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683ª Seduta pubblica

Mercoledì 21 settembre 2016 alle ore 16:31

Comunicato di seduta

Dopo che per due volte è mancato il numero legale nella votazione del processo verbale, l'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2067, nel testo proposto dalla Commissione recante modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena, già approvato dalla Camera dei deputati.

Il provvedimento di compone di 40 articoli, suddivisi conque titoli. Il Titolo I reca modifiche al codice penale: il capo I detta norme in materia di estinzione del reato per condotte riparatorie e modifiche di limiti di pena per i delitti di scambio elettorale politico-mafioso, furto e rapina; il capo II prevede modifiche alla disciplina della prescrizione; il capo III reca una delega al Governo per la riforma del regime di procedibilità per taluni reati, per il riordino di alcuni settori del codice penale e per la revisione della disciplina del casellario giudiziale. Il Titolo II reca modifiche al codice di procedura penale: il capo I prevede modifiche in materia di incapacità dell'imputato di partecipare al processo, di indagini preliminari e di archiviazione; il capo II prevede modifiche in materia di riti speciali, udienza preliminare, istruzione dibattimentale e struttura della sentenza di merito; il capo III riguarda la semplificazione delle impugnazioni. Il Titolo III reca modifiche alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e alla normativa di organizzazione dell'ufficio del pubblico ministero. Il Titolo IV, all'articolo 34, conferisce una delega al Governo per la riforma del processo penale e dell'ordinamento penitenziario. Il Titolo V reca disposizioni finali (clausola di invarianza finanziaria ed entrata in vigore).

Nella seduta di ieri è iniziata la discussione generale, che è proseguita oggi con gli interventi dei sen. Dalla Tor, Conte, Mancuso, Fabiola Anitori (AP); Rosanna Filippin, Lumia, Moscardelli (PD); Giarrusso, Buccarella (M5S); Di Maggio (CoR); Barani (AL-A); Orellana (Aut).

I senatori di Area Popolare hanno ribadito che il testo licenziato dalla Commissione è frutto di una mediazione equilibrata e condivisa: l'allungamento dei termini di prescrizione dopo la sentenza d'appello conserva la natura garantista dell'istituto mentre la delega sulle intercettazioni prevede la garanzia di riservatezza a tutela della privacy. Il Gruppo ha poi posto l'accento sull'aumento delle pene per i reati patrimoniali (furto in appartamento, scippo e rapina), sulla fissazione di un termine per le indagini preliminari, sulla semplificazione delle impugnazioni, sulle norme deflattive relative alla giustizia riparatoria, sulle previsioni in tema di recupero e reinserimento sociale dei detenuti. I senatori di Movimento 5 Stelle hanno ribadito la loro contrarietà di metodo e di merito al provvedimento: le norme penali e processuali andrebbero discusse e approvate dal Parlamento, non delegate all'Esecutivo; la delega sulle intercettazioni lega le mani alle procure e ostacola la lotta alla corruzione, richiedendo, per reati diversi da quelli di terrorismo, la flagranza di reato. L'intervento sullo scambio elettorale politico mafioso - dopo lo sconto di pena regalato dal Governo - non modifica la norma sostanziale che rende difficilmente perseguibile il reato. Il Gruppo ha chiesto, infine, alla Presidenza di tutelare il diritto di sottoscrivere emendamenti eventualmente ritirati. La sen. Filippin (PD) si è soffermata sull'inasprimento delle sanzioni per i reati di furto e rapina e di scambio elettorale politico-mafioso, mentre il sen. Lumia (PD) ha posto l'accento sul principio del doppio binario, ovvero del diverso trattamento, penale, processuale e penitenziario, dei reati di mafia e terrorismo rispetto ai reati comuni. Secondo il sen. Moscardelli (PD) la delega per la riforma del processo penale dovrebbe rafforzare le garanzie dei cittadini: se i tempi della giustizia fossero ragionevoli e certi, non ci sarebbe bisogno di intervenire sulla prescrizione. Secondo il sen. Di Maggio (CoR) il provvedimento è farraginoso, contraddittorio, superficiale, emergenziale: anziché mettere mano alle inefficienze della giustizia e garantire processi in tempi brevi, si prevede la cessazione di operatività della prescrizione dopo la sentenza di primo grado e il raddoppio dei termini per i soli reati di corruzione, che diventano così imprescrittibili. Il Gruppo ha presentato emendamenti volti a garantire la chiusura in tempi certi delle indagini. Alleanza Liberalpopolare ha confermato il voto contrario ad un provvedimento, improntato al giustizialismo, che non riforma la giustizia ma allunga i termini della prescrizione, violando i principi costituzionali del giusto processo e della presunzione di innocenza. Secondo il sen. Orellana (Aut), che propone di estendere le garanzie sull'utilizzo dei captatori informatici escludendo tra l'altro l'intervento di società private, il ddl è una delle riforme più qualificanti della legislatura.

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