedire che fosse approvato l'emendamento della Lega sul tetto agli stipendi. In dissenso dal Gruppo, anche il sen. Mauro (GAL) ha annunciato contrario: la legge non sostiene le imprese, ma utilizza risorse pubbliche per pagare i giornalisti. Il relatore Cociancich (PD) ha precisato che, dopo l'approvazione della Camera, la norma sul tetto agli stipendi entrerà immeditamanete in vigore.

L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2067, nel testo proposto dalla Commissione recante modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena, già approvato dalla Camera dei deputati.

Il provvedimento di compone di 40 articoli, suddivisi conque titoli. Il Titolo I reca modifiche al codice penale: il capo I detta norme in materia di estinzione del reato per condotte riparatorie e modifiche di limiti di pena per i delitti di scambio elettorale politico-mafioso, furto e rapina; il capo II si riferisce alla prescrizione, il capo III reca una delega al Governo per la riforma del regime di procedibilità per taluni reati, per il riordino di alcuni settori del codice penale e per la revisione della disciplina del casellario giudiziale. Il Titolo II reca modifiche al codice di procedura penale: il capo I prevede modifiche in materia di incapacità dell'imputato di partecipare al processo, di indagini preliminari e di archiviazione; il capo II prevede modifiche in materia di riti speciali, udienza preliminare, istruzione dibattimentale e struttura della sentenza di merito; il capo III riguarda la semplificazione delle impugnazioni. Il Titolo III reca modifiche alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e alla normativa di organizzazione dell'ufficio del pubblico ministero. Il Titolo IV, all'articolo 29, conferisce una delega al Governo per la riforma del processo penale e dell'ordinamento penitenziario. Il Titolo V reca disposizioni finali (clausola di invarianza finanziaria ed entrata in vigore).

Nella seduta del 3 agosto si è svolta la relazione del sen. Cucca (PD).

Nella seduta odierna si è svolta la seconda relazione: il sen. Casson (PD) ha ricordato tre argomenti sui quali i relatori hanno presentato emendamenti. In tema di notifiche, agli articoli 17 e 34, sono state presentate proposte per l'uso della posta elettronica certificata al fine di evitare rinvii e annullamenti delle udienze del processo penale. In tema di prescrizione, il relatore Casson non condivide la soluzione proposta dalla Commissione e propone un decorso di termini diverso per i processi di amianto e di violazione delle norme sulla sicurezza e l'igiene del lavoro. In tema di intercettazioni, deposito e pubblicità degli atti, il relatore Casson ha evidenziato che l'utilizzo di captatori informatici è strumento investigativo imprescindibile per perseguire i reati di mafia, traffico di stupefacenti e terrorismo internazionale. La delega conferita al Governo prevede una regolamentazione delle operazioni intercettative mediante capatore informatico al fine di garantire il rispetto del diritto di difesa e del contraddittorio sulla prova. Sono introdotti requisiti restrittivi nella privata dimora ed è prevista la responsabilità dell'autorità giudiziaria. Infine, per la trascrizione delle intercettazioni, è prevista un'adeguata selezione prima della chiusura delle indagini preliminari.

I sen. Caliendo (FI-PdL), Falanga (AL-A) e Giovanardi (GAL) hanno avanzato pregiudiziali di costituzionalità: anziché garantire la ragionevole durata del processo, il provvedimento allunga i termini di prescrizione, aumenta le pene, estende la misura della custodia cautelare, conferisce una delega in bianco in materia di intercettazioni. Il sen. Buccarella (M5S) ha annunciato l'astensione. Il sen. Casson (PD), annunciando voto contrario, ha rilevato che le pregiudiziali attengono al merito e non ai profili di costituzionalità del provvedimento. Nella votazione sulle pregiudiziali è mancato tre volte il numero legale: la Presidenza ha rinviato l'esame alla prossima settimana.

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